Quartiere Giardino, Pd: “No all’intolleranza sociale”

4 febbraio 2015 | 12:19
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Quartiere Giardino, Pd: “No all’intolleranza sociale”

“Nimby  è l’acronimo anglosassone del più casalingo ‘non nel mio giardino’. Un acronimo assurto agli onori di qualunque cronaca lucchese che veda innovazione, azione amministrativa o tentativi di soluzione di problemi contingenti. La protesta degli abitanti del quartiere Giardino di Pontetetto segue immancabilmente la logica Nimby che caratterizza qualsivoglia soluzione a beneficio della intera comunità lucchese”. A parlare, il segretario del circolo Pd Lucca Sud Gianni Giannini. “Negli ultimi anni il quartiere  ha beneficiato di consistenti attenzioni per una sua radicale riqualificazione – prosegue Giannini -. Edifici ormai fatiscenti sono stati abbattuti per una nuova edilizia economica e popolare. Sono state effettuate importanti opere di bonifica e di regimazione idraulica di tutta l’area e superando nel tempo il concetto originario del quartiere ghetto popolare si è cercato di inserire una edilizia economica privata. Dopo i disastri di abbandono degli spazi ricreativi delle precedenti amministrazioni, sono stati avviati progetti di riqualificazione delle aree a verde e riportato in uso l’impianto sportivo che a breve tornerà ad  esclusivo utilizzo di quartiere. Le nuove case Erp hanno gradualmente sostituito le fatiscenti abitazioni dando dignità abitativa ai cittadini residenti. Innovativi progetti di realizzazione  di orti sociali sono in corso di attuazione così come l’estensione di locali pubblici ad uso della collettività”.

“Insomma – prosegue Giannini – una attenzione amministrativa che pochi altri quartieri periferici cittadini possono vantare. Il quartiere ha raggiunto una svolta dal suo concetto originario che però i residenti attuali hanno probabilmente dimenticato. Il Quartiere Giardino realizzato negli anni 50 su progetto Iacp,  è nato come luogo di accoglienza per ‘soggetti sociali deboli’. Un numero considerevole dei suoi abitanti usufruisce o ha usufruito dei servizi sociali comunali. Aiuti sempre distribuiti nella coerenza dello spirito della città, per tradizione riconosciuta, ‘dell’accoglienza e del volontariato’. Nella complicanza dei tempi moderni delle ‘nuove emergenze’ adesso viene richiesto non di rimanere quartiere ghetto bensì di continuare quello spirito dell’accoglienza di ritorno, che dovrebbe aver sensibilizzato gli animi ai pionieri che ne hanno usufruito fin dall’inizio. L’ennesimo Comitato si oppone al semplice superamento di un accordo con la precedente amministrazione che prevedeva l’abbattimento di un blocco edifici (Stecca), che invece l’attuale amministrazione Comunale chiede di salvare per una ristrutturazione a tutto beneficio delle attuali emergenze sociali. Quindici abitazioni (per 622 richieste di aiuto) destinate a coppie di anziani sotto sfratto, nuclei monogenitoriali, giovani famiglie, coabitazione di singoli, nuovi poveri e all’accoglienza di famiglie in difficoltà abitativa. Volendo esagerare nelle coabitazioni, un massimo di 50 nuovi inserimenti in un quartiere di circa 800 abitanti. In altri quartieri e frazioni della città si vivono già situazioni analoghe senza il minimo problema di identità e di integrazione. Nel gran rullare dei tamburi della protesta, dispiace vedere che i portabandiera sono persone che hanno fatto della loro immagine e dei loro comportamenti pubblici il simbolo di una ‘cristiana’ attenzione ai problemi sociali. Come Democratici e come cittadini – conclude il segretario del circolo Pd – rifiutiamo qualunque rigurgito di intolleranza sociale e ci proponiamo mediatori del progetto Comunale, separando i malumori per servizi ed infrastrutture attesi, dal progetto edilizio, affinchè si trovino adeguate compensazioni che ristabiliscano il buon senso e la serena accettazione di una soluzione che ha princìpi di convivenza sociale encomiabili per una amministrazione pubblica”.