Il legale di Colombini: “Non dobbiamo un euro alla Fondazione Puccini”

Non si lascia attendere la replica dell’avvocato Chiara Bimbi, legale di Andrea Colombini, alle dichiarazioni dell’avvocato Giuseppe Dati della Fondaizone Festival Pucciniano in merito alla causa civile con la quale il direttore del Puccini e la sua Lucca chiede tre milioni e mezzo di danni. Il legale di Colombini smentisce che il patron di Puccini e la sua Lucca Festival sia debitore dell’ente di Torre del Lago. “Leggo con stupore – scrive l’avvocato Bimbi – il contenuto delle dichiarazioni rilasciate alla stampa dal legale della Fondazione Festival Pucciniano, Giuseppe Dati, inerenti alla vertenza pendente tra il Direttore Andrea Colombini ed il Festival predetto. Malgrado sia io che il mio assistito abbiamo sempre voluto astenerci da sterili polemiche, lasciando che la giustizia faccia il proprio corso, non possiamo tuttavia esimerci dal dare alcune doverose precisazioni riguardanti l’intera vicenda. La vertenza nasce da lontano, quando nel 2005 la Fondazione Festival Pucciniano promosse nei confronti dell’associazione culturale The Caledonian Academy of Tuscany un’azione per la tutela del marchio Festival Puccini”.
“Il procedimento dinanzi al Tribunale dei Marchi e Brevetti – prosegue Bimbi – si svolgeva nella contumacia dell’associazione chiamata in giudizio, che non aveva mai ricevuto gli atti processuali e non aveva potuto svolgere le proprie difese. Nel provvedimento, il Giudice afferma che il termine Festival e il termine Puccini non sono di per sé tutelabili, ma l’utilizzo associato della dizione Festival Puccini avrebbe potuto creare confusione nei probabili clienti. Il provvedimento veniva emesso nei confronti della sola Associazione Caledonian e non nei confronti di Andrea Colombini, il quale peraltro non è mai stato il legale rappresentante della predetta associazione. La Fondazione pertanto era perfettamente a conoscenza dell’estraneità di Andrea Colombini, tanto che nel medesimo periodo ha notificato gli atti processuali successivi, alla Caledonian Academy in persona del suo presidente Luciano Colombini. Nonostante la piena consapevolezza di questo, la Fondazione querelava volontariamente e personalmente Andrea Colombini (e non il legale rappresentante della Caledonian Academy) per non aver ottemperato il provvedimento giudiziale. Il Tribunale di Lucca, fraintendendo completamente il dettato normativo e non considerando minimamente che Andrea Colombini non fosse il legale rappresentante dell’associazione predetta, riteneva sussistente il reato. La sentenza veniva impugnata dinanzi la Corte di Appello di Firenze, la quale ribaltava l’esito del giudizio, assolvendo Colombini e dichiarando peraltro che la violazione del divieto di non concorrenza non rientrava nella fattispecie di reato. In pratica, l’azione penale non doveva neppure essere intrapresa. La Fondazione non ha impugnato la sentenza assolutoria. Non corrisponde al vero che Colombini sia debitore della Fondazione. Non solo infatti la Corte di Appello ha revocato qualsiasi statuizione inerente al risarcimento danni affermando che nulla era dovuto da Colombini alla Fondazione, ma Colombini Andrea non può rispondere neppure in nome e per conto della ass. Caledonian, non essendone mai stato il legale rappresentante.
Nei lunghi anni che hanno portato alla sua assoluzione (ben 8) la persona di Andrea Colombini e l’associazione da lui presieduta “Puccini e la sua Lucca” sono state oggetto di un violento attacco mediatico che ha leso fortemente le rispettive immagini e che ha compromesso e limitato lo svolgimento dello scopo culturale associativo: la promozione della musica di Puccini nel mondo. Da lì, la legittima e certamente fondata causa di risarcimento promossa dal mio cliente per tutti i danni subiti. Ero convinta che la Corte di Appello di Firenze avesse messo la parola fine a questa vicenda, portata avanti in modo strumentale contro la persona di Andrea Colombini, ma purtroppo le dichiarazioni rilasciate alla stampa in questi giorni, dimostrano che non è ancora finita. Chiaramente, in proposito, non intendendo sopportare oltremodo attacchi infondati, il mio cliente si riserva di promuovere le azioni giudiziarie in sede civile e penale a tutela della propria immagine e reputazione”.