
“Si tratta di un piano di assunzioni che dà finalmente un diritto di stabilità ai singoli, che riguarda 100 mila persone, e che dà il diritto di stabilità e di continuità didattica alla scuola: che questo sia qualcosa contro cui fare polemica è davvero difficile da comprendere”. Così il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini a margine dell’incontro al Caffè della Versiliana di Marina di Pietrasanta ha commentato la presa di posizione dei sindacati che contestano la riforma della scuola.
Il ministro è stato comunque accolto tra le proteste. “Scuola pubblica, scuola pubblica. Vergogna, vergogna”: così una ventina di persone, mescolate tra il pubblico, hanno fatto sentire la loro voce. I manifestanti, tra cui alcuni docenti e studenti, posizionati tra i tavolini del caffè nel parco, hanno alzato uno striscione con la scritta ‘Cattiva scuola, pessimo futuro’, anche a critica della recente riforma del Governo. Alzati anche dei cartelli con scritte simili. Uno di questi recava la frase ‘No alla scuola azienda’. La polizia ha allestito un cordone a protezione del ministro, prevenendo così contatti con i promotori della protesta, che però non si sono avvicinati al palco e hanno solo contestato verbalmente da distanza Stefania Giannini. Alcuni manifestanti l’hanno attesa all’esterno del parco. La protesta, sempre pacifica, si è conclusa in breve tempo, e senza incidenti.
“Noi – ha detto la Giannini, iniziando l’incontro – stiamo lavorando operosamente perché il primo settembre si avvii tutta una macchina complessa, che non riguarda solo le assunzioni ma l’alternanza scuola-lavoro, il potenziamento delle risorse per i singoli istituti scolastici che saranno raddoppiati da quest’anno, che riguarda la formazione degli insegnanti che si troveranno in busta paga 500 euro netti all’anno a partire da quest’anno, e che riguarda una scuola che torni al centro della società italiana”. “L’alternanza scuola-lavoro – ha detto la Giannini – vuol dire dare agli studenti italiani la possibilità di sperimentare, ad esempio per quelli che fanno istituti tecnici, di poter fare uno stage aziendale prima di terminare gli studi. Rappresenta la possibilità di capire che la loro conoscenza tecnica-teorica si può applicare utilmente in tutto il patrimonio del nostro paese, ad esempio culturale e artistico. M5S pensa sia argomento da ricorso? Facciano ricorso, ognuno fa il suo mestiere”. “Ognuno svolga il suo ruolo – ha aggiunto Giannini – Chi governa ha la responsabilità di dare risposte e soluzioni ai problemi, per esempio contro la dispersione scolastica che al sud raggiunge il 25%, che vuol dire che un quarto dei nostri ragazzi li perdiamo per strada. Nei paesi in cui l’alternanza scuola-lavoro è iniziata 30 anni fa questo fenomeno o non esiste o si è molto assottigliato”. Poi arriva la stilettata ai sindacati. “Abbiamo operato questa riforma pensando che la precarietà fosse una patologia della scuola – ha detto il ministro -. Il sindacato non è d’accordo? Pensano che una mobilità che si negozia di anno in anno sia a vantaggio dell’apprendimento dei ragazzi e della vita degli insegnanti? Curiosamente ora che il governo mette i soldi per le assunzioni, i sindacati si oppongono. Il Governo si occupa della scuola dopo anni – ha anche detto il ministro -. E’ tornato ad occuparsi della scuola dopo decenni in cui, nel nostro Paese, di scuola non si è parlato, o se n’è parlato per i tagli. Il Governo agisce dopo decenni in cui non si è agito o si è agito solo per sottrarre fondi. E’ un dato di fatto: dal 2009 al 2011 abbiamo perso 70 mila insegnanti”.