
Scissione Gesam, scintille in commissione. E non solo per le implicazioni che la nascita delle due società “per gemmazione” da Gesam Spa comporta, ma anche per la scelta della Gesam Gas e Luce di dotarsi di un nuovo immobile commerciale sulla circonvallazione in viale Europa, con le inevitabili implicazioni per la circolazione dei veicoli (Leggi l’articolo).
Fra le questioni principali il futuro della Gesam Reti post-scissione e in vista della gara unica provinciale per scegliere il gestore del gas. E’ emerso infatti che sarà una scelta quella che dovrà attuare il Comune attraverso la Lucca Holding: investire del denaro per acquistare “in solitaria” l’intera rete gas provinciale per i prossimi 12 anni; allearsi con chi già detiene le reti (in primis Toscana Energia) rischiando di parcellizzare il proprio ruolo nella nuova società oppure vendere la propria parte di rete. Il tutto per un ordine di grandezza complessivo che dovrebbe aggirarsi fra ii 100 e i 150 milioni di euro.
Scocca la polemica soprattutto sul tema degli investimenti: per Martinelli (Forza Italia), infatti, è a rischio l’indotto delle aziende di settore per il passaggio dei servizi di Gesam Energia sotto l’ala diretta del Comune di Lucca.
La commissione partecipate, presieduta ancora da Virginia Lucchesi (Lucca Civica) anche se a margine della seduta si è nominato il nuovo presidente, all’ordine del giorno aveva proprio il tema dell’attuazione della delibera di consiglio che dava mandato a Lucca Holding di iniziare le procedure per la scissione asimmetrica di Gesam Spa, dividendo i servizi che non possono più, per legge, essere gestiti da privati dai servizi più propriamente commerciali, come appunto la vendita del gas e della luce e la gestione delle reti.
La scissione “asimmetrica” di Gesam Spa
A spiegare cosa avverrà, o dovrebbe avvenire, è il presidente di Gesam Spa, Ugo Fava: “La scissione – dice – avverrà in tre fasi. Innanzitutto ci sarà la predisposizione del cda della società di un progetto di scissione che poi va comunicato all’assemblea dei soci che ne prende visione e la approva o non la approva. Poi il progetto pubblicato e dalla data di pubblicazione al registro delle imprese devono decorrere sessanta giorni per dare modo ad eventuali soggetti che ne abbiano interesse di impugnare la delibera di scissione. E’ necessario in questa fase individuare gli asset che compongono le due masse dove si vanno a collocare le varie unità aziendali, il personale da trasferire a Gesam Reti e quello da collocare a Gesam Spa (o servizi o comunque si chiamerà la nuova realtà). Di modo che non si trasferisca molto personale in capo alle società che sono del 100 per cento del Comune per non gravare sui costi fissi per il personale di Palazzo Orsetti. Di certo c’è, però, che i soggetti che, ad esempio, attualmente lavorano e sono specializzati nei servizi cimiteriali seguiranno i servizi cimiteriali, lo stesso avverrà per chi lavora in Gesam Energia. Poi ci sono funzioni generiche che devono trovare una loro sistemazione”.
“Tutte le prospettazioni che si fanno – prosegue Fava – devono tenere conto della privatizzazione e dell’eventuale accordo con Toscana Energia. La società, infatti, che si viene a creare deve poter partecipare alla gara in maniera autonomia a prescindere dal partner. Va composto il patrimonio dell’una società rispetto all’altra e questo comporta riflessi essenziali sul piano economico, tenendo fermo il fatto che si deve trattare di società che abbiano autonomia dal punto di vista funzionale ed economico”.
“Non è detto comunque – entra nel vivo il presidente Fava – che nella post scissione si vada in minoranza in Gesam Reti. E’ una scelta che va fatta. Se, infatti, la parte privata vuole la maggioranza con aumento di capitale deve pagare. Se vogliamo invece non mettere fuori soldi, in caso di aumento di capitale, stiamo comunque lavorando affinché restino tutti i presidi giuridici che permettano di mantenere sul territorio il più possibile, senza delocalizzazione o perdita di potere contrattuale. Proprio ieri (17 giugno, ndr) abbiamo avuto un incontro con il nostro studio legale per mettere tutti i paletti necessari soprattutto nei quorum deliberativi con la maggioranza qualificata”.
“L’argomento del rischio della polverizzazione della quota – aggiunge l’amministratore di Lucca Holding, Andrea Bortoli – interessa e appassiona. Ma dobbiamo partire da alcuni elementi oggettivi. Quando si dovrà andare a gara, infatti, le regole delle gara prevedono che il partecipante si impegna ad acquistare tutta la rete provinciale e siccome Gesam è proprietaria di circa il 37-38 per cento della rete le opzioni sono varie. Servono soldi per acquistare il resto delle reti, il cui 60 per cento è di Toscana Energia e il resto di piccoli gestori, più quelli per gli investimenti da fare nell’arco di 12 anni. Questo significa che, una volta fatta la scissione non siamo arrivati a nulla. Come Gesam Reti o cerchiamo un finanziamento di qualche tipo, o cerchiamo un partner che porta pezzi di rete e che comporta di sicuro di andare sotto la quota di maggioranza. Gesam Reti, insomma, sarà una testa di ponte per chiunque verrà in provincia di Lucca per gestire il gas o sarà il luogo dove Gesam si organizza per gestire da solo le reti, ma gli ordini di grandezza dal punto di viste economico finanziario sono questi”.
