
Filcams Cgil, arriva la risposta dura alla nota di Aduc nazionale, favorevole alla liberalizzazione degli orari del Carrefour e dei centri commerciali in generale (Leggi l’articolo). “I sindacati – dice il segretario provinciale della Filcams Cgil, Umberto Marchi – non vogliono l’apertura per ben altri motivi di quelli dichiarati da Donvito, hanno infatti paura dei posti di lavoro di coloro che oggi lavorano a Carrefour Lucca. Donvito non conosce sicuramente Lucca e neppure l’ubicazione del negozio, sarebbe bene quindi si astenesse da asserzioni populiste senza alcun senso. Afferma che abbiamo timore di perdere potere contrattuale e non vogliamo nuovi posti di lavoro e qui dimostra non conoscere i fatti, Carrefour non fa alcuna assunzione, anzi, forse Donvito non sa che hanno licenziato in diverse parti d’Italia e oggi si vanno ad applicare contratti di solidarietà”.
“Le motivazioni sono ben altre della nostra presa di posizione – spiega Marchi – La prima: Carrefour Italia è in perdita e anche Lucca sta vivendo una situazione veramente pesante. Da quando ha aperto non è mai riuscita a chiudere bilanci in utile e negli anni ha sempre chiesto sacrificio ai lavoratori lasciando pezzi di contrattazione di secondo livello e in altri territori questa società ha chiesto deroghe al contratto nazionale di Confcommercio che per altro non applica poiché è passata a Federdistribuzione, quindi senza riconoscere il rinnovo contrattuale appena fatto. Nei mesi scorsi a Lucca è stato siglato un accordo per far lavorare anche ai part-time le domeniche, almeno 16 in un anno devono farne a fronte di non utilizzare, o farlo marginalmente lavoratori interinali, questo per abbassare i costi. Nei giorni scorsi, anche se abbiamo fatto l’accordo, la società ha deciso di aprire la sera utilizzando proprio personale interinale, quindi quei costi che dovevano essere abbassati solo la domenica, oggi aumentano perché questi lavoratori lavoreranno tutte le sere. Il nostro pensiero a questo punto va oltre l’accordo e si ferma proprio a quello definito “esperimento” da Carrefour con le aperture serali”.
“E se non funzionasse la sperimentazione portando ancora più perdite? – si chiede Marchi – La società potrebbe decidere di chiudere Lucca mettendo sulla strada oltre 140 famiglie. E qui sta la nostra protesta. Non si fanno sperimentazioni sulla testa delle famiglie. La seconda cosa invece è che dovremmo smetterla di parlare dei consumatori, il presidente Aduc afferma che in molti casi i tempi dei consumatori combaciano con quelli lavorativi. Dove? Abbiamo dipendenti che lavorano dalle 8,30 alle 21 e che non possono andare a fare la spesa? Fosse vero, e non lo è poiché non esistono lavoratori che fanno 12 e mezzo di lavoro ininterrotte tutti i giorni, il sabato non si può andare a fare spesa? Oggi addirittura il consumismo e la globalizzazione hanno portato contrariamente a quanto asseriamo, anche le domeniche e pure i festivi stanno aperti e addirittura si plaude alle aperture serali perché il consumatore possa ponderare meglio agli acquisti da fare. Non scherziamo. Noi siamo contro questo sistema di aperture selvagge: a farne la spesa come sempre saranno i lavoratori del commercio, dopo le battaglie delle domeniche, ora ci sono quelle per le aperture serali e dietro l’angolo 24 ore su 24. Poi la chiesa si lamenta delle troppe separazione e divorzi. Certo. Se una coppia non sta mai insieme, se le famiglie non riescono a parlarsi, a scambiarsi i problemi perché devono favorire i clienti che devono venire con calma a fare la spesa e avere grande riflessione sugli acquisti, fa bene la chiesa a dire che questo non è il sistema giusto. Non ci fermiamo mai, si pensa solo alla produttività senza dare più importanza alla famiglia e alle cose belle della vita, una vita dedita al lavoro invece che alla famiglia”.