Pellegrini Masini: “Almeno il sindaco prenda in considerazione le critiche di Sel”

In consiglio un monocolore Pd. A sottolinearlo è l’ex assessore all’ambiente Giuseppe Pellegrini Masini, che così commenta l’uscita di Sel dalla maggioranza di governo della città (Leggi l’articolo): “Sinistra Ecologia e Libertà – dice l’assessore – ultima componente progressista rimasta nella coalizione che amministra Lucca ha deciso di uscire dalla maggioranza. Poco importa che i suoi rappresentanti in giunta e consiglio comunali decidano di rimanere dentro, la loro è una scelta individuale: resta il fatto che il partito che li ha candidati e sinora indicati come suoi rappresentanti, ha adesso deciso collegialmente di abbandonare la maggioranza. E’ un altro pezzo della coalizione che nel 2012 appoggiò la candidatura di Tambellini che non farà più parte della maggioranza. A poco meno di tre anni dalla sua elezione, prima il sindaco ha espulso dalla maggioranza, senza motivazione pubblicamente dichiarata, l’Italia dei Valori e la Federazione della Sinistra, poi ha evidentemente trascurato le istanze politiche di Sinistra Ecologia e Libertà al punto di arrivare alla sua fuoriuscita“.
“Il sindaco – commenta Pellegrini Masini – dichiara che “non cambia nulla” visto che gli ex rappresentanti di Sel rimangono fedeli alla maggioranza, dimostrando quindi che non ha chiaro o che preferisce disconoscere a comodo il principio di rappresentanza. Eppure i tre partiti progressisti, Sel, Idv e Fds di cui Tambellini si è servito (non trovo parole migliori) per essere eletto, non solo ne hanno difeso la candidatura quando nel suo stesso partito questa era messa in discussione, ma gli hanno anche garantito un sostanziale apporto di voti, visto che più di un elettore su cinque che lo ha votato ha dato la sua preferenza a questi tre partiti. Senza parlare poi del fatto che accettando di essere rappresentati dalla sua candidatura gli hanno risparmiato una candidatura a sindaco in concorrenza riconducibile al centrosinistra ed hanno contribuito a dare un’identità progressista a quella coalizione che altrimenti sarebbe stata, ed adesso è, un monocolore Pd. Sarebbe intellettualmente onesto da parte del sindaco riconoscere i suoi errori e la sua incapacità di fatto di mantenere unita la sua maggioranza ma c’è da aspettarsi che non lo farà, continuando a minimizzare, forse temendo altrimenti di dare il fianco alle critiche dei suoi avversari o più semplicemente e significativamente perché non vede dove sia il problema”.
“Allora c’è da augurarsi – prosegue Pellegrini Masini – che quantomeno il sindaco prenda in considerazione le critiche che Sel ha mosso e che hanno portato a questa rottura, ovvero la sostanziale immobilità di questa amministrazione nel caratterizzare la sua azione di governo secondo quelle linee politiche progressiste che ogni amministrazione di centrosinistra dovrebbe coltivare. Mi riferisco a politiche che l’amministrazione comunale può e deve mettere in atto in particolare negli ambiti sociale, ambientale e della mobilità urbana; ambiti di sua competenza nei quali effettivamente può incidere con politiche a vantaggio dei più deboli e a tutela dell’ambiente urbano e sui quali finora si è mosso troppo poco per fare apprezzare quella discontinuità amministrativa che molti dei suoi elettori cercavano”.
“L’uscita di Sel dalla maggioranza – conclude l’ex assessore – è comunque un elemento di chiarezza che personalmente giudico positivo. Il Pd a tutti i suoi livelli ha ormai portato a compimento una trasformazione radicale che negli anni lo ha portato fuori dal centrosinistra ed in buona sintonia con le destre liberiste con cui ha condiviso il governo nazionale ormai dal 2012 e con le quali trova pericolose convergenze anche in regione, si veda il caso degli emendamenti al piano paesaggistico che il Pd e le destre si apprestano a votare per favorire le lobbies dei cavatori e dei costruttori. A Lucca come altrove il centrosinistra è da ricostruire e sono sicuro che anche qui saprà cogliere il fermento che si vede nel campo progressista europeo, nazionale e regionale per riorganizzarsi e incidere nel dibattito locale magari, perché no, anche dialogando come è avvenuto in altre realtà toscane, con chi non crede più alla destra o alla sinistra ma vuole comunque portare avanti una visione progressista e libera da influenze esterne dell’attività amministrativa“.