Il presidente Fava, parla poi delle ipotesi di possibili parner: “Se i partner sono -dice – di carattere industriale sarebbero invasivi a livello di governance, mentre partner preminente finanziari invece, non avendo i dirigenti tecnici, privilegiano l’investimento sul business”. Per Bortoli, comunque, resta “difficile mantenere una trattativa riservata e garantire allo stesso trasparenza al consiglio comunale. Per di più in un ambito in cui è difficile prospettare affari per la difficoltà di determinare la remunerazione dell’investimento visto che le tariffe per l’utilizzo delle reti le stabilisce l’autorità dell’energia elettrica e del gas”.
La polemica nasce tutta da una richiesta del consigliere di Forza Italia, Marco Martinelli, preoccupato che, con il ritorno di alcuni dei servizi e società oin house tutto ciò possa incidere sugli investimenti a causa del patto di stabilità. La questione riguarda soprattutto i contratti Sinergo e Calore, con il conseguente rischio che la rimodulazione dei servizi, a detta del consigliere azzurro, incida pesantemente non tanto sull’occupazione quanto sull’indotto delle aziende che lavorano nel settore. “Una volta rientrati in house – dice la presidente Lucchesi – i contratti potranno essere rimodulati, ma il problema non è se il Comune vorrà fare o meno certi investimenti ma come allocare le risorse”. Sul tema interviene ancora Bortoli, prima respingendo le polemiche a termini di legge: “Ribaltando il discorso – dice a Martinelli – continuare a garantire gli investimenti come è ora attraverso Gesam Energia significa eludere il patto di stabilità tramite le partecipate. E questo non si può fare secondo le norme attuali. Ci stiamo impegnando per questo affinché le decisioni siano del consiglio comunale perché bisogna fare in modo che il consiglio comunale decida se la partecipata deve investire 1, 2 o 3 milioni su questo o quell’altro intervento. Altrimenti è facile prendere decisioni con responsabilità che gravano sugli amministratori della società”. “Non è un caso – aggiunge l’assessore Lemucchi – che i problemi dei Comuni vengano per la gran parte dalle partecipate. E comunque non bisogna scordarsi che, attualmente, il 40 per cento degli utili di Gesam va al socio privato”. Dopo, invece, sarà possibile, come ha sottolineato anche Pagliaro (Pd) rimodulare gli investimenti del Comune. Affermazioni, quelle dell’amministratore e del consigliere, che Martinelli interpreta come una conferma alle sue affermazioni: “Mi avete dato ragione – dice – Gli investimenti con il passaggio dei servizi di Gesam Energia al Comune saranno ridotti. E questo comporta ripercussioni sull’economia locale e per le aziende di settore”.
Il capogruppo del Pd, Francesco Battistini, ci tiene comunque a ribadire che non c’è rischio occupazionale: “Se si vuole nascondere sotto la preoccupazione degli investimenti la questione dell’occupazione lo ribaisco subito. Nessuno perderà il posto di lavoro ed è ingeneroso strumentalizzare la cosa”. Peraltro sia l’assessore Lemucchi sia il presidente Fava nei mesi scorsi hanno incontrato i sindacati confermando che tutte le risorse umane troveranno collocazione nelle nuove società.
Il regolamento di gruppo
Ok al regolamento di gruppo da tutte le società della galassia Gesam. Al momento tutte le assemblee delle società, è emerso in commissione, hanno deliberato e adesso, nella loro autonomia, spetta ai cda l’approvazione. Il cda di Gesam Gas, peraltro, di fatto ha già adottato la delibera che è praticamente conforme a quella del’assemblea.
“L’ultimo fotogramma per i consiglieri comunali – dice l’amministratore di Lucca Holding, Bortoli – è la delibera del 31 marzo per la razionalizzazione, diventata anche oggetto di interrogazioni varie e dibattito. E’ doveroso aggiungere il fotogramma dell’assemblea di Gesam Spa del 28 aprile. L’assemblea oltre ad approvare il bilancio, esprimendosi sempre all’unanimità, ha condiviso il percorso e dato mandato di attuare il progetto di scissione e al presidente di portare in cda il gradimenti dell’assemblea del regolamento di gruppo”.
Per Gesam Spa il regolamento di gruppo, che sostanzialmente determina che le decisioni più importanti della vita della società devono ricevere via via il placet del Comune di Lucca, non è stato ancora approvato “perché la pratica spiega ancora Bortoli – è stata rimandata al dopo scissione, quando ci saranno una società totalmente controllata dal Comune di Lucca, che non avrà problemi per l’adozione, e una a più soci che, per la sua missione di partecipare alle gare d’ambito, potrebbe avere qualche handicap in più se fosse troppo raccordata con il Comune, che è anche la stazione appaltante della gara d’ambito”.
Il consigliere di Forza Italia, Maarco Martinelli, ha richiesto compia dell’assemblea dello scorso 28 aprile e di tutti gli atti successivi, scatenando un’ulteriore polemica sulla liceità di diffondere atti interni di società che prevedano la partecipazione di un privato. Questioni che dirimerà la stessa Holding dopo l’eventuale richiesta di accesso agli atti del consigliere.
Enrico Pace