Processo Chiari, Angelini: non mi sento uno sconfitto

L’inchiesta Volpe nel deserto sull’urbanistica è ancora al centro di un intervento di Piero Angelini, consigliere comunale di Governare Lucca che, all’epoca, con gli esposti presentati alla magistratura fece scattare l’indagine, il cui epilogo, nella fase processuale, è stata l’assoluzione dell’ex assessore Marco Chiari. Angelini riparte da qui per tornare a parlare delle battaglie sull’urbanistica, non fatte chiaramente, sottolinea lui stesso, per alcun tornaconto. L’aggancio all’attualità viene fornito dalla lettura delle motivazioni della sentenza del giudice Mugnaini che osserva come l’azione di Governare Lucca abbia portato a costruire un processo “basato sul nulla”. Dichiarazioni che la formazione politica contesta.
“Noi di Governare Lucca abbiamo sempre portato rispetto alla magistratura e alle sue decisioni – sottolinea Angelini -; così è stato anche per la sentenza di assoluzione di tutti gli imputati del processo Volpe del Deserto, interpretata da molti come una sconfitta politica del sottoscritto e di Governare Lucca; lo stesso rispetto, tuttavia, riterremmo che dovesse essere portato al lavoro e all’iniziativa di quanti, come noi di Governare Lucca, si sono impegnati, in questi anni, sempre in buona fede, a far rispettare la legalità e difendere i beni comuni, nella nostra città. Ci sembra che così non sia stato, quando, nelle motivazioni della sentenza Volpe del Deserto, il giudice, la dottoressa Mugnaini, non solo sostiene che noi di Governare Lucca, con i nostri esposti, avremmo indotto la Procura a imbastire un processo basato sul nulla; ma accompagna questo giudizio con valutazioni severe, che mi riguardano e che io giudico, non soltanto gratuite, perché inserite nelle motivazioni di un processo di cui non facevo parte, ma del tutto infondate, che meritano dunque un qualche commento. La Mugnaini, infatti, dopo avermi definito come il ‘grande accusatore’, come colui che si atteggiava a ‘vero e proprio moralizzatore della vita politica cittadina’ (p. 11), scrive che, in realtà, io ero roso al mio interno da un ‘pregiudizio (ideologico e politico)’ (p. 29), che mi portava a condurre ‘una battaglia quotidiana e senza quartiere’ contro l’amministrazione Favilla ( p. 11), addirittura una ‘guerra’ (p.21 ); con la presentazione degli esposti, dunque, noi di Governare Lucca, avremmo dato origine ad una ipotesi accusatoria, basata sul convincimento ‘che il governo della città di Lucca fosse in mano a soggetti (primo fra tutti il sindaco) che invece di perseguire l’interesse pubblico si erano accordati (dietro compenso) per favorire esclusivamente quello di un privato, individuato in Giovanni Valentini, imprenditore di successo in campo edilizio, promotore, con la società Valore S.p.a, di vari progetti di ampio respiro in alcune aree cittadine e indiscusso artefice della rinascita della calcio Lucchese’ ( p. 13). Ho voluto riportare il passo centrale delle motivazioni della dottoressa Mugnaini, che esprimono a pieno il suo convincimento, da una parte, del nostro comportamento vessatorio nei confronti dell’amministrazione Favilla e, dall’altra, del suo apprezzamento per le qualità professionali e umane del Valentini. La dottoressa Mugnaini – prosegue Angelini – ha ragione, naturalmente, nel mettere in evidenza che, con i nostri esposti, abbiamo messo, ripetutamente, in rilievo che l’amministrazione Favilla ( spesso aiutata dall’opposizione, come nella vicenda dello Stadio) invece di ‘perseguire l’interesse pubblico’ favoriva ‘quello di un privato’; mai, però, al contrario di quel che veniamo rimproverati, abbiamo accusato Favilla e soci di corruzione, cioè di aver fatto quello che hanno fatto ‘dietro compenso’, problema che non competeva a noi affrontare e che non abbiamo mai sollevato. Nei nostri esposti abbiamo semplicemente denunciato Favilla e la sua amministrazione per aver compiuto, indubitabilmente, reati ambientali, precisamente ripetute violazioni della legge