Poste, sindacati chiedono più personale: rotte le trattative

Sindacati, rotte le trattative al tavolo regionale con Poste Italiane. Dal mese di maggio è aperto, infatti, il conflitto con l’azienda nella provincia di Lucca , conflitto poi esteso a livello regionale. I sindacati rivendicano la copertura degli organici sia agli sportelli sia nel recapito, strumenti di lavoro più efficienti e più sicurezza sui posti di lavoro.
“Di fatto – dicono Michela Benedetti, Marco Tortelli e Gabriella Paganelli di Slc, Slp e Uil Posto – a pagare non sono solamente i lavoratori di Poste sempre con più meno tutele ma sono anche i cittadini che vedono ridurre sempre di più i servizi ed aumentare invece i disagi. Gli uffici postali adesso sono aperti con uno o due soli operatori… La situazione è gravissima in tutta la provincia di Lucca. Poste non rispetta nessuno né i suoi operatori né il cittadino al quale magari chiede una particolare fidelizzazione ma a quale prezzo? Adesso è evidente come non mai una particolare carenza di personale, di fatto ai lavoratori vengono chieste numerose ore di straordinario e innumerevoli distacchi da un ufficio all’altro per sopperire tale disagio. Quindi anche per Poste “che si nega” è evidente tale carenza di organico. In questi termini non si riesce ad offrire un servizio certo e di qualità,e, di tutto ciò non sono certamente responsabili gli operatori di Poste ai quali spesso la clientela si rivolge in modo sgarbato. Nella stessa identica situazione è il servizio di recapito”.
“Il servizio – dicono i sindacalisti – è quasi inesistente in tante parti delle città della provincia di Lucca. Da sempre i portalettere in ferie o comunque assenti non sono sostituiti, a nulla sono serviti gli accordi sottoscritti che avrebbero dovuto garantire efficienza qualità e sopratutto avrebbero dovuto garantire il recapito quotidiano. Adesso la posta resta giacente. L’azienda non ha risposto se non con una strategia di attesa che non paga non rispetta la fatica dei lavoratori e i diritti dei cittadini. Non stiamo certamente a guardare ma aumenteremo la conflittualità e la mobilitazione di categoria e dei cittadini”.