Futuro partecipate, dipendenti Gesam: “Pronti allo sciopero”

5 marzo 2015 | 16:47
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Futuro partecipate, dipendenti Gesam: “Pronti allo sciopero”
Futuro partecipate, dipendenti Gesam: “Pronti allo sciopero”
Futuro partecipate, dipendenti Gesam: “Pronti allo sciopero”

Il personale dipendente del gruppo Gesam ha espresso oggi pomeriggio (5 marzo) al centro parrocchiale Le Vele di San Donato tutta la sua preoccupazione circa il futuro che attenderebbe Gesam Spa, Gesam Gas e Luce Spa e Gesam Energia Spa. A prendere la parola, intervallandosi con interventi del pubblico, sono i rappresentati della Rsu aziendale: “Attendevamo risposte dall’amministrazione comunale – afferma Giuseppina Paolinelli, affiancata dai colleghi Tognocchi e Pedretti – ma non siamo mai stati convocati. Eppure la legge di stabilità impone una serie di operazioni imminenti, con una delibera che inciderà sulla struttura societaria pronta a passare al vaglio del consiglio comunale entro il 31 marzo”. L’assemblea intanto rumoreggia: si levano domande e proposte in serie. Il nodo della questione risiede nella imminente ristrutturazione del Gruppo Gesam, attraverso la quale – si legge nella nota preparata dai dipendenti – il gruppo medesimo scomparirà e le aziende verranno delocalizzate. In particolare Gesam Gas e Gesam Energia dovrebbero confluire “in house”, sotto la diretta dipendenza di Lucca Holding, mentre Gesam Spa dovrebbe occuparsi soltanto di distribuzione del gas.

“Il piano di riassetto – spiega ancora Paolinelli – sembra prevedere che il socio privato di Gesam, cioè Toscana Energia, esca da tutte le società del gruppo, tranne Gesam Spa, ricevendo come contropartita una maggiore partecipazione azionaria sulle reti di distribuzione”. Quest’ultimo scenario è tra i più dibattuti: “Come saranno realmente liquidate le partecipazioni di Toscana Energia? – si chiede l’assemblea – Ci pare che qui il fine di riportare la situazione nell’alveo della legalità celi in realtà altri interessi”. Il riferimento va agli ammonimenti giunti da Anac, cioè dall’autorità nazionale anti corruzione, secondo la quale l’affidamento a Gesam di alcuni servizi, come la gestione cimiteriale, sarebbe illegittimo: “Ma con pareri di Anac come questo – tuonano i dipendenti – si riempiono gli scaffali degli uffici romani. In giro si vedono ovunque affidamenti diretti a società simili a Gesam. Anzi: nel caso specifico l’affidamento diretto è giustificato da un servizio inimitabile per la città di Lucca, un qualcosa che altre realtà non farebbero”.
Se davvero l’intenzione è quella di salvaguardare la legalità, dicono le Rsu, bisognerebbe chiedersi se una eventuale cessione di quote a Toscana Energia sia giuridicamente possibile: “Uno scambio azionario del genere – evidenziano i rappresentanti – darebbe luogo ad una posizione dominante sul mercato, creata dalla stazione appaltante, che poi è il Comune di Lucca: questo sì sarebbe illegale”.
Il personale punta poi il dito contro la cattiva gestione dell’azienda, parlando di un patrimonio enorme che rischia di dilapidarsi, riportando Lucca indietro di oltre vent’anni: “L’azienda è devastata – dicono – gli utili sono diminuiti del 30% (2 milioni di euro ndr) a fronte di ricavi che aumentano. Questo significa che salgono le spese. I casi sono due: o gli amministratori sono incapaci, ma allora devono dimettersi, oppure la svalutazione è voluta. Cercano di svendere il gruppo: pensate che sono stati fatti preventivi di allaccio per soli cento euro”. Di fronte ad una cessione del ramo d’azienda i dipendenti si sentono indifesi, privi di voce in capitolo: “Adesso c’è pure il jobs act – dicono – che ci fornisce tutele ancora minori. Eppure il sindaco, in campagna elettorale, aveva detto che non avrebbe svenduto la Gesam”.
Per quanto concerne Gesam Gas c’è stato, invece, un incontro delle Rsu con il presidente Giovanni Iacopetti: “Ci ha assicurato a voce che l’azienda rimarrà a maggioranza pubblica – ricordano – ma se la situazione generale continuerà ad essere questa nessuno può sentirsi al sicuro. Siamo pronti a fare esposti e scioperi ad oltranza, se le cose non cambiano”. Il personale chiede di poter incontrare l’amministrazione per discutere della situazione e, intanto, formula una serie di quesiti: “Quale futuro può avere la città senza un gruppo che, nelle intenzioni, doveva essere potenziato? Esiste un piano industriale strategico per le società che confluiranno sotto Lucca Holding? Quale solidità finanziaria potranno avere queste società senza il supporto della controllante?”. Enigmi, questi, che Palazzo Orsetti è ad ogni buon conto chiamato a risolvere entro il 31 marzo prossimo.

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