Restaurato dipinto sotto il loggiato di Palazzo Pretorio

21 maggio 2015 | 13:50
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Restaurato dipinto sotto il loggiato di Palazzo Pretorio
Restaurato dipinto sotto il loggiato di Palazzo Pretorio
Restaurato dipinto sotto il loggiato di Palazzo Pretorio
Restaurato dipinto sotto il loggiato di Palazzo Pretorio
Restaurato dipinto sotto il loggiato di Palazzo Pretorio

Grande evento artistico stamani (21 maggio) a Palazzo Pretorio con la cerimonia di scopertura dell’affresco raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Pietro, Paolino e angeli, meglio conosciuta come Madonna della Libertà. L’opera, commissionata nel 1613 dal governo della Repubblica di Lucca al pittore lucchese Paolo Guidotti, detto Cavalier Borghese, ha rivisto la luce dopo mesi di lavori di restauro recentemente realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, rappresentata dal vicepresidente della Fondazione Crl, Maido Castiglioni e Marcello Petrozziello, accompagnati dal sindaco Alessandro Tambellini e dal parroco Don Lucio Malanca.

A descrivere l’operazione svolta nel riportare alla luce questo gioiello dell’arte hanno pensato i due restauratori, specificando nel dettaglio che l’opera aveva avuto già in precedenza opere di restauro che avevano modificato l’affresco dalla sua struttura d’origine. Grazie allo studio di materiali antichi e fotografie si è potuto seguire il tratteggio originale rispetto a quello reinventato. Nel 1613 il Governo della Repubblica di Lucca commissiona al pittore lucchese Paolo Guidotti, detto il Cavalier Borghese (Lucca 1560-Roma 1629) una grande tela raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Pietro, Paolino e angeli da collocarsi nell’unico spazio aperto di uso pubblico esistente all’interno delle mura e precisamente il loggiato del Palazzo Pretorio o del Podestà, in Piazza S. Michele.
Una collocazione così importante era dovuta al grande prestigio e riconoscimento che i lucchesi tributarono al pittore, di nascita cittadina, ma di formazione romana, ritenuta all’epoca la capitale artistica, per l’importanza delle sue opere collocate tra l’altro nella Biblioteca Apostolica Vaticana, nel Palazzo del Laterano e sulla Scala Santa. Ebbe tale successo che il Cardinale Scipione Borghese, nipote del Papa Paolo V, consentì al Guidotti di fregiarsi del nome dei principi Borghese.
L’affresco forse a causa del degrado dell’intero edificio o per il deterioramento che aveva subito fu distaccato negli anni ’90 e applicato su un supporto di vetroresina (stessa tecnica degli affreschi staccati da S. Francesco dalla Cappella Pagnini, e dalla Chiesa del Mercato del Carmine), fu portato a S. Giuliano Terme dove è stato danneggiato dalla recente alluvione del fiume Serchio nel dicembre del 2009, che ha completamente allagato il deposito che lo custodiva.
L’affresco ritrovato dal dottor Mauro del Corso, presidente degli Amici dei Musei di Pisa era stato segnalato alla dottoressa Patrizia Giusti Maccari, presidente degli Amici dei Musei di Lucca e si trovava nel laboratorio Galileo Restauri di Pisa.

Valentina Polieri