
Confartigianato Lucca, dubbi sul masterplan del mercato del Carmine. “E’ con una certa amarezza – si legge in una nota dell’associazione di categoria – che abbiamo appreso dalla stampa, nei giorni scorsi, che l’amministrazione comunale ha deciso di andare avanti nella ristrutturazione del Mercato del Carmine affidando, parte dei lavori ad aziende locali (meno male), sulla base di un vecchio progetto, già presentato da amministrazioni precedenti. Quello che dispiace è che, come Confartigianato Imprese Lucca, avevamo avviato, nel lontano 2013 con l’assessore Lemucchi, un dialogo ed un progetto di massima volto a rivitalizzare il complesso del Carmine che era ormai abbandonato da anni”.
“In perfetta intesa anche con le altre associazioni di categoria del commercio e dell’agricoltura – spiega Confartigianato – volevamo replicare la positiva esperienza del mercato contadino del Foro Boario aperto non solo alla vendita di prodotti agricoli a filiera corta esclusivamente locali ma ove trovassero posto anche attività artigianali e commerciali rigorosamente ubicate nella nostra Provincia. A capo di tutto doveva esserci l’amministrazione comunale che avrebbe fatto le opportune verifiche – visto che il Comune è proprietario dell’area – dopodichè sarebbe stato istituito un tavolo cui avrebbero dovuto partecipare rappresentanti delle singole associazioni. Successivamente a questi primi incontri l’assessore Lemucchi aveva illustrato un progetto generale di ristrutturazione con un costo complessivo importante, circa 7-8 milioni di euro, ma l’asta per l’affidamento della gestione era andata deserta e tale strada si era dimostrata impraticabile”.
“Veniva successivamente riproposta ed esplicitata meglio – prosegue Confartigianato – l’idea di avviare, nella sola zona del chiostro, già occupato dai pochi e eroici banchi, il mercato contadino, riducendo quasi a zero i costi per la realizzazione, sulla quale potevano confluire anche gli interessi di quasi tutte le categorie. Ancora una volta l’assessore Lemucchi si era riservato di verificare la fattibilità delle questioni emerse dando il consenso formale per l’operazione e, in particolare, assodare la disponibilità degli spazi e l’individuazione di un soggetto responsabile. Sono seguiti poi altri incontri nei quali il suddetto assessore che, planimetria alla mano con l’indicazione della futura ubicazione dei banchi, metteva al centro di tutto l’indispensabile rifacimento della copertura del tetto. Tutto ciò modificava la situazione perché si sarebbero dovute fare indagini approfondite sul manto di copertura, che avrebbero richiesto tempo, per capire l’esistenza di eternit e, se la risposta fosse stata positiva, si sarebbe dovuto provvedere alla sostituzione con relativo costoso smaltimento. C’è stato poi un incontro in Confartigianato nel 2014, se non ricordiamo male, con l’assessore Lemucchi volto a chiarire lo stato delle cose. In quella circostanza venimmo a conoscenza che erano state trovate consistenti risorse elargite dalla sempre generosa Fondazione Cassa di Risparmio per procedere ad una ristrutturazione dell’immobile compresa la copertura del chiostro ed il consolidamento di quella che, un tempo, era la chiesa del Carmine. Da quella data non ci sono più stati incontri con l’assessore Lemucchi anche se, nel frattempo, sulla stampa apparivano varie notizie sul futuro del mercato”.
“E’ abbastanza avvilente – prosegue Confartigianato – per tutte le categorie economiche che hanno, di fatto, dato il via alla improrogabile riqualificazione del complesso, essere state assolutamente escluse, dopo tutto questo lavoro di sensibilizzazione, da ogni tipo di progetto che sia il sindaco Tambellini che l’assessore Lemucchi hanno intrapreso senza la benché minima informazione alle categorie,. Certo non c’è niente di male nel dire che l’amministrazione nel frattempo ha modificato l’idea, originariamente sviluppata di concerto con le associazioni, decidendo che ogni progetto in merito al mercato cittadino fosse “cosa loro”. Ma ci vengono alcuni dubbi. Non sarà mica che tutto il nostro impegno è servito per ottenere il finanziamento da parte della magnanima Fondazione Cassa di Risparmio necessario a realizzare una parte consistente dei lavori per far diventare il tutto più appetibile anche, o soprattutto, a un privato?”
“La notizia proveniente dal Comune – conclude l’associazione – della volontà di aprire a eventuali gestori esterni, da ricercarsi eventualmente anche in ambito europeo, ci sembra particolarmente svilente per la popolazione lucchese che, già mortalmente intossicata da catene commerciali internazionali, vedrebbe scomparire definitivamente una componente essenziale di cui il nostro capoluogo si è, per secoli, resa protagonista. L’idea di una gestione autonoma da parte delle realtà lavorative cittadine lucchesi, che aveva allo stato embrionale già preso corpo, deve essere ancora assolutamente proponibile. Ci sembrerebbe dunque che l’amministrazione, allo scopo di chiarire questi dubbi debba, quantomeno, convocare le associazioni, almeno quelle che per anni si sono adoperate per dare vita ad un progetto teso a rivitalizzare questa importantissima area per dire, chiaramente, che cosa vuole realizzare concretamente nel Carmine e soprattutto chi ha intenzione di coinvolgere in tale avventura. Le generiche dichiarazioni, apparse sulla stampa nei giorni scorsi, non sono assolutamente sufficienti a fugare i dubbi indotti dal pressapochismo degli uffici comunali”.