Riforma della Provincia, nuova agitazione dei dipendenti

Se non si è ancora davanti ad una rottura, sicuramente i rapporti tra i sindacati e l’amministrazione provinciale sono tesi. Tanto che le sigle unite, Cgil, Cisl e Uil hanno dichiarato un nuovo stato di agitazione, intenzionate a mettere in campo tutte le iniziative “a tutela dei lavoratori” affinché l’iter per gli adempimenti inerenti la riforma delle province a Lucca siano compiuti. Secondo i sindacati infatti il percorso è bloccato. “Il 31 marzo – ricordano le sigle – scadevano importanti adempimenti inerenti la riforma delle province ma a Lucca, sebbene l’Amministrazione Provinciale abbia motivato la propria permanenza fino alla data delle elezioni per poter traghettare i servizi e i dipendenti verso Regione e Comuni e per ridefinire l’assetto organizzativo del nuovo ente di area vasta, la situazione è di stallo totale”.
“La trattativa con la Regione Toscana, non ancora conclusa – si prosegue in una nota -, ha impegnato politici e tecnici in tutto questo primo periodo dell’anno in forma esclusiva ma non ha portato a grandi risultati. La Provincia di Lucca insieme alle funzioni trasferirà alla Regione risorse per oltre 6,2 milioni di euro derivanti da entrate extratributarie ma, sembra ormai assodato, che soltanto un centinaio di dipendenti – a fronte dei 150 finanziabili con tale importo – transiteranno nei ruoli regionali restando nel territorio, mentre un’altra decina , potrà ambire ad un posto in Regione direttamente a Firenze, partecipando a bandi di mobilità regionali. Oltre a ciò però c’è il vuoto: ad oggi la Provincia non ha attivato il confronto con i Comuni per il riordino delle funzioni che la legge regionale ha previsto in transito verso questi enti (turismo, sport, volontariato, terzo settore) preferibilmente in forma associata (e come sappiamo sul territorio esistono solo tre Unioni dei Comuni, Versilia, Mediavalle e Garfagnana); ad oggi non ha presentato il piano di riassetto organizzativo, economico, finanziario e patrimoniale del nuovo ente di area vasta, il primo, vero adempimento previsto dalla normativa, dal quale, a seguire dovevano discendere tutti gli altri: elenchi del personale in mobilità verso Regione e Comuni, elenchi delle professionalità in soprannumero per le quali è prevista la partecipazione ai bandi di mobilità verso altri enti, Comuni del territorio e strutture periferiche dello Stato. E’ stata solo avviata la procedura di messa in mobilità di 48 dipendenti in possesso dei requisiti Pre-Fornero, azione sulla quale l’amministrazione è stata celere senza tuttavia informare preventivamente i dipendenti coinvolti, che dopo una vita lavorativa più che trentennale nell’ente, hanno ricevuto nelle settimane scorse una lettera di risoluzione unilaterale del contratto”.
E’ quanto denunciano le organizzazioni sindacali di funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil provinciali e la Rsu della Provincia che a seguito del mandato dell’assemblea dei lavoratori del 30 marzo hanno avanzato specifiche richieste all’amministrazione provinciale: “Tali richieste – sottolineano i sindacati – sono cadute completamente nel vuoto e, come previsto dalla normativa, hanno comportato la richiesta di attivazione del tentativo di conciliazione presso la Prefettura”.
“L’amministrazione è attualmente interessata soltanto alla trattativa con la Regione – denunciano le organizzazioni sindacali – nella gestione della quale non si sta dimostrando un atteggiamento collaborativo con i sindacati e non si stanno adottando neppure le previste modalità di consultazione sindacali volte a garantire trasparenza e pari opportunità a tutti: si stanno richiedendo da tempo i criteri applicati per l’individuazione del personale di alcune funzioni particolari (pubblica istruzione, progettazione grandi interventi di viabilità regionale) e si sta richiedendo ormai da oltre due mesi il progetto del nuovo ente la cui definizione dovrebbe portare ad individuare i profili del personale in soprannumero da ricollocare sul territorio senza perdere importanti occasioni che già dai prossimi giorni con la pubblicazione della piattaforma nazionale delle mobilità potrebbero rendersi disponibili”. “Inoltre – continuano le rappresentanze dei lavoratori – nonostante quanto apparso sulla stampa in merito alla messa in sicurezza delle indennità dei dirigenti e delle figure apicali fino al 31 maggio, l’amministrazione non ha dimostrato altrettanta sensibilità nei confronti del resto del personale restando sorda alle richieste di apertura della contrattazione sul fondo salario accessorio dipendenti e non fornendo ad oggi i dati relativi alla sostenibilità delle spese del personale per il 2015 e per il 2016. A tutte queste richieste l’amministrazione provinciale non ha dato nessuna risposta danneggiando di fatto tutto il personale. I sindacati esprimono grande preoccupazione in considerazione dell’estrema urgenza di risposte certe ai lavoratori che potrebbero, a causa del perdurare di questa situazione di stallo, perdere occasioni di ricollocazione o parti importanti del proprio salario. Nonostante la campagna elettorale sia in pieno fermento, presidente, Giunta, Consiglio Provinciale e tutto lo staff tecnico di supporto (portavoce, segreteria personale del presidente, dirigenti a contratto) risultano ancora al loro posto con tanto di retribuzioni, indennità di carica, gettoni di presenza e rimborsi spese (parcheggi compresi). Tutto ciò, senza mettere in atto quanto in loro potere per accompagnare l’ente, i servizi alla cittadinanza e i lavoratori verso un riordino che non comporti ricadute negative per tutto il territorio”.
“Il presidente Baccelli che tanto ha decantato il suo interesse per il personale della Provincia motivando così la sua scelta di rimanere a capo della Provincia fino al giorno dell’elezione a consigliere regionale – fanno presente le rappresentanze dei lavoratori – adesso pare interessato più alle inaugurazioni ed alle uscite pubbliche che alla partecipazione ai tavoli istituzionali di riordino o alla ricerca di soluzioni per dare risposte concrete al personale”.