
Mercato del Carmine, dopo la presa di posizione polemica di Confartigianato sul tema interviene anche la Cna, una delle associazioni coinvolte nei tavoli di lavoro per il futuro della struttura.
“Lucca – dice Ilaria Borelli Boccasso, vice presidente della Cna – è stata caratterizzata nella sua storia dalla presenza di tantissime botteghe artistiche artigianali che costellavano le sue vie, in cui si portavano avanti mestieri ed arti che stanno velocemente scomparendo. Piccole botteghe tramandate di generazione in generazione, custodi di tecniche tradizionali e di saperi, che costituiva parte dell’identità cittadina. I maestri non creavano opere d’arte, ma oggetti che comunque decoravano ed abbellivano case, chiese, edifici pubblici e davano al luogo una sua fisionomia particolare, uno stile locale, che differenziava una città dall’altra. La produzione mutava secondo le esigenze o il gusto dell’epoca, la tecnica si arricchiva con l’invenzione di nuovi strumenti e materiali e la mano, la creatività specifica di ciascun maestro, la sua impronta connotava il prodotto; come accade per le opere d’arte, si capiva da quale bottega era uscito, anche se non aveva un’etichetta o un marchio”.
Ed è di qui che nasce l’ipotesi presentata da Cna di un polo di artigianato artistico, da situare dentro il mercato del Carmine, per proteggere le poche botteghe rimaste e per far sì che non andassero perdute le conoscenze tecniche, la manualità e, soprattutto, lo spirito libero e creativo che contraddistingueva i maestri. “La produzione di un manufatto – continua la vicepresidente – che spesso ha tempi di realizzazione lunghissimi per la dedizione e l’accuratezza che richiede, ma che non può avere il prezzo di un’opera d’arte, non permette oggi all’artigiano di vivere con la sola vendita dei suoi prodotti; si rischia cosi, ad ogni bottega che chiude, di perdere un’enorme patrimonio culturale”.
All’interno del polo, secondo Cna, i maestri potrebbero lavorare, ma anche insegnare, creare occasioni di incontri, eventi, scambi, in modo da poter vivere dignitosamente continuando a praticare la propria attività. “Un tale progetto – conclude Ilaria Borelli Boccasso – non può essere realizzato in uno spazio condiviso a condizione che ci sia un adeguato equilibrio fra le diverse attività presenti. E’ necessaria una struttura diversa che preveda spazi per botteghe, ma anche ambienti per conferenze, aule per corsi e attività di laboratorio, ambienti per esposizioni e documentazione, eccetera”.
“Il polo, così progettato – conclude Cna – potrebbe essere il punto di partenza anche per la scoperta – attraverso tour organizzati – di altre attività artistiche presenti sul territorio che non possono trovare sede esclusiva nel Carmine, ma che meritano di essere salvaguardate, conosciute e visitate. In questo modo il centro della città diventerebbe il modo di salvare i nostri beni culturali immateriali, la nostra creatività che si manifesta. Un occhio attento a mantenere il nostro patrimonio artigianale storico, ma lavorando per l’artigianato del futuro. Un obiettivo che non si conclude con un ragionamento sul solo Mercato del Carmine, ma potrebbe tenere in considerazione altre strutture sempre nel centro storico della città”.