Assalto alle graduatorie, a Lucca esposto degli insegnanti

di Roberto Salotti
Vistose “incongruenze” nella presentazione delle autocertificazioni per la permanenza nelle graduatorie a esaurimento per l’insegnamento nelle scuole dell’infanzia della Lucchesia e una carenza dei relativi controlli per verificare i requisiti dei docenti. Sono questi i rilievi che gli avvocati Marzia Riccomi e Ida Antonacci di Lucca fanno nell’esposto presentato a nome di una quarantina di docenti precari che, a seguito dell’aggiornamento triennale di quest’anno, si sono visti scavalcare in graduatoria da centinaia di altri candidati che si sono inseriti da altre province e con punteggi altissimi.
Il documento è stato presentato ieri alla procura dai legali a cui si sono rivolti gli insegnanti e che da mesi, attraverso richieste di accesso agli atti, hanno scandagliato la marea di candidature, accertando in qualche caso che la documentazione presentata all’ufficio scolastico provinciale di Lucca non era conforme ai requisiti realmente posseduti dai candidati stessi.
Ma nelle pagine dell’esposto non si fanno nomi. “Lo spirito con il quale le insegnanti si sono rivolte a noi – spiega l’avvocato Riccomi – non era quello di puntare il dito contro nessuno, ma di far emergere un problema che esiste ed è diffuso. Le questioni che abbiamo rilevato nell’esposto, abbiamo ragione di credere, non riguardano soltanto Lucca ma sono generalizzabili”.
Per questo gli insegnanti precari, dopo mesi di battaglie e trincea, chiedono ufficialmente alla magistratura di indagare: di aprire, cioé, quei fascicoli dei candidati che loro stesse, con i loro avvocati, hanno setacciato (lo prevede del resto il decreto ministeriale in materia), insistendo anche per i controlli dell’ex Provveditorato. Che dal canto suo aveva sorteggiato 60 candidature da verificare. Qualche caso di “incongruenza” è stato già rilevato e sono stati presi provvedimenti. C’è ad esempio quello di una candidata che era in graduatoria pur non avendo ancora conseguito la laurea (Leggi), o un maestro che, tra l’altro finito nei guai per un tentato furto di una bici ad un poliziotto, è stato depennato dalla graduatoria perché i controlli hanno rilevato che non aveva i requisiti per l’insegnamento (Leggi).
“Non siamo volutamente scesi nei casi specifici – spiega ancora l’avvocato degli insegnanti precari -: abbiamo rilevato nell’esposto una leggerezza diffusa nella presentazione delle dichiarazioni per le candidature che alla fine altro non sono che delle autocertificazioni. Sono stati dichiarati titoli che spesso non hanno trovato riscontro. Ma c’è da aggiunge anche che, secondo quanto rilevato, ci sembra che ci sia anche una carenza strutturale dei controlli, che potrebbero evitare situazioni di disparità. L’obiettivo di questo esposto, non è punitivo”. Quello contro cui puntano il dito i precari è semmai il sistema delle graduatorie e l’assenza di controlli serrati per verificare i requisiti.
Il prossimo passaggio adesso potrebbe essere quello di un esposto anche alla Corte dei Conti. “C’è da capire – spiega l’avvocato Riccomi – se l’eventuale danno erariale si può configurare, una volta che siano accertate le assenze dei requisiti autocertificati per rimanere nelle graduatorie. Questo comunque potrà essere eventualmente uno sviluppo successivo, da valutare caso per caso”.