Niente consultorio familiare alla Casa della Salute, protesta la Città delle Donne

Il consultorio per le donne? Si farà ma in un altro edificio dell’ex ospedale Campo di Marte e non alla Casa della Salute. Tutte confermate nel corso dell’inaugurazione della nuova struttura questa mattina (Leggi) le preoccupazioni della Città delle Donne che già un anno fa si era adoperata perché il progetto venisse attuato: “Abbiamo ricevuto la conferma – spiega Città delle Donne in una nota – che il consultorio familiare richiesto da anni, in parte abbozzato nel distretto di via Giusti con i finanziamenti regionali del 2008, poi frammentato e scomposto con la ristrutturazione sanitaria del nuovo ospedale S. Luca, ci sarà, ma sarà in un altro edificio del Campo di Marte insieme ad altri ambulatori multispecialistici confermando, questa è la nostra principale preoccupazione, una visione non rispondente alla normativa nazionale e regionale e proseguendo nell’idea che il consultorio si possa fare con qualche ora di ginecologa, qualche ora di psicologa, qualche ora di assistente sociale”.
“L’associazione La Città delle Donne – prosegue la nota – chiede ancora una volta ed in modo pubblico e trasparente che, a partire dalla realizzazione della Casa della Salute a Campo di Marte, sia confermata la centralità del consultorio familiare come area di intervento multidisciplinare, i cui requisiti sono previsti dalle leggi e dallo stesso piano sanitario regionale della Toscana, con il fine di promuovere la salute sessuale, riproduttiva e relazionale della persona, della coppia e della famiglia. Vogliamo un consultorio che diventi un riferimento stabile e conosciuto per promuovere informazione, sensibilizzazione e risposte inerenti la salute delle donne nelle diverse fasi della vita, pre e post parto, menopausa ecc, ma che si faccia carico anche dei percorsi rispetto all’approccio alla sessualità di giovani donne e uomini, compresa la contraccezione, del fenomeno barbaro della violenza sulle donne con supporti anche per gli uomini maltrattanti, delle problematiche che riguardano le immigrate. Devono infine essere elaborati percorsi sulla genitorialità responsabile a supporto dei minori e delle persone coinvolte. Il Consultorio deve essere uno spazio polifunzionale che permetta incontri individuali e collettivi di confronto e di auto aiuto, specie in una situazione di crisi e di grandi cambiamenti. Su tutto questo, insieme a tante associazioni e organizzazioni abbiamo da tempo avanzato la disponibilità a collaborare e la richiesta di porre fine ad un arretramento culturale prima ancora che sanitario che consideriamo una vergogna per il nostro territorio. Per questo rinnoviamo alla Asl la richiesta di un momento di chiarezza e di condivisione con tutti gli attori sociali che da tempo hanno dimostrato interesse a promuovere una visione integrale della salute capace di prevenire e affrontare in modo efficace molte problamatiche che non possiamo più sottovalutare o lasciare alla ricerca di risposte individuali in una logica di mercato”.