Luigi Accattoli a Lucca per parlare della strage di Farneta

4 marzo 2015 | 14:45
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Luigi Accattoli a Lucca per parlare della strage di Farneta

Un’idea nata nel silenzio della Certosa di Farneta si riverbera nella Chiesa e nella città di Lucca. L’anno scorso, nel 70esimo anniversario dell’uccisione di dodici certosini ad opera dei nazisti, la comunità decise di donare a tutto il clero della diocesi lucchese il libro del giornalista Luigi Accattoli La strage di Farneta (ed. Rubbettino 2014). Un’opera che ricorda quei fatti e quel martirio perpetrato dai nazisti perchè la Certosa osò accogliere poveri, perseguitati, ebrei. Il libro, agevole e adatto al grande pubblico, è scritto da uno dei più noti vaticanisti italiani ed ha il merito di aver fatto conoscere quei fatti, già ampiamente studiati da molti storici, anche fuori dai confini lucchesi. La mattina del 12 marzo all’Isi Pertini di Lucca si terrà un incontro, riservato alle classi terze, quarte e quinte, con l’arcivescovo Italo Castellani, Luigi Accattoli e, uno degli ultimi testimoni rimasti di quei fatti, il 94enne Alberto Palazzi. L’assemblea sarà moderata dal professor Umberto Palagi.

L’altra occasione d’incontro invece sarà aperta a tutta la cittadinanza e si terrà nel salone del Vescovato alle 17,30, sempre giovedì 12 marzo, con un incontro dal titolo Solo l’amore infrange ogni regola. Riflessioni a partire dal libro ‘La strage di Farneta’ di Luigi Accattoli. Qui, dopo i saluti dell’arcivescovo Italo Castellani, interverranno don Bruno Frediani e Luigi Accattoli, i quali contestualizzeranno i fatti di Farneta del 44 nella storia della Chiesa, affinchè emergano sempre più i luminosi tratti di fede e carità testimoniati nel XX secolo da questi dodici certosini: Martino Binz, Gabriele-Maria Costa, Pio-Maria Egger, Bernardo Salvatore Montes de Oca, Benedetto-Maria Lapuente, Adriano Compagnon, Alberto Rosbach, Adriano Clerc, Michele Nota, Giorgio Maritano, Bruno D’Amico, Raffaele Cantero.
Il 12 marzo non è una data casuale. La Commissione Giustizia e Pace l’ha scelta perché liturgicamente, la Chiesa in quel giorno fa memoria di San Massimiliano, patrono degli obiettori di coscienza. Quei certosini infatti, accogliendo poveri, perseguitati ed ebrei, obiettarono alle imposizioni disumane dei nazisti e, in un certo senso, obiettarono anche alla loro rigida vita di silenzio e preghiera, in nome della carità per i fratelli. Famosa la frase del priore di allora, Martino Binz, che, alle molteplici richieste di asilo in Certosa si chiese: “Che cosa farebbe Gesù al mio posto?”. La risposta fu nei fatti, accolse i perseguitati. Per l’occasione è stato creato anche un evento su fb
https://www.facebook.com/events/740067469440186/