Asl 2, associazioni e Regione uniti per contrastare il calo delle donazioni di sangue

Lavorare tutti insieme, Regione, azienda Usl 2 e associazioni dei donatori di sangue per invertire il trend delle donazioni, in calo a livello locale come nazionale, e per far diventare Lucca un laboratorio di iniziative in grado di consolidare il rapporto con i donatori e di rafforzare una sensibilità particolare che si è sempre registrata su questo territorio. E’ l’impegno comune evidenziato nel corso dell’incontro per l’ascolto e il confronto con le associazioni e del territorio dell’azienda Usl 2 di Lucca che si è svolto nei giorni scorsi (nel pomeriggio del 4 marzo 2015) nella sala Piera Sesti dell’ospedale San Luca di Lucca con la partecipazione del direttore del centro regionale sangue della Toscana Valentina Molese, del presidente della Quarta Commissione Sanità della Regione Toscana Marco Remaschi e del direttore sanitario dell’Azienda sanitaria lucchese Lorenzo Roti. L’iniziativa è stata l’occasione per evidenziare ancora una volta il ruolo fondamentale delle associazioni dei donatori di sangue di Lucca, Piana, Mediavalle e Garfagnana nel complesso sistema regionale delle donazioni.
La responsabile della medicina trasfusionale della Usl 2 Rosaria Bonini ha messo in rilievo come nel corso del 2014 e anche nei primi due mesi del 2015, a fronte di un incremento costante del bisogno di trasfusioni, si sia registrata una flessione del numero delle donazioni. Nonostante questo, i centri trasfusionali di Lucca, Barga e Castelnuovo sono comunque riusciti a fornire un contributo importante per l’autosufficienza regionale (solo nei primi due mesi del 2015 sono state inviate 430 unità di sangue ad altre aziende della Regione Toscana).
“L’Azienda Usl 2 – ha detto ai molti donatori presenti all’incontro la dottoressa Molese – è in linea con il livello nazionale: a partire dal 2011 il trend, qui come in ambito regionale e nazionale, mostra una diminuzione. E’ importante invertire questa tendenza e Lucca, che rappresenta un bacino fondamentale, può anticipare la ripresa. La nostra ricchezza sono i donatori abituali e una realtà associativa che copre il 90 per cento delle donazioni. Dobbiamo lavorare tutti insieme per rendere sempre più forte questo rapporto di collaborazione, anche cambiando un po’ il nostro atteggiamento rispetto al passato, donando cosa serve quando serve. Bisogna infatti valutare bene ciò di cui abbiamo bisogno per i nostri pazienti e agire di conseguenza, considerando ad esempio la sempre maggiore rilevanza della donazione di plasma”.
Si è quindi svolta una stimolante discussione in cui i rappresentanti delle associazioni hanno messo in rilievo alcune problematiche che hanno contribuito a far calare il numero delle donazioni ma hanno illustrato anche esperienze in controtendenza, con alcuni gruppi che in questo periodo di difficoltà generale sono riusciti addirittura ad aumentare il loro numero di donatori. Remaschi e Roti hanno quindi sottolineato l’importanza di questo incontro in cui sono emersi approcci diversi da parte delle associazioni dei donatori ma anche un impegno comune a risolvere i problemi e a dare una svolta positiva.
Da parte della Regione Toscana e dell’azienda Usl 2 è stata confermata la volontà di valorizzare sempre più il ruolo dei donatori di sangue e di venire loro incontro, ad esempio migliorando ulteriormente il sistema della prenotazione delle prestazioni al centro trasfusionale, ad esempio facilitando l’accesso alle persone che lavorano. E’ stato presentato anche un innovativo progetto rivolto ai donatori che presentino fattori di rischio cardiovascolari riscontrati al momento della donazione, che propone un percorso di educazione, prevenzione ed eventuali cure che ne tutelino in maniera partecipata e consapevole la salute e l’accessibilità ai servizi, in una visione di salute globale della persona. In base a questo progetto, a cui partecipa con un finanziamento la Regione Toscana, una volta che il donatore avrà effettuato gli esami annuali generali e il medico avrà valutato l’esistenza di questi fattori di rischio, il donatore verrà invitato a sottoporsi ad una visita medica gratuita di medicina complementare ed a partecipare ad un programma di incontri di educazione alla salute.