
Poste Spa ritorna alla carica con l’intenzione di chiudere o di ridurre l’orario di apertura degli uffici postali in numerosi Comuni, in gran parte piccoli e di aree interne montane e rurali. E scatta la polemica, anche perché si parla di frazioni anche rilevanti del territorio.
Con l’annuncio delle chisure riparte anche la battaglia di Uncem e comuni interessati. “Avevamo il timore che potesse accadere nuovamente dopo le ultime chiusure degli scorsi anni, ma ora si conferma essere reale possibilità – commenta il presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani che aggiunge: “In Toscana il piano tagli di Poste riguarda una ottantina di uffici situati specialmente in aree montane e marginali. Noi non ci stiamo – aggiunge- anche perché la razionalizzazione ha già interessato le stesse aree poco tempo fa. Non è possibile dimenticare o sottovalutare la funzione fondamentale di presidio che i servizi postali esercitano in montagna, dove fungono anche da luogo di coesione sociale, economica e territoriale consentendo l’accesso universale a servizi locali essenziali. Ci mobiliteremo perché le aree montane non possono essere ulteriormente penalizzate con pesanti ripercussioni sui cittadini, molto spesso anziani”.
Un no secco al piano di razionalizzazione presentato da Poste Italiane, che prevede a Capannori la chiusura degli uffici postali di San Ginese di Compito, Pieve di Compito, Lappato, Vorno e San Colombano e la riduzione dell’orario di dell’apertura di quello di Matraia arriva dal consigliere comunale Leonardo Pacini (Partito Democratico), che dopo la chiusura negli scorsi anni dei punti di Ruota e San Gennaro, vede l’ennesima penalizzazione per le frazioni collinari.
“La decisione di Poste Italiane è grave – afferma Pacini – Ancora una volta sono presi di mira i servizi e a rimetterci sono i cittadini, soprattutto quelli che abitano nelle frazioni collinari. Quella che colpirà Capannori è una vera e propria mannaia. E’ assurdo, ad esempio, che tutte le frazioni del Compitese debbano avere come punto di riferimento lo sportello di Colle di Compito, l’unico in zona che sarà risparmiato, mentre si debba chiudere quello di Pieve di Compito, molto frequentato e punto di riferimento grazie anche alla sua posizione strategica sulla Sarzanese – Valdera”. “La chiusura degli uffici postali – aggiunge il consigliere – creerà disagi a molte persone, come gli anziani, che hanno difficoltà a spostarsi, senza considerare tutti i cittadini che devono pagare le bollette o spedire un pacco. I cittadini saranno costretti a compiere spostamenti più lunghi e negli uffici rimanenti si correrà il rischio di avere allo sportello tempi di attesa maggiori. E’ l’ennesima penalizzazione da parte di Poste Italiane che riguarderà la zona sud e, più in generale tutto il territorio di Capannori, che già si trova a fare i conti con i ritardi nella consegna della corrispondenza. Privati e aziende si vedono recapitare la posta a singhiozzo; questo crea forti disagi per pagamenti, raccomandate e altro”.
“Bene fa il sindaco Luca Menesini a fare quadrato sulla questione – prosegue Leonardo Pacini -. Serve un no deciso, a sostegno dei cittadini. Non si può pensare che a rimetterci siano sempre le frazioni più piccole. Tutte hanno pari dignità”. “Come consigliere comunale e rappresentante dei cittadini sono pronto a fare la mia parte affinché si ponga un freno allo scriteriato piano di Poste Italiane”.