Stecca, la Regione chiude lumi. Sichi: tutto in regola

14 maggio 2015 | 17:19
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Stecca, la Regione chiude lumi. Sichi: tutto in regola
Stecca, la Regione chiude lumi. Sichi: tutto in regola
Stecca, la Regione chiude lumi. Sichi: tutto in regola
Stecca, la Regione chiude lumi. Sichi: tutto in regola
Stecca, la Regione chiude lumi. Sichi: tutto in regola
Stecca, la Regione chiude lumi. Sichi: tutto in regola

di Roberto Salotti
Si trasforma ancora una volta in un ring il confronto fra l’amministrazione comunale e gli abitanti del Giardino. Il pomo della discordia è come sempre la rimodulazione del contratto di quartiere, approvato dalla giunta e giudicato ammissibile dal ministero: la gente che vive qui continua a chiedere di azzerare tutto e tornare all’accordo del 2005, sottoscritto dopo una lunga fase di gestazione e concertazione. Al centro delle proteste c’è sempre la Stecca, il “ghetto” come lo chiamano i residenti del quartiere popolare, divenuto quasi il simbolo da distruggere della condizione di marginalità di molti che vivono in questa zona a pochi chilometri dal centro storico.

E l’idea dell’assessore alla partecipazione Antonio Sichi di raccogliere le proposte degli abitanti e delle associazioni per la riqualificazione degli spazi pubblici e delle aree verdi fallisce miseramente. Nessuno, all’assemblea di oggi pomeriggio (14 maggio) all’ex distaccamento della polizia municipale, in via delle Gardenie, vuole fare osservazioni o lanciare idee. Tutti mettono semmai la pregiudiziale dello stop alle modifiche al progetto originario e sia Sichi, che il dirigente comunale Maurizio Tani e Aldo Intaschi, direttore della Fondazione Casa, faticano non poco a riportare la discussione sull’ordine del giorno.
L’argomento interessa, dicono alcuni, eccome. Ma “parlare della riqualificazione del verde e degli spazi pubblici significa accettare tacitamente la modifica del progetto originario”, osserva il primo cittadino che prende la parola all’incontro dove non sono mancati attacchi all’amministrazione comunale, alla Fondazione Casa e anche all’Erp, accusati di fare solo promesse e mantenere famiglie in situazioni di degrado all’interno di alloggi fatiscenti. La tensione arriva alle stelle non solo sulla Stecca, ma anche quando, con grande sforzo, si prova a tornare a parlare di verde, campetti di calcio e parchi gioco. La gente si irrita quando sente l’assessore e Intaschi sottolineare che nel progetto originale non erano previsti. Levata di scudi.
VIDEO – Sale la tensione all’assemblea
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A passare all’attacco tra gli altri è Giovanni Pierami. L’ex vicesindaco ed esponente di Per Lucca e i suoi paesi fa nuovamente le pulci alla rimodulazione del contratto. Proprio lui qualche tempo fa ha ottenuto un incontro in Regione con il dirigente del settore Giovannoni, presentando la documentazione relativa al progetto modificato e sollevando numerose questioni. “A cominciare – spiega Pierami – dalla assoluta mancanza di concertazione su di esso. I cittadini sono stati messi di fronte al fatto compiuto. E ora viene chiesto loro di esprimersi soltanto per la parte che riguarda gli spazi pubblici e il verde, dopo che nella modifica al progetto sono stati ridotti gli stanziamenti previsti per la piazza, di circa 280mila euro, per i parcheggi e l’illuminazione pubblica di circa 118mila euro e per il verde sono stati previsti soltanto 50mila euro in più”. Non solo. Pierami ha anche sollevato dubbi sui 14 alloggi della Stecca e sulle modalità con le quali verranno assegnati. In particolare sul ruolo che avranno Fondazione Casa e Gvai. Sulla base di queste osservazioni il dirigente regionale ha inviato una lettera all’amministrazione comunale, giunta un paio di giorni fa, chiedendo lumi sulle procedure di affidamento previste per gli alloggi. Questo perché le ristrutturazioni e la riqualificazione