Piano telefonia: “Da comitati e ambientalisti sì con riserva”

4 luglio 2015 | 12:37
Share0
Piano telefonia: “Da comitati e ambientalisti sì con riserva”

Piano della telefonia mobile, un sì condizionato quello delle associazioni ambientaliste nell’osservatorio permanente che ha evaso ieri (4 luglio) l’indicazione delle aree preferenziali per l’installazione di nuove antenne sul territorio comunale. Lo spiegano in una nota Legambiente, Ambiente e Futuro, Italia Nostra e Comitati Antielettrosmog di Lucca: “L’incontro ha messo in evidenza – dicono – le criticità sia dal punto di vista della minimizzazione ai campi elettromagnetici che dal punto di vista dell’impatto ambientale delle stazioni radio base le quali, oltretutto, incidono su una perdita consistente del valore degli immobili. Comunque il percorso partecipativo è culminato con tre assemblee pubbliche organizzate dall’amministrazione comunale e svoltesi a Ponte a Moriano, San Concordio e centro storico. Il Piano Della Telefonia Mobile era datato al 2006/7 e pertanto necessitava di un consistente aggiornamento anche rispetto alle nuove disposizioni di legge dello Stato e della Regione Toscana. Al termine della riunione, prima che avvenisse la votazione sull’intero procedimento, le associazioni ambientaliste e i comitati antielettrosmog, hanno ritenuto opportuno riunirsi per censurare alcuni comportamenti dei gestori della telefonia mobile i quali vorrebbero imporre l’installazioni di stazioni radio base al di fuori dei siti preferenziali e in luoghi sensibili come scuole, ospedali e in vicinanza di centri densamente abitati”.

“L’abuso più macroscopico – spiegano le associazioni – è stato quello del nuovo ospedale San Luca, in cui sono state disattese tutte le prescrizioni del piano per i luoghi sensibili previsti dal Regolamento ancora in vigore e inserito nel piano urbanistico del Comune di Lucca. Discorso analogo vale per la localizzazione della stazione di in Via Fonda a Sant’Alessio che non ha tenuto conto del piano del Praaet, in cui prevedeva, e prevede, un’area preferenziale al locale cimitero urbano, mentre Telecom con un progetto presentato al di fuori di ogni logica, ha ottenuto il silenzio assenso da parte del consiglio comunale. Attualmente è oggetto di giuste proteste da parte della popolazione con alcuni ricorsi al Tar. Al termine dell’osservatorio permanente, le associazioni ambientaliste e comitati, chiedono alla amministrazione comunale un impegno concreto affinché vengano realizzati maggiori controlli sulle emissioni elettromagnetiche nelle aree maggiormente critiche da fare effettuare ad Arpat a cui spetta il compito istituzionale di verificare le emissioni stesse, ma sempre su disposizione del Comune di Lucca; i gestori della telefonia, sono tenuti a sostenere i costi della verifica stessa”.
“I comitati e le associazioni ambientaliste – prosegue la nota – orrebbero favorire il percorso avviato della amministrazione comunale per dotare l’ente di uno strumento indispensabile di programmazione con validità triennale al fine di evitare che le compagnie telefoniche approfittino del vuoto normativo per fare valere esclusivamente i propri interessi di business. A parere dei comitati e delle associazioni ambientaliste, ogni qual volta avviene una riconfigurazione degli impianti esistenti e per esigenze tecnologiche, decade l’autorizzazione in essere, mentre fino ad adesso il tutto avviene con il silenzio assenso. Questo modo di agire deve finire. Si fa inoltre notare alla amministrazione comunale che la Corte Suprema di Cassazione, terza sezione Penale, con sentenza 722/2013 R.G. 43864/12 interviene a nostro avviso in aiuto al nuovo piano della telefonia mobile che verrà sottoposto a procedura Vas e a cui le stesse compagnie telefoniche potranno trasmettere le loro osservazioni. Dopodiché per tre anni dovranno sottostare al piano approvato dal consiglio comunale”.
“I comitati e le associazioni ambientaliste – concludono – auspicano che vi sia concretezza e continuità amministrativa rispetto agli impegni che l’amministrazione ha inteso condividere con noi; ciò premesso, in base alle leggi attuali il piano può essere veramente efficace, a condizione che l’ente comunale si attivi per inserire la nuova normativa nel seguente modo: il piano delle stazioni radio base sia collegato, in tempi certi, allo strumento urbanistico attualmente in fase di aggiornamento; la configurazione degli impianti esistenti e per esigenze tecnologiche che modificano le caratteristiche emissive, dovendo questi essere autorizzati come fossero nuovi impianti, rappresentano l’occasione in cui l’amministrazione può richiedere la delocalizzazione degli impianti che manifestano criticità, avendo predisposto per tempo idonee aree preferenziali. Infatti un piano di localizzazione tecnicamente valido inibisce la formazione del silenzio assenso per richieste di installazioni/implementazioni su siti non previsti nel piano stesso”.