S. Luca, guerra dei comitati: “Violato diritto alla salute”

26 febbraio 2015 | 12:40
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S. Luca, guerra dei comitati: “Violato diritto alla salute”

Un esposto alla Procura della Repubblica di Lucca per denunciare comportamenti non trasparenti ed illegittimi da parte di Asl 2 nella costruzione e gestione dell’ospedale San Luca: è questa l’ultima carta giocata dalla rete dei Comitati Sanità Lucchese e dal coordinamento toscano per il diritto alla salute. La rete unisce quattro comitati storici (Lucca per una sanità migliore, Lucca Sanità, Associazione per non morire e Associazione Lucca Bene Comune) e, ad essi, va ad aggiungersi anche il comitato Lucca Est. I rappresentanti di queste realtà hanno delineato, questa mattina, i contorni dell’esposto: “Vogliamo denunciare la presenza di aspetti poco trasparenti e di azioni illegittime – spiega Raffaello Papeschi – perché ci sono molte cose che non tornano. Dall’aspetto ambientale a quello procedurale, passando per i profili sanitari e finanziari, bisogna fare chiarezza. Sarà il tribunale ad accertare se siamo in presenza di un’ipotesi di violazione del diritto alla salute, diritto costituzionalmente garantito”.

Raffaello Papeschi, Sergio Ghiselli, Giuseppe Di Vito, Gianluca Mascagni e gli altri membri della rete spiegano poi con dovizia di particolari le motivazioni che hanno portato a presentare il documento (di due pagine) in procura. In primis emergono le criticità legate agli aspetti procedurali e ambientali: “La concessione edilizia per la costruzione del San Luca – si legge nell’esposto – è in contrasto con il decreto legislativo 267/2000, il quale precisa che la variazione dello strumento urbanistico da parte dell’accordo di programma è efficace solo se vi sia l’assenso del Comune interessato”. Il Comune di Lucca, però, aveva fatto mettere a verbale il suo dissenso ad una variazione del piano strutturale. “La costruzione – ricorda Papeschi – ha determinato il dissesto idrogeologico della zona”.
Poi c’è il profilo prettamente economico-finanziario: qui, a finire sul banco degli imputati, è l’ormai noto project financing. Il costo iniziale del San Luca era di 84 milioni di euro circa, di cui 20,3 a carico del costruttore appunto in project financing: il costo finale però è lievitato fino a 160 milioni di euro e la corrispondente quota gravante sul costruttore si è innalzata fino a 45 milioni. “E’ un onere molto gravoso – spiega Mascagni – che durerà per ben 19 anni e che rappresenterà un costo alto per tutti i cittadini che dovranno usufruire dei servizi non sanitari. Siamo davanti ad una vera e propria fatturazione della sanità”. Mascagni ricorda inoltre come il presidente della Regione toscana Enrico Rossi abbia, non più tardi di ieri, dichiarato di voler sostituire un gran numero di infermieri con operatori socio sanitari, ovvero personale di supporto, utile ma non qualificato. “Sembra quasi che la classe politica non voglia intervenire per non urtare la suscettibilità del direttore generale – tuona ancora il rappresentante dell’associazione ‘Per non morire’ – ma alla sensibilità dei malati chi ci pensa?”.
Il terzo capitolo che compone l’esposto, non meno importante, è quello legato agli aspetti sanitari: “Al San Luca mancano posti letto – spiegano i membri dei comitati in coro – ed è inutile continuare a girarci intorno. Il direttore Joseph Polimeni fa passare le poltrone per letti e questo è inammissibile. La normativa europea prevede 4,8 posti letto ogni 1000 abitanti, mentre per la piana di Lucca ne abbiamo 2,8 (ogni mille persone), a fronte poi di una mole complessiva di 171 mila abitanti”.
Denunce arrivano anche per i tempi di attesa infinita al pronto soccorso e per i cosiddetti “destini”: “Quando una persona non viene fatta passare subito, ma nemmeno è considerata in condizione di essere mandata a casa – spiegano – la sua situazione viene denominata ‘destino’: ecco, ce ne sono a decine al San Luca. Ieri una donna anziana è rimasta su una barella dalle 10 del mattino alle 12 del giorno successivo: è una situazione inconcepibile”.
Il San Luca, ricorda inoltre la rete, non ha a disposizione letti in condizione di degenza ospedaliera per riabilitazione e fase post-acuta: essi sono presenti soltanto nelle strutture a pagamento.

Paolo Lazzari

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