Fondi sfitti e case abbandonate: l’altra faccia di S.Anna
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Sant’Anna e San Donato, dietro la facciata di quartiere residenziale ben tenuto non tutto è in ordine. Basta fare una lunga passeggiata per le strade dei due popolosi paesi per capire cosa va e cosa non va.
Uscendo da piazzale Verdi, dopo Porta Sant’Anna si viene accolti dal verde dell’esterno delle mura per poi arrivare in viale Puccini, il cuore di Sant’Anna. Qurtiere ricco di grandi appartamenti, case e villette private, strade principali appena ristrutturate, rotonde ben tenute ed adornate dal verde e da un complesso scultoreo, come quella davanti a Piazzale Italia. Certamente un quartiere ben tenuto, ma non mancano le criticità: l’erba alta in via Paganini e in via Ferraris, l’atavica mancanza del marciapiede nel viale Luporini. A insistere su questa situazione anche la crisi degli esercizi commerciali e delle aziende. Molti, infatti, i fondi sfitti o gli edifici abbandonato, con il loro inevitabile decadimento. L’elenco è lungo. Si parta dall’ex centro usato della Tomei Motors a piazzale Italia a casi simili in viale Puccini dove non sono più occupati due ex lavanderie e una clinica veterinaria. In via Pisana stessa situazione per altri due fondi commerciali che non hanno trovato un nuovo gestore. Anche per quanto riguarda le abitazioni la situazione non cambia molto: si va da piccole abitazioni abbandonate in via Pisana ad appartamenti e grandi edifici lasciati al deterioramento causato dal tempo.
L’esempio più lampante è in via Carignani: un palazzo in mezzo a due grandi appartamenti, ancora in costruzione, ma i lavori sono sospesi. Per evitare intrusioni sono stati chiusi gli ingressi ma l’accesso a quello che dovrebbe diventare il parcheggio sotteraneo è accessibile. Il cancello è spalancato e questo permette a chiunque l’intrusione. E in effetti ci sono segnali di presenza di occupanti nella zona. Poco distante si trova un edificio abbandonato tra la via di San Donato e la via Pisana. Anche qui le entrate sono sbarrate ma l’ingresso al giardino è aperto a tutti e, data la massiccia presenza di mozziconi di sigarette, indumenti, bottiglie e altri oggetti vari, si presume una intensa attività notturna. Subito accanto un altro casolare abbandonato chiuso al piano terra ma con le finestre del primo piano accessibili.
Una situazione complessa, legata anche alla crisi dell’edilizia privata, che rischia di rovinare l’immagine dei quartieri della prima periferia. Situazione che, comunque, non ha un preciso responsabile se non la crisi economica che, in primis, ha colpito le aziende di costruzioni e il commercio. Con le naturali conseguenze anche per il paesaggio urbano.