Casermette, a Casa del Boia grido d’allarme associazioni






Casermette, alla Casa del Boia va in scena l’atteso scontro. Che ha come protagoniste le associazioni già titolari di una struttura sopra le mura e tutte le altre realtà del territorio. Tutte convinte che le condizioni del bando per l’assegnazione sia troppo gravoso ma allo stesso tempo su fronti opposti della barricata. In ballo, infatti, c’è la possibilità di entrare in un “giro” ormai chiuso dal 1999, quello della gestione degli spazi sulle mura.
Nel mezzo, senza il supporto della parte politica dell’amministrazione comunale (presente solo il presidente della commissione partecipazione, Renato Bonturi), i rappresentanti dell’Opera delle Mura, presidente Alessandro Biancalana in testa, a sottoporsi al fuoco di fila delle domande e delle polemiche delle tante associazioni presenti all’incontro convocato proprio per spiegare i contenuti e gli obiettivi del bando per la gestione delle strutture.
Ad aprire i giochi proprio il presidente Biancalana: “L’obiettivo – ha detto – è quello della valorizzazione delle mura di Lucca e delle sue casermette andando a premiare alcuni progetti culturali e aprendo alla possibilità della condivisione degli spazi fra realtà diverse. Sul tema, dopo la presentazione del bando, ci sono state poste molte domande cui cerco di dare una risposta preventiva. I costi, innanzitutto. Ebbene, era per noi impossibile dare un bene pubblico in forma gratuita. Abbiamo preso un parametro, che è quello del canone locativo per le Onlus e lo abbiamo diminuito della metà, Poi abbiamo previsto, grazie al regolamento del 2011, la possibilità, in base alla valenza del progetto culturale, di dimezzare ulteriormente il canone. Questo significa che non si vogliono certo fare soldi con la locazione delle casermette sulle mura, ma semmai valorizzare dei progetti che devono essere il fiore all’occhiello della città. L’altra questione è quella dell’affidamento per un periodo massimo di quattro anni. Anche in questo caso è la legge che prevede che dei beni pubblici non possano essere affidati sine die a nessuno. La terza accusa è quella di voler penalizzare chi è già assegnatario di una casermetta. Niente di più falso solo che, ribadisco, trattandosi di beni pubblici dobbiamo mettere tutti sullo stesso piano”.
Per rendere meno gravosa, comunque, l’assegnazione, nel bando viene “premiata” la possibilità di presentare un progetto culturale fra più associazioni. E per chi non avesse una “coppia”? Ci penserà, in parte, la stessa Opera delle Mura: “Invitiamo – ha detto una delle consigliere dell’ente – a scrivere all’email dell’Opera delle Mura. Così facendo possiamo pubblicare sul sito l’elenco delle associazioni disponibili a partnership per l’apertura della sede”. “Nessun vincolo – spiega ancora la consigliera – invece a ripresentare la richiesta per la stessa sede nel bando successivo alla scadenza di quello attualmente in corso”.
Lucchesi nel Mondo, la presidente Del Bianco chiede un bando “partecipabile”
Dopo la spiegazione tecnica del bando da parte del dirigente del Comune, Giovanni Marchi, appena la parola passa alla platea è subito la presidente dei Lucchesi nel Mondo, Ilaria Del Bianco, che ha la sua sede storica nel castello di Porta San Pietro, a parlare. E, in sostanza, a riassumere tutte le critiche e i dubbi delle associazioni sulla scelta fatta da Comune e Opera delle Mura.
“Quando abbiamo saputo del bando – ha esordito – siamo subito stati favorevoli proprio nell’ottica di dover mettere a pulito una situazione complessiva. Ma le criticità sono troppe ed evidenti. Iniziamo dal costo. Nel nostro caso abbiamo fatto un calcolo prudenziale per cui l’affitto ci costerebbe qualcosa come 15mila euro l’anno. E’ vero che è prevista una ulteriore riduzione ma, in caso di assegnazione da bando e prima della comunicazione della riduzione dell’affitto, l’associazione sarebbe comunque chiamata a “mettere da parte” la cifra necessaria. A questa poi vanno aggiunte le polizze assicurative richieste, che non sono solo per la responsabilità civile ma anche per i danni da incendio e per escludere ogni responsabilità all’Opera delle Mura. Polizze che, a mio parere, non slo certo regalate. Terzo punto è quello dell’impiantistica: chi ha la fortuna di otterene una casermetta rinnovata da poco ha impianti a norma, le altre no. Ma è richiesto un tecnico che deve visionare l’impianto e l’associazione deve impegnarsi a metterlo a norma. Infne ci sono le utenze e la manutenzione ordinaria”.
