Coop S. Luca si difende: latitanti sono i sindacati

5 agosto 2015 | 08:57
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Coop S. Luca si difende: latitanti sono i sindacati

La Coop San Luca si difende dagli attacchi dei sindacati, che ultimamente sono stati rivolti alla società che gestisce il bar alla direzione Asl di Monte San Quirico. “Per qualche tessera in più o per un pugno di tessere, così si dovrebbero intitolare gli articoli usciti su vari quotidiani del 29 luglio e del 15 luglio e per ultimo il 4 agosto. Già perché quando si rappresenta una cosa diversa dalla realtà siamo in un film”. Così commenta la cooperativa San Luca.

“Cerchiamo di dare un ordine e chiarezza alle cose scritte e una rappresentazione veritiera della situazione e delle sue cause. Questione ferie: da sempre viene concordato e fatto un piano ferie che consenta a tutti i dipendenti di esercitare tale diritto, naturalmente compatibilmente con le esigenze aziendali, e le assenze per malattia che intervengono. Ciò premesso fa strano che venga sollevato un ‘problema ferie’ peraltro inesistente, in un momento storico dove la cooperativa ha fatto e fa salti mortali per cercare di mantenere l’occupazione lavorativa, anche dopo che è stata sfrattata dalla Asl. Già perché questo è il problema scatenante, sul quale il sindacato avrebbe fatto bene ad intervenire, essere presente a fianco dei lavoratori, nelle varie occasioni, già dall’annuncio dello spostamento dell’ospedale (il cui proclama formale alla presenza di tutte le autorità politiche ed ecclesiastiche fu accompagnato dall’assicurazione che non vi sarebbero state perdite di posti di lavoro) con la gestione dell’assegnazione dei servizi effettuata con modalità che destano qualche perplessità e dubbio. Per non parlare dello sfratto inviato dall’ex direttore generale D’Urso, che con effetto dal 15 febbraio ha di fatto chiuso un punto vendita alla cooperativa, con conseguenze evidenti in termini di incassi e necessità di minor forza lavoro. Incontri con la direzione sono stati fatti dalla società, senza esito, e se di latitanti si parla crediamo proprio che i primi siano le organizzazioni sindacali che hanno disatteso tali importanti momenti che sono la causa prima del calo di fatturato. Nonostante tale flessione, proprio a conferma che la realtà è all’opposto di quanto viene scritto, la società, anziché comportarsi da ‘imprenditore privato’, ha mantenuto in questi mesi la piena occupazione, con la speranza che le nuove iniziative facessero recuperare fatturato. Così non è stato, e non certo per volontà della cooperativa che si è adoperata per inventarsi altre iniziative ed opportunità lavorative, pertanto, con dispiacere ma si sono rese necessarie operazioni di riduzione di personale in esubero. Senza tali tagli la conseguenza ci sarebbe per l’intera forza lavoro. E anche qui ci preme precisare per amore della verità che quanto è stato scritto non è corretto, nel senso che una lettera è stata inviata la mattina ed il pomeriggio abbiamo ricevuto il certificato di malattia; anche l’altra era già partita prima della proclamazione della data di sciopero. Altra inesattezza riguarda il bar di Monte San Quirico, in quanto è tutt’ora aperto, naturalmente poiché gli utenti vengono via via spostati dalla Asl in altri luoghi, rimarrà aperto fintanto che con il volume degli incassi potrà far fronte almeno alle relative spese. E qui è vero che è “fuori logica” nel senso che la stretta logica di impresa avrebbe indicato e comportato ad una chiusura da tempo. Circa la latitanza, che come detto, sicuramente c’è stata da parte dell’organizzazione sindacale in occasione delle operazioni poste in essere dalla Asl, tuttavia poiché più volte richiamata negli articoli ci preme anche qui fare chiarezza: più volte si sono svolti incontri con il personale, non solo per aggiornarlo sullo stato dei fatti, ma anche facendo proposte di coinvolgimento (perlatro avanzato direttamente anche ad una organizzazione sindacale offrendo gratuitamente attrezzature del bar dismesso a causa dello sfratto), ma purtroppo anche tale opportunità non è stata colta dal sindacato. Sbalordito non deve essere il sindacato (se non dopo aver fatto una bella autocritica sul proprio comportamento) ma è l’intero cda, dopo aver visto la partecipazione anche all’ultimo degli incontri con il personale formalmente convocato per venerdì 31 luglio, dove paradossalmente proprio chi sollecita l’intervento dei sindacati non era presente. Peccato, sarebbe stata una delle occasioni dove poteva essere informato sulla reale situazione e sulle cause che l’hanno prodotta. Ma forse è più facile sollevare pretestuosamente problemi, non presentarsi e delegare la soluzione ad altri peraltro poco informati . Quindi tanto per precisare, non è questione di essere in ferie, l’incontro è stato convocato formalmente e si è tenuto, peccato che non a tutti sia interessato ed alcuni non abbiano partecipato. Circa il richiamo al presidente – prosegue la Coop San Luca -, ci limitiamo a far notare come, giuridicamente e di fatto, le decisioni siano prese dell’intero cda e mai da un solo membro.
In merito poi ai pagamenti dei dipendenti , sia pure con i ritardi dovuti alle cause sopra individuate, precisiamo che le corresponsioni sono state fatte in ugual misura a tutto il personale, contrariamente a quanto riportato nell’articolo. A conclusione, riteniamo che il sindacato se vuol fare il bene di tutti i lavoratori (e non solo dei pochi tesserati) dovrebbe cercare l’interlocuzione con la Asl che con le sue scelte è responsabile della situazione attuale, non certo con chi ha dedicato e dedica le proprie energie, idee, lavoro per riuscire a mantenere posti di lavoro. Ma forse è più facile fare semplice propaganda per raccogliere qualche tessera in più piuttosto che andare a discutere con la Asl che, alla cooperativa per prima ha rimandato incontri e chiuso più volte la porta”.