Una fiaccolata sulle mura contro la riforma della scuola

2 giugno 2015 | 09:20
Share0
Una fiaccolata sulle mura contro la riforma della scuola

Una fiaccolata sulle mura per dire no alla riforma del governo Renzi. E’ quanto hanno organizzato per venerdì (5 giugno) alle 21 i sindacati della scuola Flc Cgil, Snals, Cisl, Gilda e Cobas. L’appuntamento per il concentramento e per la distribuzione dei lumini per la fiaccolata è a porta Santa Maria.
La manifestazone rientra nei tanti eventi organizzati per chiedere “il ritiro del ddl sulla Cattiva scuola – si legge in una nota del sindacato – e un decreto legge stralcio per l’assunzione di tutti i precari che lavorano da anni nella scuola”.
“Invitiamo – è l’appello dei sindacati – tutto il popolo della scuola pubblica a partecipare: docenti, Ata, studenti, genitori, cittadini democratici che hanno a cuore la scuola pubblica della Costituzione. I manifestanti parteciperanno portando ciascuno un lumino votivo che avranno cura di non disperdere nell’ambiente al termine della manifestazione”.
A spiegare il significato della protesta, che è a livello nazionale, il portavoce nazionale dei Cobas, Piero Bernocchi: “Gli schiaffoni elettorali affibbiati a Renzi, al suo governo e al Pd – dice – hanno molte motivazioni, ma quella prevalente attiene, a parere generale, alle politiche neoliberiste del governo nei confronti del lavoro e ancor più all’attacco sferrato stoltamente contro tutto il mondo della scuola: un attacco così violento da aver provocato il 5 maggio il più grande e unitario sciopero generale della scuola di sempre, evento che si ripeterà nei prossimi giorni con il plebiscitario sciopero degli scrutini che, partito dai Cobas, ha coinvolto tutte (anche questo senza precedenti) le organizzazioni sindacali. E tra questi due eventi gi scioperi contro i quiz Invalsi, da noi promossi, hanno visto la straordinaria partecipazione dei genitori (che hanno lasciato a casa i propri figli alle elementari il 6 e il 7 maggio) e degli studenti il 12 maggio ed hanno annullato un terzo delle prove a base di indovinelli”.
“Di fronte a questa plebiscitaria opposizione e ai negativi risultati elettorali – prosegue Bernocchi – (che poi sono la vera preoccupazione per chi ha il Potere come unica bussola dell’agire politico), qualsiasi leader politico o governo farebbe marcia indietro e nello specifico abbandonerebbe la catastrofica idea di consegnare le scuole a dei presidi-padroni secondo il pessimo modello aziendale alla Marchionne, con un uomo solo al comandoâ: ma per il momento non sembrerebbe che questa elementare “saggezza” stia emergendo nel governo Renzi. Dunque, sarà decisiva l’estensione unitaria della protesta che bloccherà gli scrutini in tutta Italia, richiedendo il ritiro del Ddl e l’emanazione di un decreto per l’assunzione stabile dei precari, secondo quanto indicato dalla Corte di giustizia europea”.
In Toscana il blocco degli scrutini indetto dai Cobas è fissato per l’11 e 12 giugno. “Ogni docente – spiegano i Cobas – potrà scioperare la prima ora di ogni suo scrutinio e sarà sufficiente lo sciopero di un solo docente per farlo rinviare. La trattenuta sarà oraria ed i Comitati e Assemblee di sciopero unitari, che si sono costituiti, faranno in modo che l’onere sia ripartito tra il maggior numero di docenti”.
“Con questo disegno di legge inoltre – aggiunge la Cgil, che domani terrà una conferenza stampa a Firenze per presentare le iniziative di protesta – si umilia il personale, si attacca il contratto nazionale, si fa pagare al precariato le colpe dell’amministrazione che lo ha generato e si introducono pericolosi elementi che aprono le porte al clientelismo. Qualcuno, ad esempio, dovrebbe spiegare perché si vuole sostituire con la chiamata diretta l’attuale modalità di individuazione dei docenti visto che quella attuale rispetta il merito (tutti hanno superato un concorso o una procedura selettiva) e assicura trasparenza ed equilibrio tra scuole. Troppo spesso non si parla dei reali contenuti e dell’intero impianto del disegno di legge. Lo si presenta con pillole: slides, video, lettere e spot senza entrare nel merito dei contenuti e senza nessun contraddittorio con chi ne conosce i contenuti. Dopo lo sciopero del 5 maggio sono state numerose le iniziative aperte nelle quali sono stati discussi i veri contenuti della riforma a seguito delle quali si è allargato il fronte delle alleanze. Ciò nonostante, il governo persiste nel non creare nessun momento di confronto, anzi alimenta apparenti momenti di ascolto; per questo sono confermate tutte le inziative del 5 giugno e lo sciopero di un’ora nelle prime due giornate degli scrutini. Inoltre il Ddl non affronta i veri problemi quotidiani della scuola: prima di pensare a mirabolanti progetti di riforma si deve garantire l’ordinario, nella piena consapevolezza della situazione, mettendo in condizione l’amministrazione e il suo personale di lavorare al meglio delle proprie possibilità”.