Barsotti (Pugilistica): “Non meritiamo questo trattamento”

La Lucchese chiude tutte le porte in faccia alla Pugilistica, annunciando la chiusura definitiva il 23 gennaio, e ancora una volta il vicepresidente Barsotti decide di scrivere una lettera-appello alla società rossonera: “Chi vi scrive – si legge – si è sentito ancora una volta in dovere di prendere carta e penna per rispondere, questa volta in maniera personale, alle dichiarazioni espresse in conferenza stampa dal presidente Andrea Bacci. Da sempre la Pugilistica Lucchese ha vissuto all’interno dello stadio occupando nel tempo locali e spazi diversi fino ad arrivare all’attuale palestra nel 2011. La palestra cosi come è adesso è stata da noi allestita e rimessa a nuovo solo con il nostro contributo e con l’aiuto dei nostri soci. Lo spazio ci è stato concesso proprio dall’allora società di calcio perché non era usato e dopo il fallimento della gestione Fouzi tutto ciò che non era stato depredato era ammucchiato lì. Tanto è vero che proprio i nostri ragazzi aiutarono anche il curatore fallimentare a salvare il salvabile per stilare un inventario (in un angolo, buttata a terra, rinvenimmo anche la Coppa Italia vinta anni prima dalla Lucchese)”.
“La palestra – prosegue Barsotti – ritornò quindi uno spazio usufruibile da tutti e il Comune strinse un accordo con la Lucchese per la nostra permanenza. Noi abbiamo contribuito con le nostre possibilità tanto è vero che nel 2011 la nostra società, prima classificata in Toscana, rigirò alla Lucchese Calcio tutto il contributo che la Federazione Pugilistica Italiana le aveva assegnato. Gli accordi furono quelli: ogni anno quello che arrivava dalla Federazione sarebbe stato versato nelle casse della Lucchese cosi come un eventuale contributo comunale”.
“Con l’arrivo della sua gestione – dice rivolgendosi direttamente a Bacci – non c’e più stata la possibilità di arrivare ad un accordo anche per l’arrivo di tutte le successive controversie nei confronti dell’amministrazione comunale. Siamo una associazione sportiva dilettantistica e come tale siamo senza fini di lucro. Svolgiamo attività sportiva dilettantistica su base volontaria e oltre alla pratica e alla diffusione del pugilato nel tempo siamo diventati un vero e proprio centro di aggregazione sociale. Condivido in pieno la sua affermazione che la vostra società non è lì per fare da ammortizzatore sociale al Comune e che i vostri obbiettivi sono altri e che quindi l’unica strada possibile e che la nostra attività sia sostata in altro luogo. Anche noi da tempo chiediamo questo, insieme all’attuale assessore. In questi mesi abbiamo visitato moltissimi luoghi ma per tutta una serie di motivi non trovavamo la soluzione, quindi non posso accettare la possibilità che lei come unica soluzione possa proporci la chiusura della palestra. Ciò sarà possibile solo quando avremo fisicamente un altro posto dove allenare i pugili: vi siete mai chiesti quanto sudore e quanto sangue hanno lasciato i nostri ragazzi fra quelle mura? Si allenano tutte le sere per tutto l’anno, alcuni sono lucchesi, altri lo sono diventati da poco o lo diventeranno. Ma come i suoi calciatori portano in giro con onore e fedeltà il nome di Lucca per tutta la penisola. Non avranno mai la ribalta e la visibilità che hanno i suoi calciatori, non hanno stipendio, non hanno “veline” che li cercano, Quasi tutti arrivano a piedi o in bicletta allo stadio e alle 18,30 li possiamo incontrare lungo la circonvallazione con la tuta della Pugilistica. Non hanno auto di lusso e molti sempre più spesso faticano anche dare il contributo al mantenimento dell’attività, mi guardano ogni fine settimana aspettando che io gli dica che combattono, sperando di si, perché loro sanno fare questo e magari riescono a strappare un rimborso da chi ci chiama con cui portare fuori la fidanzata (con i segni sul viso della battaglia sostenuta, perché ai pugili lucchesi nessuno regala niente. Sono gli avversari per tutti più difficili e preparati che trovano). Al pugilato adesso arrivano tutti perché è uno sport che dà sensazioni uniche ma molti di loro sono stati rifiutati da tutti gli altri sport ed alcuni sono stati anche in fondo alla scala sociale. Gli ultimi degli ultimi prima di venire in palestra, dove hanno trovato una risposta ed un motivo per rialzarsi”.
“Questo è il pugilato – conclude Barsotti – una scelta difficile come sport. E non tutti possono salire sul ring, Un pugile può giocare a calcio ma difficilmente un calciatore o un giocatore di basket può varcare le quattro corde. In sostanza vi chiediamo questo: rispetto per questi ragazzi, avete il sacrosanto diritto di reclamare la palestra, di vedervi riconoscere quello che vi spetta se dovuto ma dovete seguire le “regole” perché noi vi abbiamo sempre trattato con rispetto e abbiamo sempre considerato la palestra non come nostra ma come un patrimonio dello sport lucchese e della nostra città .Abbiamo sbagliato i modi ed i tempi per arrivare a lei, può darsi, ma devo chiederle se ha mai sentito il bisogno di venire a vedere chi siamo e cosa facciamo. Non la voglio convincere o rabbonire ma vorrei che dopo aver letto la mia presente si ponesse almeno il quesito: cosa abbiamo fatto per meritarci tutto questo?”.