urbanistica nell’interesse del gruppo Valore; tra tutte le seguenti: dopo gli sforamenti accertati per il residenziale nell’Utoe 3b, che impedivano l’approvazione del progetto Valore per il Parco di Sant’ Anna, l’amministrazione, con la relazione di monitoraggio del novembre 2009, aveva provveduto ad aumentare illegittimamente di 135.000 metri quadrati la quantità residenziale, solo per assicurarne una parte all’Utoe 3b e dunque per favorire il progetto del gruppo Valore; 2) la Variante al Regolamento urbanistico, adottata il 17/01/2011 ( con il bene placido dell’opposizione, che non partecipava al voto), in palese violazione della legge urbanistica, aboliva incredibilmente le Utoe, solo per permettere che le quantità edificative residue delle altre Utoe, dunque anche quelle direzionali/commerciali, potessero essere assicurate al progetto Valore del Parco di Sant’Anna, che ne era privo; la necessità, secondo la legge urbanistica, di un piano attuativo per il progetto Valore, veniva sostituiva (con l’accordo dell’opposizione) da un semplice permesso a costruire, rilasciato all’interno degli uffici, in modo da evitare che il Consiglio comunale potesse ridimensionare un progetto che permetteva di costruire un numero spropositato di centri direzionali e commerciali, impoverendo così ulteriormente il tessuto economico della città. Di tutte le nostre denunce, contenute nei nostri esposti, la magistratura giudicante, compresa la dottoressa Mugnaini, a differenza di quanto aveva fatto la Procura, non si è affatto occupata, anche perché, pur ammettendo, talvolta, che ci potesse essere stata una qualche violazione di legge, giudicava, (in contrasto con ogni principio giuridico), che essa non presentasse alcun rilievo penale, dal momento che era stata effettuata, di comune accordo, tra maggioranza e opposizione (ovviamente, eccetto noi di Governare Lucca). Naturalmente, per noi, tali giudizi dimostrano, purtroppo, scarsa attenzione nei confronti dei reati ambientali: reati, invece, che per noi, non sono meno gravi, politicamente e moralmente, della corruzione, perché determinano quasi sempre danni gravi al territorio, spesso immodificabili; che incidono, dunque, pesantemente sulla qualità di vita delle future generazioni”.
Il gruppo Valore. “Altrettanto sbagliati – prosegue Angelini – i convincimenti della dottoressa Mugnaini sulle alte qualità professionali del Valentini, rappresentante del gruppo Valore; a suo dire, io avrei portato avanti, al pari di quella contro Favilla, ‘una vera e propria campagna di stampa’ volta a ‘denigrare e demonizzare l’imprenditore Giovanni Valentini e i personaggi politici rei di volerne agevolare i progetti edilizi su Lucca’ ( p. 15); un imprenditore da lei considerato ‘vittima’ del sistema politico ( p. 26); e punito ‘ingiustamente’ dalla situazione di stallo in cui si era venuto a trovare il suo progetto sul Parco di Sant’Anna , che aveva compresso ‘obiettivamente’ (p.29) il suo diritto a vederlo approvato ( p. 25), dopo che era stato adottato, nell’aprile del 2007, dal commissario prefettizio, dottor Lococciolo; un uomo, infine, che ‘dopo un esercizio di pazienza durato anni’, si era visto costretto suo malgrado, con l’assistenza dell’avvocato Toscano, a inviare ‘all’amministrazione una serie di diffide ad adempiere’, minacciando, giustamente per lei, pesanti ‘azioni risarcitorie (per milioni di euro) a carico del Comune’ (p. 25). Convincimenti infondati, abbiamo detto; infatti, per poter esprimere un tale giudizio, la dottoressa Mugnaini deve trascurare del tutto il fatto fondamentale, da noi messo in rilievo, invano, nell’esposto del 29 agosto 2011 e cioè che il piano del Parco di Sant’Anna era stato adottato illegittimamente dal Commissario Lococciolo, confortato, peraltro, da un parere infondato del dirigente dell’Ufficio che ne attestava la conformità urbanistica: infatti, come tutti possono controllare sul sito del Comune, il Regolamento urbanistico, ancora vigente, prevedeva, per le funzioni