Meningite, Polimeni: “Al S.Luca posti letto sufficienti”

L’Asl 2 è preparata per l’emergenza meningite. Che poi, sottolinea l’azienda sanitaria, di emergenza non si tratta, essendo i dati in possesso della stessa assolutamente in linea con la casistica degli anni scorsi. “Non ne facciamo un caso – tuona il direttore generale Joseph Polimeni – né scadiamo in strumentalizzazioni. Il nostro direttore sanitario Lorenzo Roti ha passato l’intera giornata di ieri (20 aprile, ndr) a lavorare per la task force regionale per affrontare le situazioni che si stanno verificando e quanto è emerso dal confronto, dalla necessità di promuovere le vaccinazioni a tutti gli altri passaggi sanitari e necessari ci dà garanzia sul controllo della situazione e della diffusione del batterio”. “Quello che ci preme – dice ancora Polimeni – è diffondere alcune interessanti regole: la necessità della vaccinazione, seppure non esiste nessun obbligo, per i più giovani e la possibilità di vaccinarsi anche fino ai 45 anni per coloro che sono stati o sono potenzialmente a contatto con persone che hanno avuto la meningite batterica. Per il resto basta seguire alcune semplici regole igieniche: lavarsi accuratamente le mani, non starnutire o tossire senza mettersi una mano davanti alla bocca”. Per il resto la psicosi, pur diffusa in questi giorni, è da evitare: “Non è a rischio chi ha incrociato una persona che ha avuto la meningite salutandola dal treno, non è a rischio chi, come noi, sta parlando tranquillamente a normale distanza. Deve invece effettuare la profilassi chi ha avuto un contatto stretto con una persona con la meningite: che significa un bacio, l’uso in comune di un bicchiere o di uno spazzolino, un rapporto sessuale o cose del genere. Qualcuno non si sottopone alla profilassi anche in questo caso? Non possiamo obbligare nessuno a farlo, sta tutto alla coscienza dei singoli”.
Qualche accenno di polemica è arrivato anche dal fatto che l’ultima persona che si ammalata, l’impiegata 27enne di Lucca, non ha trovato posto per le cure al nuovo ospedale San Luca. La motivazione è presto detta: “In questo caso – spiega Polimeni – si sono sovrapposte due esigenze, vista la gravità del caso: la necessità di terapia intensiva e l’isolamento. Al San Luca abbiamo due posti per casistiche del genere ma sfortunatamente erano già occupati. Ma basti pensare che a Pistoia non ci sono neanche quelli, per questo è stato trovato un posto nella vicina Pescia. Per il trattamento dei casi “normali” di malattie infettive, invece, il San Luca dispone di 14 letti di terapia intensiva e di 16 letti per la terapia subintensiva, anche questa situazione che non in molti possono vantare”.