Fisco e autoriforma al centro del congresso Acri a Lucca

Intensa mattinata di lavori oggi in San Francesco per la prima giornata del congresso nazionale dell’Acri, che riunisce fondazioni di origine bancaria e casse di risparmio. Alti interventi istituzionali hanno aperto la seduta prima che si entrasse nel merito affrontando il tema della partecipazione nelle quote di proprietà delle banche, del carico fiscale e del ruolo delle fondazioni nel panorama nazionale.
Ad aprire la seduta il messaggio inviato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Le sofferenze nei bilanci delle banche – ha detto – frenano il credito a famiglie e imprese. La lunga crisi economica lascia un segno pesante sul sistema bancario, appesantito da prestiti in sofferenza che ancora limitano la possibilità di rilanciare il credito all’economia reale, mentre sono stati richiesti considerevoli sforzi di rafforzamento del patrimonio per presidiarne la stabilità. La tutela del risparmio e lo sviluppo del paese passano, in questa fase delicata, da una strategia in linea con importanti obiettivi di interesse pubblico e un’elevata dimensione etica”. Parole di apprezzamento da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al protocollo di intesa tra tesoro e fondazioni di origine bancaria che ha portato all’adeguamento dei principi guida di investimento e di governance della fondazioni. “Diversificazione degli investimenti, trasparenza, indipendenza, criteri ben definiti per gli organi societari sono passi che vanno nella giusta direzione per confermare il ruolo della Fondazioni, elemento significativo della sussidiarietà che arricchisce il tessuto della società italiana”.
Significativa l’apertura del presidente Acri, Giuseppe Guzzetti che ha parlato dei diversi impegni delle fondazioni di origine bancaria. Dalla Fondazione con il Sud alla Cdp, all’housing sociale, dai servizi alle persone più in difficoltà all’arte, alla cultura e alla ricerca le Fondazioni svolgono un ruolo cruciale per il sociale, ma sono ancora, ha detto, “largamente sconosciute, quando non mistificate, come leggo perfino in atti parlamentari”. “Quello delle Fondazioni, delle Casse, dell’Acri è un mondo in cui credo e per esso mi sono battuto, perché ritengo che finora sia stato un vantaggio competitivo per il Paese: un mondo che più volte nella sua storia ha avuto il coraggio e la forza per rinnovarsi, lasciando lungo la strada i vincoli e gli orpelli del passato che avrebbero potuto essere un freno al rinnovamento, conservando, invece, le radici di una storia che fonda sulla solidarietà e l’interesse collettivo del Paese il motore primo del proprio agire: un agire fondato su Coesione, Sviluppo, Innovazione, come recita il titolo di questo Congresso”, afferma. Certo, conclude, “le Fondazioni da sole non sono in grado di risolvere nessuno dei grandi problemi del Paese, ma possono sperimentare nuove soluzioni, fare rete con altri soggetti dando un contributo importante ai servizi alla persona, all’arte e cultura, all’ambiente, alla ricerca scientifica”.
Il protocollo siglato da Acri e Mef “è un segnale – ha proseguito – di grande responsabilità e maturità da parte delle nostre fondazioni che dimostra la loro decisa volontà di fare un ulteriore passo avanti nel virtuoso percorso di dare maggiore efficacia e trasparenza alla loro attività, nel rispetto della propria autonomia e indipendenza. Con l’accettazione del protocollo le fondazioni ritengono opportuno definire parametri di efficienza e di efficacia operativa e gestionale ancora più stringenti rispetto al passato, assumendo l’impegno di applicare criteri di condotta comuni in ordine a una pluralità di fattori, riconducibili a tre principi: la riduzione del rischio; la rendicontazione; la loro autonomia e indipendenza da soggetti terzi. Non si può, infatti, dipendere per la realizzazione della propria attività istituzionale, che è quella filantropica, dai risultati di un investimento troppo concentrato su un unico asset. Ho piena consapevolezza del salto anche culturale, e potrei forse dire affettivo, che la scelta di un ulteriore allentamento dei rapporti con la banca conferitaria comporta soprattutto per quelle fondazioni di minori dimensioni legate a casse profondamente radicate sui territori”. “Peraltro si tratta di una scelta nel loro stesso interesse, le vicende dell’ultimo periodo hanno mostrato come per alcune fondazioni la pervicace determinazione a tenere legato il proprio destino a quello della conferitaria sia, alla fine, risultato penalizzante per entrambe diversificare il proprio portafoglio di investimenti non annulla i rischi, ma certo li contiene. E questa non è un’opinione, ma una legge economica”.
Le Fondazioni bancarie lamentano l’aumento della pressione fiscale determinata dal combinato disposto tra il rialzo dell’aliquota sulle rendite finanziarie e la riduzione della franchigia sui dividendi. Un’apertura arriva da Enrico Morando, vice ministro dell’economia, nel suo intervento al Congresso. “Dobbiamo lavorare – dice – anche verso gli investitori di lungo periodo, quali sono le Fondazioni. Nella finanziaria del 2015 abbiamo da una parte aumentato l’aliquota sui capital gain dei fondi di pensioni integrativi ma contemporaneamente abbiamo stabilito che, sulla base degli investimenti realizzati orientati al sostegno dell’economia reale europea, non si poteva scrivere italiana per rispetto delle norme comunitarie, il prelievo sul capital gain sia decisamente inferiore. Questa stessa metodologia credo si possa applicare alle Fondazioni”, ha detto Morando.
“Sappiamo che sul trattamento fiscale delle fondazioni di origine bancaria dobbiamo trovare un punto d’equilibrio tra le esigenze delle comunità e quelle dello Stato”, ha detto infine il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, in un videomessaggio. Per quanto riguarda il terzo settore, di cui fanno parte le fondazioni, “dobbiamo costruire nuovi strumenti – ha concluso – tenendo presente la pluralità dei soggetti del terzo settore che comunque hanno come obiettivo il bene comune. Dobbiamo continuare il confronto in atto e confermo la disponibilità del mio ministero”.