Confcommercio: serve un piano delle funzioni per il centro

9 giugno 2015 | 12:47
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Confcommercio: serve un piano delle funzioni per il centro

In merito alla questione delle liberalizzazioni varate dal Governo Monti e dei suoi effetti sul tessuto commerciale del centro storico di Lucca, con particolare riferimento al settore alimentare, Confcommercio intende esprimere alcune valutazioni al riguardo. “Il tempo – si legge in una nota dell’associazione di Palazzo Sani – sta dimostrando alcuni gravi errori commessi dal Governo Monti, caduti sopra le teste degli italiani proprio nel momento di massima esplosione della crisi economica. Si pensi alla recente sentenza della Corte Costituzionale sul blocco della rivalutazione degli assegni per i pensionati. Ma c’è un altro settore dell’attività del Governo Monti che purtroppo ci riguarda molto da vicino ed è quello delle liberalizzazioni: è evidente che anche qua ci siano tanti aspetti da rivedere”.

Guardiamo – prosegue Confcommercio – cosa sta accadendo ad esempio nel centro storico di Lucca, dove si assiste da tempo a una serie di aperture indiscriminate di attività commerciali, soprattutto nel settore della somministrazione alimentare a 360 gradi, che sta producendo gravi danni all’intero comparto. Oggi, infatti, si assiste a una offerta che è del tutto sproporzionata rispetto alla domanda”. “Sia chiaro – insiste l’associazione di Palazzo Sani – che Confcommercio non intende in alcun modo sposare una linea di difesa corporativa di chi opera nel settore da tanto tempo, quanto piuttosto impostare un ragionamento serio su uno sviluppo commerciale della città in armonia col suo tessuto e le sue dimensioni. Si prenda il caso del suolo pubblico: oggi ci sono vie del centro storico dove le richieste sono del tutto sproporzionate rispetto alla metratura effettivamente disponibile, con gli imprenditori che si trovano a litigare per avere più spazio l’uno rispetto all’altro. Forse una strada da percorrere con maggiore insistenza, per chi intende entrare nel mondo del commercio, potrebbe essere quella di rilevare un’attività già esistente, visto che i costi non sono poi così difformi da quelli previsti per aperture ex novo, e al tempo stesso offrono possibilità di sviluppo molto interessanti”. “In tutta Italia – chiude Confcommercio – sono tante le amministrazioni locali che si stanno interrogando su quale sia la migliore strada da intraprendere per lo sviluppo delle rispettive città, valutando in certi casi anche l’ipotesi di sospendere temporaneamente le nuove aperture a tutto il settore della somministrazione alimentare; elemento, questo, che impone doverose riflessioni anche a noi, in attesa che venga redatto un adeguato piano delle funzioni”.