Provincia, dubbi tra i dipendenti per il post Baccelli

3 giugno 2015 | 16:10
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Provincia, dubbi tra i dipendenti per il post Baccelli

Lo straordinario successo elettorale conquistato da Stefano Baccelli, neo-eletto consigliere regionale, desta qualche preoccupazione fra le fila di sindacati e dipendenti provinciali, sebbene rappresenti al tempo stesso un’occasione per dare voce al territorio in altre sedi istituzionali. Con l’accettazione del nuovo incarico, infatti, Baccelli dovrà lasciare la carica di presidente della Provincia, lasciando vacante il posto ed aprendo la strada a nuove incognite sul futuro dell’ente che già è protagonista di profonde trasformazioni.
Giovanna Lo Zopone, di Fp Cgil, torna a fare il punto sulle questioni ancora irrisolte legate alla riorganizzazione dell’istituzione provinciale, augurandosi che nella nuova veste di consigliere regionale Stefano Baccelli possa portare a Firenze come a Roma la voce del territorio e dei dipendenti, mettendone in luce criticità ed esigenze.

“Le problematiche rimarranno sostanzialmente le stesse – osserva – quelle per cui ci siamo battuti in questi ultimi mesi di scioperi e proteste. In primo luogo sono troppo poche le persone che andranno in Regione: si parla di 114-115 dipendenti, contro i 140 che inizialmente erano stati prospettati. Non si spiega il perché di questa percentuale così bassa, pari al 23%, contro il 28-29% di Province come Pisa e Grosseto che contano all’incirca gli stessi impiegati di Lucca, anche in considerazione del fatto che le entrate extra-tributarie nella Provincia di Lucca sono considerevoli (più di 6 milioni annui) e sicuramente più consistenti di quelle di altre realtà. L’auspicio – dichiara – è quello che il presidente uscente, nei panni di consigliere regionale si faccia portavoce del territorio anche nei confronti del governo, perché i tagli che ha comportato la finanziaria sono insostenibili, anche perché, per come si configura al momento la situazione del personale, rimarranno nell’ente di area vasta 200 persone, che, in caso la legge dovesse essere modificata, andrebbero ad aggiungersi ai 115 da ricollocare. Il territorio – conclude – perderà presidi importanti, che consentivano di dare voce anche ai Comuni più piccoli: cosa succederà dopo? E’ chiaro che se le decisioni sulla formazione professionale, sulla protezione civile e su tutti gli altri aspetti basilari si prenderanno a Firenze, il territorio non avrà modo di influenzare la programmazione di quella gamma di questioni su cui dovrebbe esercitare un peso. Mi auguro che la voce di Baccelli possa essere d’ora in poi ancora più incisiva ed efficace sul versante della salvaguardia delle varie realtà territoriali”.
Un collega sindacalista, dipendente provinciale, nutre dei dubbi sul post-Baccelli, con riferimento al cambio di guardia alla presidenza, che verrà provvisoriamente assunta dal sindaco di uno dei Comuni della Provincia. “In base alla legge Delrio – spiega – il presidente uscente sarà sostituito da un commissario, scelto fra i sindaci della Provincia: una manovra che riteniamo controproducente, perché un primo cittadino ha già una città da amministrare, con il carico di lavoro che questo comporta e, di conseguenza, occuparsi anche delle problematiche e delle esigenze dell’ente provinciale potrebbe rivelarsi un compito eccessivamente gravoso, con il rischio di sacrificare una delle due realtà. Per formulare pronostici più precisi, i tempi sono tuttavia ancora prematuri”.

Jasmine Cinquini