Orgoglio civico per risvegliare gli orfani del centrodestra






Né nostalgici né (per gran parte) tesserati. Ma sicuramente orfani. E’ una passerella di volti noti e meno noti del centrodestra cittadino quella che sfila al Mai Mai, noto locale dell’Arancio, nel pomeriggio di oggi per Orgoglio Civico (un nome solo provvisorio). Che non è, è bene chiarirlo, né un partito nè un vero e proprio movimento. Ma un tentativo di think tank di una certa area politica che non si riconosce più nei partiti tradizionali. E che vuole partecipare in futuro al dibattito politico senza partire dall’idea di una sconfitta sicura in una regione rossa e sempre più renziana, ma in grado di costruire concretamente l’alternanza di governo degli enti locali.
Un’idea che vede al timone il sindaco di Montecarlo, Vittorio Fantozzi e che ha visto nel parterre diverse espressioni di quella che nel tempo, è stata la diaspora dell’ex maggioranza che ha governato il paese e molte città del comprensorio lucchese. Oltre ai sindaci di Altopascio, Maurizio Marchetti e Marco Borgioli di Chiesina Uzzanese fra personaggi realmente interessati e semplici uditorisi presentano in sala l’ex capo di gabinetto del sindaco di Lucca Favilla, Alessandro Dianda, il coordinatore di Fratelli d’Italia Marco Santi Guerrieri, l’ex presidente della Gesam Claudio Riccardi, il consigliere regionale Giuseppe Del Carlo, l’ex sindaco di Capannori Michele Martinelli e la figlia, Giada, consigliere comunale con “Insieme si può” presente anche con Mauro Celli. Ci sono poi il consigliere comunale di Liberi e Responsabili a Lucca, Lido Fava, i componenti di “Per Lucca e i suoi paesi” Giovanni Pierami e Roberto Dolce. Si vedono anche l’ex presidente del teatro del Giglio, Aldo Casali con il figlio, l’ex assessore al turismo Moreno Bruni e il leader di Casapound, Fabio Barsanti. E in platea c’è anche chi, a suo modo, un percorso simile ha già avviato in città: Michele Francesconi di Agenda per Lucca.
La formula è chiara, fin dall’introduzione affidata a Vittorio Fantozzi e a Massimiliano Paluzzi: non uno sfogatoio sulle delusioni del passato, ma un primo mattone, concreto e postideologico, seppur di area, di qualcosa che è ancora tutto in divenire. Ma che vuole far sentire la sua voce sui temi più importanti: dal turismo alla sicurezza, dalla viabilità all’urbanistica, dal sociale all’occupazione.
“La nostra area – dice Paluzzi nell’introduzione – è sicuramente di centrodestra, ma questo non vuol dire che siamo in aperta contrapposizione con chi governa in questo momento. Cerchiamo di proporre qualcosa di diverso, senza promettere vittorie o poltrone. Vogliamo invertire quella tendenza che ha visto fino ad oggi i partiti partire sempre con l’idea di essere perdenti. Vogliamo risvegliare un centrodestra che non dia più per scontata la sconfitta, che torni ad incontrarsi come da anni non accade più nei partiti tradizionali della zona e che esprima candidature che valorizzino e rappresentino davvero il territorio”. Poi è una passerella di interventi. Fra chi chiede più palesemente una “svolta a destra” e chi, invece, parte dall’elenco degli errori del passato per non ripeterli in futuro.
Quello che è certo è che è nata una “rete”, di contatti e di persone e che guarda al futuro. Con l’orgoglio di essere liberi (parole del sindaco Fantozzi), di partire dal basso e di non essere omologati, nonostante il chiaro riferimento a valori e, per qualcuno, a ideali precisi. La rotta è tracciata, l’obiettivo è solo all’orizzonte.
Enrico Pace