della Stecca prevedono un finanziamento regionale e l’affidamento potrà avvenire soltanto attraverso un bando. Secondo quanto è stato spiegato anche dall’assessore Sichi e da Intaschi, il dirigente ha osservato che gli alloggi dovranno essere affidati secondo la legge regionale 96 del 1996 per la quale non si prevedeva ancora un affidamento degli alloggi con carattere temporaneo. L’amministrazione comunale, invece, intende prevedere anche questa condizione e ha già pronta la risposta al dirigente, che verrà inoltrata già domani: “Pierami forse non sa – ha detto Sichi – che la legge 96 è stata mandata in pensione lo scorso 31 marzo dalla legge 41 del 2015, che prevede l’assegnazione anche in situazioni di emergenza temporanea”. “Quanto poi al ruolo di Fondazione Casa e Gvai, questi soggetti – spiega Sichi – hanno una funzione di supporto e di accompagnamento per questi soggetti svantaggiati e nulla hanno a che vedere con l’affidamento che, ripeto, avverrà assolutamente tramite bando come prevede la Regione”.
Ma qui il dibattito ormai ha preso una strada che porta ad un nulla fatto e che alla fine costringe l’amministrazione a far rompere le righe e a sciogliere l’assemblea.
L’incontro era partito con i migliori propositi, introdotto dall’assessore Sichi che aveva invitato i cittadini a fare le loro proposte sul verde e sugli spazi pubblici, ammettendo anche che “le indicazioni date finora – ha detto – non sono assolutamente vincolanti ed è per questo che l’amministrazione vuole raccogliere le proposte della gente. I tempi sono stretti: entro 15 giorni vogliamo procedere con la definizione degli spazi e delle realizzazioni e serve il contributo di tutti. Nel frattempo è stato pubblicato un nuovo bando per lo sviluppo del lotto che prevede negozi e uffici in un’area di 4.300 metri quadrati. E’ stato necessario per il fallimento della Colliva che era il soggetto che aveva presentato la sua offerta al Comune. L’operazione che è a costo zero per il Comune dà in carico al privato la realizzazione di un edificio di dimensioni minime di 300 metri quadrati da utilizzare per attività di socializzazione e aggregazione per il quartiere”.
“Non siamo disposti a percorrere questa strada e a proseguire la discussione – ha detto per tutti un cittadino presente all’assemblea -: non si può modificare un progetto e pretendere di concertare con gli abitanti soltanto le proposte per il verde pubblico, quando nella nuova versione del contratto si tagliano risorse per la piazza e l’illuminazione pubblica”.
L’invito di Sichi a restare sul tema dell’incontro non ha alcun esito e tra residenti inizia la bagarre. C’è chi accusa il Comune, chi l’Erp. E c’è perfino chi quando si parla di parchi e orti sociali (che Palazzo Orsetti vorrebbe realizzare in zona) se la prende, per questioni personali, con i vicini di casa. Proprio per questioni di terreno e pertinenze. La rissa verbale alla fine convince tutti a chiudere l’incontro e l’assessore Sichi a lanciare l’ultima proposta: “Chi lo vorrà potrà presentare le proprie osservazioni e indicazioni su spazi pubblici e verde, entro dieci giorni, all’amministrazione comunale”. I contributi, che dovranno essere indirizzati a: m.tani@comune.lucca.it, saranno raccolti e valutati entro lunedì 25 maggio. Dopo di che, se non ci saranno suggerimenti, l’amministrazione comunale procederà sviluppando direttamente l’ipotesi presentata ieri nella riunione, che prevede tre tipologie di spazi a verde: uno di tipo sportivo con la realizzazione di un campo da calcio, uno rivolto alle famiglie e ai bambini piccoli con giochi e attività dedicati e uno rivolto alle persone anziane, con la possibilità di realizzare un campo di bocce, orti sociali, secondo un’esperienza già attivata con successo da diverse amministrazioni locali della Toscana e del Paese.
La sensazione dopo il nuovo round di oggi è che nessuno, dal quartiere Giardino, lo farà.

FOTO – L’assemblea al quartiere Giardino