Qualità dell’aria, bocciato anche l’ambiente ‘indoor’

Non c’è solo la qualità dell’aria che respiriamo all’aperto, anche l’ambiente “indoor” – quello all’interno delle nostre case, delle scuole, degli uffici e dei luoghi di lavoro – in cui si trascorre la maggior parte del tempo, influisce sulla nostra salute. E se ormai è confermata la bocciatura di Lucca quanto alla qualità dell’aria a causa delle alte concentrazioni di polveri sottili, dall’altro lato anche i dati sull’ambiente indoor non fanno ben sperare. E anzi collocano la nostra provincia al secondo gradino del rischio per incidenza di legionellosi. Peggio di noi fa soltanto la provincia di Trento e in Toscana ai nostri livelli ci sono Pistoia, Prato e Firenze oltre a Piacenza, fuori Regione.
Lo rivela il decimo rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano, che oltre ad analizzare gli aspetti legati alla qualità dell’aria outdoor, si pone l’attenzione anche sugli ambienti chiusi dove la popolazione trascorre gran parte del proprio tempo (abitazioni, scuole, luoghi di lavoro o di svago). “Ci sono ormai diversi studi – spiega l’Arpat – che rilevano casi di inquinamento indoor in Italia, soprattutto nelle grandi città. Per analizzare questo aspetto, quale importante fattore di qualità dell’ambiente urbano nel rapporto si propongono alcuni indicatori basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono aiutare a capire se ci sia il rischio di insorgenza di problemi relativi a una cattiva qualità dell’aria indoor”.
Tra di essi c’è laffollamento abitativo che può determinare “l’insorgere di problematiche e situazioni di rischio sanitario a diversi livelli, oltre ad essere una minaccia per il benessere mentale ed un sano sviluppo, in particolare per i bambini”, sottolinea l’Arpat. Rischi derivano anche dall’umidità nelle abitazioni e dalla percentuale di fumatore ma il principale indicatore è quello dei condizionatori: “l’uso di impianti di condizionamento gestiti o installati in modo inadeguato – sottolinea ancora Arpat – può rappresentare una fonte di inquinamento biologico dell’aria indoor” e determinare tra l’altro un’alta incidenza di legionellosi.