Croce Verde, un ricordo dell’ex presidente Silvano Bechini nelle parole di chi lo ha conosciuto

13 marzo 2015 | 08:50
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Croce Verde, un ricordo dell’ex presidente Silvano Bechini nelle parole di chi lo ha conosciuto

Il 3 marzo scorso ci ha lasciato il dottor Silvano Bechini, per molti anni medico ospedaliero e per molti di più volontario della Croce Verde di Lucca, di cui è stato anche presidente dal 1992 al 2005. Un ricordo, a dieci giorni dalla scomparsa, nelle parole della professoressa Isabella Borella a nome di tutti i membri dell’associazione: “Chi lo ha conosciuto non può dimenticare quello spirito giovanile che lo ha accompagnato fino ai 90 anni da poco compiuti, lo sguardo vivace e la battuta sempre pronta. Proprio ripercorrendo le tappe del suo lungo impegno come volontario si può avere un’idea più chiara del cammino che la Croce Verde di Lucca ha compiuto negli ultimi 60 anni. Bisogna infatti risalire al 1951, quando il neo laureato in medicina Silvano Bechini cominciò a operare come volontario fornendo assistenza sanitaria gratuita agli indigenti che si rivolgevano alla struttura, che allora aveva come attività principali l’assistenza sanitaria e l’accoglienza notturna dei senzatetto. All’epoca l’associazione occupava una sede di modeste dimensioni in via san Paolino e contava, al massimo, un centinaio di volontari. Una tappa successiva, che lo vide protagonista, è il periodo compreso fra il Sessanta e il Settanta, quando la sede fu trasferita in via Brunero Paoli e il dottor Bechini, medico in organico dell’allora Usl di Lucca e da poco consigliere della Croce Verde, continuò il suo lavoro di organizzazione e distribuzione dell’attività dei volontari, sempre più numerosi, sui mezzi di soccorso. Suo compito era anche quello di curare i rapporti con le altre associazioni, non sempre facili a causa dello spirito concorrenziale che allora imperversava nel mondo del volontariato. Negli anni successivi fu lui ad incentivare l’apertura della Croce Verde anche al settore sociale, organizzando, ad esempio, raccolte di viveri e assistenza domiciliare a favore di famiglie bisognose e a farsi promotore di iniziative sportive e culturali, inaugurando, tra l’altro, la pubblicazione di un periodico. Nel 1992 l’esperienza maturata e le competenze professionali portarono il dottor Bechini a raggiungere la presidenza dell’associazione, carica che ricoprì fino al 2005 e che esercitò rimanendo sempre fedele a quei principi di laicità che sono alla base dello statuto. Il suo spirito di iniziativa lo spinse a dare un nuovo incremento al settore sociale, ottenendo, ad esempio, la concessione di un immobile nel centro cittadino da adibire a sede di una casa-famiglia per anziani”.

“Con lui l’associazione – prosegue – mosse i primi passi anche in quel settore che da quel momento usiamo definire del volontariato culturale, promuovendo l’organizzazione di manifestazioni, la collaborazione sempre più frequente con le istituzioni del territorio (come l’Accademia Lucchese di Lettere, Scienze ed Arti) e l’apertura al mondo della scuola. In quegli gli anni il numero delle attività e dei volontari ebbe un incremento notevole, riproponendo, con sempre maggiore urgenza, il problema di trovare una sede più idonea, che fu quella di viale Castracani, inaugurata nel 2002. In una intervista rilasciata al periodico dell’associazione nel 2013, in occasione della celebrazione del 120ennale dell’associazione, alla richiesta di fornire, da volontario ormai ‘pensionato’, qualche consiglio alla Croce Verde del futuro, la sua risposta fu, come al solito, puntuale e concreta: “Continuare a puntare sulla professionalità e sulla serietà, essere sempre più attenti e più capaci di rispondere ai bisogni sociali […] Sviluppare i rapporti con le altre associazioni del territorio per evitare la dispersione di energie, che è ancora più negativa in tempi difficili come quelli attuali. Evitare chiusure ideologiche, aprirsi sempre di più ai giovani, che sono generosi, pieni di entusiasmo e sono portati a capire i bisogni degli altri. […] Infine, ma non perché sia la cosa meno importante, promuovere la pratica della cremazione, che è una delle sfide da vincere in nome dello sviluppo futuro […]. Vogliamo perciò che il nostro ricordo si chiuda proprio con queste parole, che conserveremo come ultimo prezioso consiglio di una mente lucida e lungimirante. Grazie di tutto, Silvano. Un saluto affettuoso da tutti noi”.