commerciali/direzionali dell’Utoe 3b, relative al Parco di Sant’Anna, soltanto 8.618 metri quadrati, mentre l’ufficio di urbanistica, al momento del rilascio, aveva computato (in un modo tenuto riservato e dunque, a noi, a lungo sconosciuto) che il progetto Valore aveva bisogno di oltre 30.000 metri quadrati. Il progetto Valore, dunque, non essendo presenti nell’Utoe 3b, fin dall’approvazione del Regolamento urbanistico, nel 2004, le quantità commerciali/direzionali di cui aveva bisogno, non poteva in alcun modo, a norma di legge, essere, né adottato dal Commissario, né approvato legittimamente dal Consiglio comunale. La dottoressa Mugnaini , invece, senza tener conto, come doveva, della disciplina del Regolamento urbanistico, fidandosi soltanto della ‘chiarissima memoria a firma dell’avvocato Giuseppe Toscano’, difensore del Valentini, affermava, sbagliando, che nessun problema era mai esistito per le quantità non residenziali del progetto; e concludeva, perciò, di conseguenza, ma in modo errato, che il gruppo Valore, sulla base del suo diritto violato all’approvazione del progetto , poteva, come già detto, portare avanti un’azione di risarcimento milionario nei confronti della amministrazione: parole pesanti per un’azione di risarcimento che è in corso, anche perché, dopo la cancellazione definitiva del progetto da parte della Regione (anche perché da noi coinvolta, con il nostro ricorso al Tar, nella contestazione dell’adozione della Variante che lo prevedeva), Favilla e Tambellini, facendo un ultimo favore al gruppo Valore, invece di bocciarlo in Consiglio, come dovevano, impedendo così ogni sorta di risarcimento, hanno revocato e annullato le delibere del Commissario, scaricando in tal modo, sull’mministrazione, l’onere di dimostrare, a norma di legge, la necessaria presenza di uno stringente interesse pubblico. Naturalmente, è probabile che il commissario Lococciolo non sapesse che il progetto non poteva essere da lui adottato, per mancanza delle quantità commerciali/direzionali; lo sapevano bene, però, il Valentini e il Pieri, i due progettisti: i quali, presentando un progetto che sapevano essere illegittimo e che pure erano riusciti a far adottare, con la compiacenza del Comune, nell’aprile 2007 – sostiene ancora Angelini -, non possono essere considerati professionisti modello, come ha ritenuto la dottoressa Mugnaini; ma spiuttosto speculatori, che dopo essersi fatto adottare illegittimamente il progetto, se lo volevano far approvare a tutti costi, a suon di diffide, dall’amministrazione. Come sopra detto, la totale illegittimità del progetto non era, all’inizio, da noi conosciuta, perché Favilla, sindaco e assessore all’urbanistica, non aveva mai voluto soddisfare la nostra legittima richiesta di portare il progetto in Commissione urbanistica, per conoscerlo e discuterlo; e aveva sempre tentato di farlo approvare dal Consiglio, con un colpo di mano, a scatola chiusa. Noi di Governare Lucca conoscevamo però, da subito, che il progetto Valore presentava gravi irregolarità, perché, per esempio, non era stata rispettata la prescrizione del Regolamento urbanistico di mantenere a verde il 50% dell’area del Parco. Per far rispettare questo e altri vincoli, i 5 consiglieri di Governare Lucca, insieme ad altri 3 delle liste civiche, avevano presentato, nel febbraio 2008, una mozione che conteneva le rettifiche necessarie da apportare per una corretta approvazione del progetto; rettifiche che io ho cercato di illustrare, poco tempo dopo, anche al progettista Pieri: a lui avevo fatto presente che, se non si fossero rispettate le prescrizioni del Regolamento urbanistico, gli 8 consiglieri avrebbero votato contro il progetto, che, pertanto, non sarebbe stato approvato. Questa mia richiesta, di rispettate le regole, è stata subito interpretata, da un Valentini, che non voleva sentir ragione alcuna, al pari di un ‘ricatto’; ed è stata utilizzata, poi, 3 anni dopo dal Valentini per accusarmi, addirittura ( anche per coprire, nei riguardi