Stefani (Fipe Confcommercio): “Danni al comparto della ristorazione dalle liberalizzazioni selvagge”

3 luglio 2015 | 09:40
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Stefani (Fipe Confcommercio): “Danni al comparto della ristorazione dalle liberalizzazioni selvagge”

Sulla questione delle cosiddette “liberalizzazioni selvagge” decretate dall’ex governo Monti, interviene con alcune considerazioni Benedetto Stefani, presidente di Fipe ristoratori Lucca, nonché componente della giunta nazionale di Fipe. “Su tutto il territorio comunale di Lucca – afferma Stefani – si assiste da tempo a una serie di aperture indiscriminate nel settore della somministrazione alimentare a 360 gradi, che sta producendo gravi danni all’intero comparto. Oggi, infatti, l’offerta è del tutto sproporzionata rispetto alla domanda. Ci viene detto che le liberalizzazioni non lasciano margini di manovra ai Comuni, ma in realtà sappiamo che in tutta Italia ci sono tante amministrazioni locali che si stanno interrogando su quale sia la migliore strada da intraprendere per lo sviluppo delle rispettive città, valutando in certi casi anche l’ipotesi di sospendere temporaneamente le nuove aperture a tutto il settore della somministrazione alimentare”.

“Ma non c’è solo un problema di sovrannumero – prosegue Stefani -: sul territorio, infatti, esistono numerose attività alimentari artigianali che, pur non avendo i requisiti di legge dal punto di vista strutturale e igienico – sanitario per la somministrazione assistita, nel mancato rispetto delle normative vigenti effettuano una vera e propria attività di ristorazione, somministrando alimenti e bevande con l’utilizzo di arredi e strutture non loro consentiti e servizio ai tavoli”. “A questo proposito – insiste il presidente di Fipe ristoratori Lucca -, chiediamo una revisione dei coefficienti di controllo che preveda un aumento dei controlli stessi per queste attività artigianali. Preme ricordare che il nostro sindacato ha già portato la questione all’attenzione delle amministrazioni comunali di Lucca e Capannori, anche per iscritto, ma è ovvio che di più non possiamo fare. I controlli non spettano certo a noi, non siamo sceriffi, ma siamo sicuri che le violazione delle normative che regolamentano il settore della ristorazione rappresentino una evidente forma di concorrenza sleale per tutte quelle attività che invece devono sottostare a normative restrittive e complesse”.