Esuberi al Giglio, slitta a metà maggio il piano

27 aprile 2015 | 14:31
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Esuberi al Giglio, slitta a metà maggio il piano

Slitterà di almeno due settimane l’attuazione del piano degli esuberi al teatro del Giglio. L’incontro che doveva svolgersi oggi con i sindacati per ufficializzare i prossimi passaggi nell’ambito del tavolo aperto con l’azienda speciale nel febbraio scorso è stato rinviato proprio per mettere a punto gli ultimi dettagli. Al momento, tuttavia, secondo quanto confermato dalla gestione del Giglio alla Fistel Cisl e alla Slc Cgil che seguono la vertenza, gli esuberi restano 8. I primi 5 saranno ricollocati entro la metà del mese di maggio in altre società partecipate del Comune di Lucca (Leggi). La previsione era quello di far scattare i trasferimenti già dal prossimo 4 maggio, ma il teatro si è preso altro tempo aggiornando la riunione con i sindacati e i rappresentanti dei lavoratori a lunedì prossimo.

Per ora sembra che gran parte degli esuberi saranno ricollocati in Lucca Holding Servizi Srl, una società municipalizzata per la quale come è noto è in atto una ristrutturazione per affidare il servizio di riscossione tributi per conto dell’amministrazione comunale. Almeno tre persone dovrebbero essere ricollocate in questo modo, per un’altra si aprirebbero per le porte di Sistema Ambiente ma si sta ancora lavorando nel dettaglio al piano. “Continuiamo ad essere contrari ai modi in cui è stata gestita l’intera vicenda degli esuberi – spiega Federico Fontanini di Fistel Cisl -: si poteva arrivare a questo in tanti altri modi. L’azienda dal canto suo ha confermato che 8 persone dovranno essere ricollocate. Anche se è vero che nessuno perde il posto, vogliamo che si faccia chiarezza sulle politiche di contenimento dei costi del teatro. Per questo motivo abbiamo richiesto i dati relativi agli ultimi bilanci e soprattutto a quello previsionale del 2015. Negli ultimi due anni e mezzo – prosegue Fontanini – è stato fatto molto, ma non basta. Ci sono ancora tanti nodi da sciogliere per quello che riguarda la governance del teatro e, ad esempio, le collaborazioni con le realtà delle città limitrofe, un campo dove, ci sembra, siamo ancora allo stadio dei buoni propositi”.