dei padroni della Valore, la responsabilità del suo fallimento), di aver fatto all’inizio ( nella riunione con il Pieri ricordata), ‘indebite pressioni’, se non anche un”estorsione’. La querela per calunnia e diffamazione da me presentata contro Valentini e Pieri è stata rigettata, come noto, dalla dottoressa Mugnaini; la quale, addirittura, nelle motivazioni di questo processo, avalla fin da ora l’accusa, a me rivolta dal Valentini, di aver tentato, peraltro senza riuscirvi, di gestire il progetto in prima persona. Comprensibile: tra la parola di un galantuomo come il Valentini ( che pure, nelle intercettazioni, confessa spesso di volermi annientare) e quella di un personaggio equivoco e moralista come me, la dottoressa Mugnaini non ha avuto alcun dubbio a chi credere. In conclusione, dopo i giudizi severi della Mugnaini, che si sommano a quelli già espressi da più parti politiche, si dovrebbe concludere che io e Governare Lucca abbiamo perso su tutta la linea. E, naturalmente, se ci si mette dal punto di vista di una politica basata soltanto sull’apparenza e sul successo, si tratta di una valutazione ineccepibile. Però, invece, se ci si mette dal punto di vista di noi membri di Governare Lucca (dal sottoscritto a Pier Paolo Donnarumma, da Luigi Stefani a Giovanni Santini, da Vincenzo Giorgi a Mauro Giusti, da Alessandro Martini a Giuseppe Giusti, da Emanuela Bolognesi a Laura Favilla, a e Franco Davini, ai tanti altri di Governare Lucca che si sono impegnati, in questi anni, non certo per proprio tornaconto, nelle battaglie politiche che abbiamo ricordato), si può obiettare che, accanto alle battaglie perse (in primo luogo quella sul nuovo ospedale), se ne possono ricordare tante che sono state vinte con il nostro decisivo contributo e che ci ripagano, almeno in parte, di tanti sacrifici e mortificazioni. Senza di noi, per esempio, si sarebbe fatta, senza dubbio, una ristrutturazione dello Stadio, ripiena di uffici e di strutture commerciali, che avrebbe danneggiato gravemente il tessuto economico della città; senza di noi e il compianto presidente di Italia Nostra Mannocci si sarebbe realizzato il demenziale Anfiteatro di Piazzale Verdi, che avrebbe praticamente ‘chiuso’ Porta S.Anna, con lo sperpero, per di più (da parte di Tambellini), di 5.300.000 di euro; senza di noi (e il Comitato di S.Anna) si sarebbe dato vita, soprattutto, al progetto Valore del Parco di Sant’Anna, composto, come ha scritto con benevolenza la Mugnaini, da “duecento nuovi appartamenti, trecento nuovi uffici, cinema multisala, albergo e residenze turistico-alberghiere, parcheggi sia interrati che a ‘raso’, edifici commerciali e direzionali” ( p. 24); la dottoressa Mugnaini lamenta che non sia stato realizzato un progetto, che, a suo avviso, avrebbe dato vita ad ‘un vero e proprio quartiere organico e autosufficiente’ ( p. 23); noi, con la Procura, pur da lei citata (p.23), continuiamo a pensare di aver contribuito a far fallire ‘la più grande speculazione edilizia lucchese del dopoguerra’. Noi di Governare Lucca abbiamo fatto anche altre battaglie: per esempio, per utilizzare soltanto ad uso pubblico gli edifici sanitari dismessi di Campo di Marte, come prescritto dall’articolo 20 della legge 67/1988; per contrastare la vendita a fini speculativi, già decisa da Tambellini (tramite la Finanza di progetto), dei due terzi della Manifattura Tabacchi; per denunciare le manipolazioni nella costruzione e pure nella gestione ( si pensi al parcheggio a pagamento) dell’Ospedale San Luca, da parte dell’Asl 2; per contrastare la costruzione illegale della nuova Coop, di 3.000 mq, a S. Filippo; ecc. ecc. Siamo anche consapevoli, purtroppo, che, dopo le decisioni della Magistratura giudicante, che non ha dato alcun peso ai reati ambientali, indebolendo così, oggettivamente, ogni iniziativa al riguardo della Procura, le battaglie per il rispetto della legalità e della difesa dei beni comuni, nella nostra città, risulteranno, d’ora in poi, per tutti, più difficili”.