Nessuna offerta, va deserta la gara per le quote Salt

di Roberto Salotti
Nessuna offerta presentata nei termini previsti e la gara del Comune per la vendita delle quote Salt va deserta. E’ l’esito della procedura attivata da Lucca Holding Srl per alienare in un unico lotto tre milioni e 690 mila azioni, di cui consiste la partecipazione azionaria di Palazzo Orsetti nella società, pari al 2,31% del totale (Leggi). La cifra di vendita a base d’asta era cospicua: la Holding si aspettava, infatti, di incassare qualcosa come 16 milioni e 678.800 euro da questa partita, ma le quote messe all’asta a 4,52 euro ciascuna non sono risultate appetibili per nessuno. Stamani (26 giugno) alle 12 – termine ultimo indicato dal bando – nessuna offerta era stata presentata alla Holding e oggi alle 15 alla sede di via dei Bichi il dirigente comunale Graziano Angeli non ha potuto far altro che prendere atto che la gara era andata deserta.
“Volevamo sondare il mercato – spiega l’amministratore unico di Lucca Holding, Andrea Bortoli – e verificare l’appetibilità delle quote che l’amministrazione detiene in Salt. Evidentemente, se, nonostante la pubblicità che ne abbiamo fatto a livello nazionale, nessun investitore si è presentato alla gara, quel tesoro che molti negli ultimi giorni hanno indicato come patrimonio da conservare al Comune non luccica così tanto”. Parole che l’amministratore della Holding pronuncia riferendosi alle polemiche sollevate soprattutto dalle opposizioni, a partire da Laura Giorgi del Movimento Cinque Stelle, fino ad una mozione approdata in consiglio e poi respinta, con la quale si chiedeva di bloccare l’operazione (Leggi).
Le strade che si aprono adesso sono diverse. Sicuramente però l’invito di verghiana memoria a “conservare la roba” – suggerito dalla consigliera Cinque Stelle – non sembra destinato ad essere un consiglio di cui terrà conto l’amministrazione.
In primo luogo, adesso, c’è la possibilità di dare il via alle trattative private con soggetti eventualmente interessati all’acquisto delle quote, ma dopo la gara andata deserta un minimo di svalutazione del prezzo di vendita sarà inevitabile. Come nell’ipotesi in cui si decida di indire una seconda vendita all’asta, una procedura prevista dai regolamenti e già esplorata ad esempio dall’amministrazione provinciale che dopo alcuni tentativi è riuscita così ad alienare la sua partecipazione in Salt. “Una cosa è sicuramente certa – commenta ancora Bortoli -: nessuno ha intenzione di svendere le quote. Fin da ora ci adopereremo nella ricerca di possibili acquirenti, con l’obiettivo di mantenerci entro la soglia del 5% di sconto rispetto all’importo a base d’asta della gara appena andata deserta”. Una percentuale che, in caso di un secondo tentativo di vendita all’asta, dovrebbe innalzarsi però attorno al 10%.
Sicuramente a pesare in negativo su tutta quanta la partita il fatto che tra quattro anni scadrà la concessione governativa. Le incertezze su eventuali proroghe o rinnovi evidentemente hanno finora scoraggiato il mercato.
Leggi anche: Il sindaco: “Nessun dietrofront sulla vendita delle quote Salt”