Banco ambulante in piazza S.Michele, La Tana del Boia torna all’attacco

1 luglio 2015 | 21:27
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Banco ambulante in piazza S.Michele, La Tana del Boia torna all’attacco
Banco ambulante in piazza S.Michele, La Tana del Boia torna all’attacco
Banco ambulante in piazza S.Michele, La Tana del Boia torna all’attacco

Una nuova puntata della guerra fra il locale La Tana del Boia e il Cicci’s Banco, il banco ambulante alle spalle della chiesa di San Michele. La titolare della Tana Del Boia, Francesca Valle, torna alla carica scrivendo a Comune e Soprintendenza: “La presente – dice – per mostrare agli interessati la situazione ad oggi in merito all’occupazione di suolo pubblico in piazza San Michele. Dopo la determina dirigenziale a firma del dottor Graziano Angeli dello scorso 9 giugno,  con cui si andava a individuare esattamente la collocazione del banco della ditta Cicci’s Banco Sas, l’ufficio suolo pubblico mi notificava un’integrazione alla concessione di suolo pubblico con cui si prescriveva il collocamento di detta concessione a “un metro dell’occupazione di buccellato Taddeucci”. Faccio presente che la sottoscritta ha provveduto ad adeguarsi alle direttive contestualmente alla notifica, chiedendo all’agente che ha notificato l’atto di restare sul luogo affinché potesse verificare ed indicare senza ombra di dubbio alcuno lo spazio che mi veniva destinato”.

“Nella determina – prosegue la titolare – il dottor Angeli, oltre ad indicare dove il banco monti (senza titolo autorizzativo e a mio solo danno), indica esplicitamente anche che l’occupazione da parte di Cicci’s banco dovrà essere di 9 metri quadri a terra e la parte aerea potrà sporgere di non più di un metro per lato: dal momento che il dirigente individua in 6 metri la lunghezza del banco, ne consegue che quest’ultimo dovrebbe essere largo non più di 1,5 metri, e gli ombrelloni dovrebbero essere in definitiva massimo 8 metri per 3,5. Com’è possibile vedere chiaramente da foto allegata, nulla è cambiato rispetto a qualche mese fa o all’anno scorso: Cicci’s banco occupa tutta la proiezione a terra dei suoi ombrelloni di dimensione 4 metri per 4 e addirittura al momento monta un tavolo aggiuntivo sulla sinistra del banco che sporge dai suddetti ombrelloni”.
“Come sempre – prosegue – ovviamente nulla è cambiato neanche per quanto riguarda l’oscuramento totale della mia attività, dal momento che la titolare quotidianamente provvede ad appendere una tenda agli ombrelloni per pararsi dal sole dall’una di pomeriggio fino all’ora in cui smonta (che d’estate è da prescrizione le 20 con un’ora di comporto che puntualmente viene in parte utilizzata). Dal momento che ad oggi mi sono pervenuti i verbali per “occupazione abusiva” rilevati in due giorni consecutivi, e più precisamente relativi ai giorni 1 e 2 giugno scorsi, quando previo avviso a codesta amministrazione e motivatamente, vista la mancanza di riferimenti precisi, ho spostato i miei arredi ponendoli a norma di regolamento Cosap, mi piacerebbe sapere come mai, laddove sui verbali a me indirizzati sia previsto “l’obbligo di rimozione delle opere abusive”, nel caso del banco ciò non sia stato effettivamente realizzato in più di un anno di accertamenti. C’è da domandarsi se la situazione sia figlia della mancanza di acume dei dirigenti dell’organo di polizia preposto ai controlli o se in realtà manchi semplicemente la volontà di ripristinare la legalità: in soldoni, basterebbe effettuare il controllo dopo aver verificato le autorizzazioni (tante volte ce ne fosse ancora bisogno) e imporre alla titolare il ripristino delle misure autorizzate pena la sospensione dell’autorizzazione”.-
“Resta però evidente – chiude Francesca Valle – come la legalità a Lucca vada ripristinata e fatta rispettare solo da alcune attività, dal momento che ieri mattina dal nucleo annona mi hanno comunicato che sulla questione del come e quanto monta il banco loro non interverranno più e che quindi la titolare del Cicci’s banco potrà continuare a compiere abusivismo senza controllo e nella più assoluta tranquillità.  Vorrei a questo punto sapere, dal dottor Angeli in particolare, sulla base di quale fondamento giuridico tale condotta da parte della signora Biancheri sia considerabile accettabile, dal momento che egli stesso ebbe a definire il mio momentaneo spostamento a norma di regolamento “un atto di assoluta prepotenza”: tengo in particolar modo a ribadire che io ho sempre affermato che per me il banco potrebbe tranquillamente essere posto in posizione migliorativa e magari con aumento della superficie, purché mi venga liberato lo spazio compreso nel prolungamento dei muri interni della mia attività, e che nei giorni in cui ho occupato davanti il mio locale non ho mai impedito alla signora Biancheri di lavorare occupando lo spazio compreso fra i tavoli di buccellato Taddeucci e i miei”.
“Gradirei inoltre sapere dal signor sindaco o da chi per esso chiude la titolare – conclude la nota – presa visione della foto scattata dal mezzo del sagrato della Chiesa, se nella sua opinione il comportamento della titolare del banco non rappresenti un danno alla mia attività: in buona sostanza vorrei sapere se in tale foto riesce a vedere alcunché del mio negozio (insegna a norma o vetrine) al di là del banco e del tendone che ogni giorno la signora, come detto prima, appone. Questo dal momento che secondo il dirigente Angeli tale oscuramento sarebbe cosa di poco conto e non tale da giustificare un provvedimento di spostamento provvisorio del banco che, sebbene l’articolo 46 comma 2 del regolamento al commercio su aree pubbliche lo metta in condizione di poter effettuare autonomamente, egli non ha mai voluto provvedere a disporre adducendo motivazioni inconsistenti. Inoltre chiedo a questo punto di capire anche la posizione della Soprintendenza ai beni culturali, dal momento che stiamo parlando di piazza San Michele in Foro e non di uno slargo di periferia: secondo il soprintendente è normale e accettabile quel che vede in foto o solo i banner del Summer Festival e il tendoni di manifestazioni paganti sono da perseguire? Perché onestamente siamo in tanti a domandarci come mai in qualche caso faccia sentire la sua autorità indipendente dalle scelta della nostra amministrazione e in qualche altro invece si trinceri dietro un’impossibilità di intervento se da quest’ultima non espressamente interpellata. Ovviamente mi scuso, ora come sempre, per i toni, che sicuramente sono definibili quanto meno irriverenti: ma in ultima analisi vorrei sapere se il signor sindaco e gli assessori interessati possono, in qualità di cittadini, in tutta coscienza definire il modus operandi e il comportamento dei loro dirigenti osservanti dei fondamentali principi di imparzialità, legalità, trasparenza e rispetto del lavoro altrui necessari, a mio avviso, per svolgere adeguatamente il ruolo per il quale sono stati assunti”.