Al via i corsi Campus: la città si interroga sul turismo






“Multas per gentes”. E’ prendendo in prestito da Catullo l’incipit di un celebre carme che Salvatore Veca, presidente della Fondazione Campus, sintetizza la cifra distintiva della scuola – studio accompagnato da vita comunitaria e contatti umani, che contribuiscono alla formazione personale e intellettuale – in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico per il corso di laurea in turismo. Una cerimonia importante, quella che si è svolta stamani (30 gennaio) all’auditorium S. Girolamo, alla presenza delle autorità cittadine, dell’assessore all’istruzione e formazione Emmanuele Bobbio, dell’ex ministro e presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, del presidente di Flafr Arturo Lattanzi e degli studenti di Campus.
Ad aprire i lavori del dodicesimo anno accademico appunto Veca, che ha esordito leggendo un estratto della lettera inviata da Andrea Marcucci, assente perché impegnato nella votazione del presidente della Repubblica, nella quale il senatore sottolinea il contributo di Campus alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale locale. La parola è andata poi ad uno studente, in rappresentanza dei compagni, che ha ringraziato colleghi e docenti e spiegato che la forza di Campus risiede proprio nella capacità di coniugare vita accademica e vita comunitaria. E proprio sull’importanza di questo connubio si è incentrato il saluto del sindaco Tambellini. “Il sodalizio nello studio – dice il primo cittadino – è parte integrante di noi e ci forma come individui oltre che come professionisti. A questa peculiarità Campus aggiunge la capacità di creare un’industria del turismo, essenziale per un paese come il nostro, pieno di arte e cultura che tuttavia andrebbero valorizzate di più”. Di certo la formazione di Campus da subito buoni frutti. Secondo Veca, infatti, i laureati in turismo trovano lavoro entro i 7 mesi dal conseguimento del diploma. Un buon risultato, dunque, soprattutto alla luce dei dati sulla disoccupazione dei giovani laureati, frutto di dodici anni di intenso lavoro per garantire un’offerta formativa all’altezza. Che, tuttavia, non deve far abbassare la guardia. Per migliorare ancora di più i risultati occorre, secondo Veca, puntare su internazionalizzazione, cooperazione con le altre istituzioni, in primis la Regione Toscana. “Si sta avverando una mia profezia di molti anni fa – dice il presidente della Provincia salito sul palco per il saluto -. In tempi non sospetti dissi infatti che sarebbe sopravvissuto più Campus che la Provincia”. Baccelli scherza, ma non tarda a ricomporsi. E il suo intervento è l’occasione per un bilancio dello stato di salute – “pessima, ma non per colpa nostra”, sottolinea – dell’ente. “Nei prossimi giorni – spiega – le competenze su turismo, cultura e formazione verranno sottratte all’amministrazione provinciale per essere distribuite a Regione e Comuni, con conseguenze imprevedibili. Siamo riusciti a fare di Campus quello che è oggi grazie ad un buon lavoro di squadra, con un’idea, quella di investire sul turismo, che dodici anni fa fu lungimirante e per certi versi anche azzardata. Lucca, infatti, ha capito tardi che questa era la sua vocazione, che poteva attrarre visitatori grazie a Puccini e ai suoi monumenti. Ma ancora oggi persiste il problema della promozione, che deve essere organizzata meglio. E Toscana Promozione non basta. Come faremo? Le Province non se ne occuperanno più, le Unioni dei Comuni vanno razionalizzate, gli Apt sono chiusi (anche se io non ne ho nostalgia). Forse, quindi, i corsi di Campus dovrebbero puntare anche su questo”. L’assessore Bobbio ha ribadito invece la necessità di valorizzare le risorse del Paese. “Oggi per promuovere turismo e beni culturali – ha detto – serve un livello di sofisticazione maggiore, che punti sulla capacità di fare sistema e di investire nel capitale umano, specialmente giovane, e nelle sue competenze”. A seguire, la prolusione di Giovanni Maria Flick L’articolo 9 della Costituzione: dall’economia di cultura all’economia della cultura. Una testimonianza del passato, una risorsa per il futuro. Dalla cultura della proprietà alla cultura della partecipazione e del conoscere: questa la strada in cui si impernia il necessario passaggio da economica della cultura a cultura dell’economia illustrato da Flick. “La cultura è un ecosistema che coinvolge tutta la società. Dobbiamo uscire dalla logica del vendere cultura come una sorta di vetrina da mettere in mostra per gli stranieri – ha proseguito Flick nella sua prolusione -. Ma il nostro sistema turistico è rallentato dalla frammentazione normativa, organizzativa e gestionale, e dalla mancanza di fonti normative chiare e univoche. C’è una molteplicità di problemi che siamo ancora lontani dall’aver risolto, dalla pluralità di soggetti che devono occuparsene alla regolamentazione dell’imprenditorialità del settore, dai beni in oggetto agli interessi: la govenance di tutto questo non è certo facile. Ma la ricchezza, o è comune, o non è ricchezza. E l’articolo 9 della costituzione, la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica e tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione, resta con grande attualità uno dei principi cardini della nostra società e del nostro futuro. Non è infatti vero che con la cultura non si mangia: si riflette, si inventa, si scambia, si dialoga. E solo a queste condizioni si può e si riesce a mangiare”. Il presidente della Flafr, Arturo Lattanzi, ha sottolineato il successo del sistema creato nella nostra città. “Lucca vuole ritagliarsi un proprio ruolo specifico nell’alta formazione – ha detto – offrendo non qualcosa di più ma di diverso, complementare rispetto alle università vicine, per sostenere con le proprie iniziative il sistema economico e sociale locale anche nel dialogo con il mondo del lavoro. Il progetto Campus risponde a pieno a questa richiesta”. “Non si può fare vera formazione se chi insegna non sta veramente sulla frontiera di ricerca, e non si può fare vera ricerca se non ci si confronta con le nuove generazioni”, sono state alcune delle prole con cui Pier Luigi Sacco, direttore scientifico della Fondazione Campus, ha accompagnato la presentazione dei numeri del placement 2014: l’83% dei laureati alla triennale e il 90% dei laureati alla magistrale lavorano a 6 mesi dalla conclusione del percorso. Al termine della cerimonia è stato premiato il vincitore del contest fotografico instagram Il segreto di Lucca, Francesco Giardina, cui vanno in premio 300 euro in borsa di studio.
Alice Baccini
FOTO – L’inaugurazione dell’anno accademico alla Fondazione Campus