Celebrati a Palazzo Santini 150 anni del consiglio comunale

3 agosto 2015 | 20:03
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Celebrati a Palazzo Santini 150 anni del consiglio comunale
Celebrati a Palazzo Santini 150 anni del consiglio comunale
Celebrati a Palazzo Santini 150 anni del consiglio comunale
Celebrati a Palazzo Santini 150 anni del consiglio comunale
Celebrati a Palazzo Santini 150 anni del consiglio comunale
Celebrati a Palazzo Santini 150 anni del consiglio comunale

Un ponte fra presente e passato. Un collegamente ideale per fare la storia del consiglio comunale degli ultimi 150 anni. E’ quello che è andato in scena questa sera (3 agosto) nell’aula consiliare di Palazzo Santini dove, per volere del presidente del Consiglio, Matteo Garzella, a un anno dalla prima commemorazione ufficiale dei lavori dell’assise comunale, si sono ricordati, fra musica e interventi istituzionali, 150 anni di storia comunale. Alla presenza dei consiglieri di oggi e di ieri, di gran parte dei sindaci e dei presidenti del Consiglio, oltre che dei rappresentanti eletti dai cittadini in questo secolo e mezzo di vita.

Un modo, lo ha ricordato lo stesso Garzella, per fare del consiglio comunale, di solito deserto, stasera con i posti in piedi, un luogo vivo e vitale, collegato con la città, anche per contrastare i tanti spiragli di antipolitica che animano la società di oggi.
Lo dice a chiare lettere il presidente Garzella nella prolusione della serata, davanti a una platea dove spiccano gli ex sindaci Piero Baccelli, Giulio Lazzerini, Mauro Favilla e Pietro Fazzi, gli ex presidenti del Consiglio Franco Fabbri e Ornella Vitali e, in platea, i consiglieri regionali Stefano Baccelli, Gabriele Bianchi, il presidente della Fondazione Banca del Monte di Lucca, Alberto Del Carlo (ex consigliere anche lui), il presidente della Banca Del Monte Claudio Guerrieri, il presidente di Confcommercio Ademaro Cordoni e la dirigente dell’ufficio scolastico provinciale ed ex assessore Donatella Buonriposi: “Vorrei – ha detto Garzella – con queste iniziative, contribuire ad instaurare un maggior legame e una maggiore partecipazione dei cittadini durante il quinquiennio della consiliatura. I cittadini, infatti, non possono essere chiamati in causa soltanto ogni cinque anni e al momento del voto perché il Consiglio ha un ruolo centrale nell’attività politica e amministrativa cittadina”. Da qui il monito ai consiglieri del presente: “La diversità di opinioni, la dialettica, è una risorsa per il Consiglio – dice – Per questo sono a mio parere da contrastare i dibattiti consiliari che si riducono a dialoghi infruttuosi e a scontri fra le diverse posizioni. Un vero servizio per la comunità sarebbe reso se ci si ascoltasse maggiormente, specie in un momento in cui la democrazia rappresentativa è profondamente in crisi”. “Celebrare l’anniversario del Consiglio ha senso – conclude Garzella – se può aiutare la collettività a ragionare in termini costruttivi per rilanciare le istituzioni. Vorrei che si avviasse una riflessione nelle prossime settimane proprio su questi aspetti”.
La cerimonia prosegue solenne, dopo i ringraziamenti non formali all’attività degli uffici comunali. Con l’omaggio di un mazzo di fiori all’ex presidente del consiglio comunale, Ornella Vitali e la lettura dei tanti messaggi istituzionali arrivati a Palazzo Santini. Da quello del Quirinale (“I consigli comunali – ha scritto – sono asse portante della comunità civile”) a quelli del presidente del Senato, Pietro Grasso e dell’onorevole Raffaella Mariani. Presente fisicamente per la ricorrenza, invece, il presidente del consiglio regionale, Eugenio Giani che, nel ripercorrere la storia delle municipalità toscane, non ha mancato di rimarcare una punta di invidia per l’essere Lucca riuscita a compilare quell’albo storico dei sindaci e dei presidenti del consiglio comunale che a lui, ai tempi della guida dell’assise di Firenze, non era riuscito.
Prima dell’intervento dei presenti in assise, poi, grandi applausii per l’esibizione dell’ottetto di fiati dell’istituto Boccherini, chiuso, davanti a un pubblico in piedi, dall’esecuzione dell’inno di Mameli. Naturale preludio alla scopertura ufficiale dell’albo in legno con sopra i nomi, e le firme, di tutti i 27 sindaci e i sette presidenti del Consiglio che si sono succeduti in carica e che farà mostra di sè nel lato destro dell’assise rispetto al banco di presidenza e giunta, con tanto di spiegazione dell’evoluzione delle diverse norme che hanno portato alla nomina dei primi cittadini.
Spazio, prima della chiusura e di un rinfresco offerto dalla pasticceria Pinelli, anche alle parole degli ex. Dai sindaci ai presidenti del Consiglio fra amarcord e lucida analisi politica. Parlano anche alcuni ex consiglieri: chi, come Francesco Colucci, ricorda la storia del Partito Socialista chi critica il sistema di elezione diretta del sindaco, come Giuseppe Bertolucci. Chi, infine, chiede intitolare agli ex sindaci alcune strade del territorio comunale. Chiude il sindaco, difendendo le municipalità, il diritto di fare delle scelte contro la politica bloccata del consociativismo. “L’importanza di questo istituto – chiude il sindaco – sta nell’assicurare il cambiamento ma senza la violenza”.  Parole che vanno oltre l’idealità di un momento di trait d’union fra passato e futuro. E sottolineano la centralità di un’istituzione che, forse, almeno come è stata rappresentata stasera, sarebbe davvero da recuperare.

Le foto di Domenico Bertuccelli

Enrico Pace