Scuola, volantinaggio di protesta contro la riforma Renzi






Sulla scia di martedi (19 maggio), giornata di mobilitazione nazionale contro il disegno di legge sulla riforma della scuola del governo Renzi, insegnanti e lavoratori del personale Ata del coordinamento scuole di Lucca e Dintorni, hanno organizzato diversi presidi di fronte a molti degli istituti della Versilia dove lavorano: ieri (21 maggio) all’ istituto comprensivo di Gallicano e alle scuole medie Chelini di Lucca, oggi alle scuole medie primarie e alle scuole primarie di Altopascio e Ghivizzano. All’orario di apertura si sono presentati davanti ai loro istituti con cartelloni, volantini e vestiti di nero per far conoscere ai genitori e al personale di quelle scuole la loro assoluta contrarietà e la loro estrema preoccupazione per la volontà del governo Renzi di imporre al paese e al parlamento il disegno di legge soprannominato Buona Scuola.
Le azioni continueranno nei prossimi giorni in tutte le scuole della Lucchesia, e culmineranno con un’assemblea pubblica che si svolgerà mercoledì (27 maggio) al Foro Boario a Lucca, alle 17, dove si discuterà della proposta di legge attualmente in parlamento denominata La Buona Scuola, “una controriforma – la definiscono dal coordinamento – che aggraverà pesantemente la situazione della scuola pubblica, senza risolvere alcun problema, fatta contro il parere di tutto il mondo della scuola, che il 5 maggio ha aderito allo sciopero più massiccio della scuola mai visto (oltre l’80 per cento di adesioni) e che lo stesso giorno è sceso in piazza a manifestare in tutta Italia, insieme a tantissimi cittadini (oltre mezzo milioni di persone)”.
“A quella enorme espressione di dissenso – proseguono dal coordinamento – da parte di tutto il mondo della scuola, il governo Renzi ed il Partito Democratico non vogliono dare nessun ascolto e, ignorando ancora una volta il parere dei cittadini, vogliono andare avanti imponendo al parlamento il disegno di legge. Per questo nelle giornate dette i lavoratori della scuola, in Lucchesia come in moltissime parti di Italia, sono tornati a manifestare la loro netta opposizione alla Cattiva Scuola di Renzi: si tratta di un provvedimento che non investe nella scuola pubblica, ma finanzia le scuole private e stravolge il ruolo stesso della scuola. Viene introdotta la figura del preside-padrone dal potere decisionale spropositato: in maniera del tutto arbitraria sceglie chi insegna nella propria scuola e valuta chi sono i pochi “meritevoli” cui assegnare gli aumenti di stipendio, oltre a decidere il piano didattico del proprio istituto. Le aziende potranno finanziare le scuole controllandone la didattica, mentre si prevede il finanziamento delle singole scuole da parte di famiglie ed imprese (mentre non si assicurano le risorse dello stato), con la conseguente creazione di poche scuole di serie A con molti fondi e di molte scuole di serie B. Agli studenti verrà imposto il lavoro gratuito in azienda per moltissime ore e senza nessuna garanzia formativa. Vengono tagliati altri 2.000 lavoratori del personale Ata, mentre per oltre 150mila precari si prevede un’espulsione di massa dalla scuola, dopo anni di insegnamento e costosi corsi di abilitazione. I neoassunti saranno insegnanti di serie B senza diritti: destinati a fare supplenze e ad insegnare materie su cui non sono abilitati, sempre sotto ricatto del licenziamento. Un progetto di scuola autoritaria e aziendalista, da rigettare nel suo complesso, che distruggerà la Scuola Pubblica se non sarà fermato”.
“Ben altre – chiude la nota – sarebbero le misure capaci di garantire una scuola pubblica di qualità per tutti, come quelle indicate nella Legge di iiniziativa popolare per la scuola: massicci finanziamenti alla scuola pubblica, al livello dei paesi più avanzati, da investire in edilizia e strutture e nell’ampliamento dell’organico, a cominciare dalla stabilizzazione di tutti i precari che lavorano da anni nella scuola. Solo così sarà possibile migliorare la qualità della didattica e ridurre gli alunni per classe. Una scuola più democratica e senza padroni assoluti, dove la libertà di insegnamento sia salvaguardata”.