Non basta, anche il contenuto “culturale” del bando finisce nel mirino della presidente: “Viene richiesto – dice – di effettuare una serie di servizi alla città, dall’apertura per un certo numero di ore, alla ospitalità di eventi su richiesta dell’Opera delle Mura, alla messa a disposizione di bagni. Ma a fronte di tutto questo si pone un limite nel tempo per la fruizione del bene, che è molto poco soprattutto per chi vi deve effettuare degli investimenti. Per non parlare del fatto che una associazione non può mettervi la sede legale, della necessaria convivenza con altre attività associative (di spazi o anche di attività?) e l’impossibilità di svolgervi qualsivoglia attività che possa avere una finalità di lucro, fosse anche una mostra a pagamento. Si tratta di una serie di impegni di una tale consistenza che sono difficilmente sostenibili da una associazione di volontariato. Per questo abbiamo promosso una raccolta di firme perché si faccia un bando aperto, un bando partecipabile. Questo, per come è stato fatto, non lo è”.
La passerella delle associazioni e lo scontro fra filosofie
Dopo la Del Bianco è spazio aperto per tutte le altre associazioni. C’è chi fa un appello per sé, come il club Il Salvagente per la casermetta San Colombano chi, già titolare di una struttura, si chiede come mai la direzione è cambiata. Chi, cercando di dare un senso complessivo al tutto, chiede all’Opera delle Mura qual è il progetto culturale dell’ente per il monumento, suscitando non pochi imbarazzi e una risposta diplomatica di Biancalana: “La nostra è stata una scelta – dice – ovvero non dare un progetto nostro ma aprire alle idee e ai progetti dell’associazionismo. Il tutto nell’ottica di una valorizzazione generale delle mura e delle casermette in particolare. Pensiamo che una cerchia muraria viva e con le sue strutture aperte alla cittadinanza possa rappresentare un valore aggiunto importante”. Fra gli interventi più significativi quello di Fabio Lucchesi per l’associazione Equinozio Nuova Solidarietà, che si chiede qual è il metro di valutazione per la bontà dei progetti culturali presentati: “Siamo contenti – dice – dell’apertura del bando ma ci rendiamo conto che se ci sono punti su cui intervenire si possono e si devono rivedere”. La sua associazione fa anche parte di quel progetto del “baluardo solidale” che ha già espresso i suoi dubbi e che Massimo Rovai ribadisce: “Non si capisce se gli oneri sono troppo gravosi rispetto agli onori da quello che emerge dal testo del bando”.
Ad aprire la frattura fra “vecchio” e nuovo, fra chi ha la gestione e chi non ce l’ha è l’ex dirigente scolastico Mauro Di Grazia in rappresentanza delle “associazioni musicali”, che parla di importanza dell’apertura di un bando per casermette per cui si è fatto un “uso privato”, scatenando la contestazione di molti. C’è, infine, chi sarebbe anche interessato ma cerca partnership, come l’associazione Zerka Moreno, rappresentata da Luisa Gianni, che fa appello alla condivisione di un percorso. E chi contesta il bando laddove affida la manutenzione straordinaria all’associazione assegnataria: “Ci sono strutture – dice un architetto, rappresentante dell’associazione San Cristoforo – per cui servirebbero 200mila euro per la messa a norma, Non si può chiedere una locazione senza la messa a norma della struttura. I progetti, a mio parere, dovrebbero essere premiati e non sottoposti a vincoli o a oneri”.
L’intervento dell’ex presidente Francesco Colucci: “Non solo le casermette nella disponibiità dell’Opera delle Mura”
Fra i presenti anche l’ex presidente dell’Opera delle Mura, Francesco Colucci. L’ex numero uno ha sottolineato diverse criticità, fra cui la necessità di avere una garanzia sul pagamento effettivo del canone proposto alle associazioni. Colucci ha poi ricordato: “Nella disponibilità dell’Opera delle Mura non ci sono soltanto le casermette, ma altri beni immobili. Anche quelli potrebbero essere inseriti in un ipotetico elenco per una futura assegnazione”.
La conclusione dell’Opera delle Mura
E’ il vertice dell’Opera delle Mura (oltre al presidente Biancalana c’erano anche i consiglieri Bertoncini e Ragghianti), a chiudere la serata. Con toni non diversi da quelli dell’introduzione: “L’ente – dicono – non vuole far cassa con questa assegnazione. Anche se affidassimo a canone massimo tutte le casermette si tratterebbe di una cifra pari a 90mila euro. Questa scelta, quindi, non è stata fatta per risolvere un problema di entrate ma per chiarezza, trasparenza e democraticità e l’obiettivo di avere un monumento che non sia solo da ammirare ma anche da vivere. L’affitto? Una quota irrisoria alla fine, specie per progetti condivisi. E comunque la Corte dei Conti non ci avrebbe permesso di fare altrimenti”.
Niente più casermette gratis, dunque, niente più casermette affidate per tempi non stabiliti. Anche se dal “gioco” restano escluse al momento la sede della Zecca, il Villaggio del Fanciullo e proprio la Casa del Boia, sede dell’incontro, destinata, forse, ad ospitare il museo multimediale della via Francigena.
Per il resto i giochi sono aperti e domattina (12 febbraio) intorno alle 9,30 inizierà il primo tour aperto alle associazioni per visitare le casermette da affidare con il bando appena aperto. Dopo sarà guerra di progetti. E non solo.
Enrico Pace