Caso Salt in Parlamento: “C’è il rischio di danno erariale”

Il caso delle alienazioni delle quote Salt detenute dal Comune di Lucca finisce in Parlamento. Lo aveva già annunciato la consigliera comunale del Movimento Cinque Stelle, Laura Giorgi, e l’atto è stato presentato dal collega deputato Daniele Pesco nella seduta del 5 agosto scorso. “Quest’interrogazione – spiega la Giorgi – va a integrare il nostro lavoro locale in merito alla vendita della azioni Salt.
Come abbiamo sostenuto, lo ripetiamo: non si può vendere un capitale che dà reddito per pagare stipendi o mantenere i giardini, questi sono costi che si ripresentano nel tempo. Così si mangia il capitale”.
La Giorgi poi ricorda che non c’è stata ancora alcuna risposta alle domande poste dai Cinque Stelle. “Ma la decisione di alienazione delle quote Salt era prevista a bilancio 2015? Si sono verificate urgenze di liquidità non previste, risolvibili soltanto in questo modo? Si vuole cambiare – chiede ancora la Giorgi – la struttura degli investimenti mobiliari del comune spostando la geografia degli investimenti?”.
L’interrogazione a risposta scritta presentata in Parlamento è rivolta al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al ministro dell’economia e delle finanze. Un atto articolato che ripercorre anche i passaggi che ci sono stati in consiglio comunale, riportando alcune affermazioni diffuse dal nostro quotidiano online. Si parte dalla questione dei Piuss e della rimodulazione dei progetti stessi, per l’impossibilità di realizzarli nei tempi previsti: secondo il Movimento Cinque Stelle infatti i due casi sarebbero strettamente legati: secondo i grillini infatti la Regione Toscana salvando in parte i progetti Piuss avrebbe inciso sui lacci del patto di stabilità che, sempre stando ai Cinque Stelle, avrebbe pesato sui conti del Comune, convincendo gli amministratori ad alienare le partecipazioni comunali in diverse società, tra cui la Salt. Non solo: secondo i Cinque Stelle l’operazione potrebbe rischiare di provocare un danno erariale alle casse comunali.
“Sembrerebbe – si legge nell’interrogazione – sulla base della documentazione raccolta e qui di seguito esposta, che l’amministrazione abbia mancato nei termini delle scadenze temporali e negli adempimenti progettuali che la Unione europea richiedeva: gare, appalti, rendicontazioni varie. Nel 2016 si sarebbero dovute esibire le rendicontazioni dei progetti attuati, mentre nel 2014 non avevano ancora affidato le gare di appalto: quindi era praticamente impossibile chiudere con i tempi richiesti dal bando. Lo si apprende dalla stampa: in un articolo del 4 agosto 2014 di Luccaindiretta.it, che cita le parole del sindaco Tambellini, ‘Il sindaco nel suo intervento ha fatto la cronistoria di tutti i progetti, affermando subito in apertura che «non tutti i progetti sono stati contrattualizzati’. ‘Come sapete – dice il sindaco – il Piuss risale come impostazione generale al 26 maggio del 2008, giorno in cui la regione Toscana pubblicava l’avviso per la manifestazione di interesse al cofinanziamento al 60 per cento delle opere di riqualificazione urbana. Si trattava di utilizzare fondi europei Por Creo Fers 2007-2014, che come tali devono essere rendicontati entro il 30 novembre del 2015 e occorre che tutto sia a posto entro il dicembre del 2015. La non conclusione della procedura comporterebbe la perdita dei finanziamenti’. Nel comunicato stampa 769 del 30 luglio 2014 della Regione Toscana si legge: ‘Il Comune rinuncia al finanziamento Por – prosegue Simoncini – poiché gli interventi non saranno realizzati, né per il teatro del Giglio, né per il nuovo anfiteatro nel piazzale Verdi’. ‘Per i progetti ancora validi, come il quarto lotto della ex Manifattura Tabacchi e la caserma Lorenzini – aggiunge l’assessore – la Regione interverrà con la sostituzione di fondi Por con risorse regionali poiché il cronoprogramma attuativo non è compatibile con la tempistica Por che prevede la conclusione degli interventi entro dicembre 2014’. La regione Toscana a guida Enrico Rossi decide il prosieguo di alcune componenti del progetto: decisione politica, sostenuta dal Pd lucchese, che trasforma di fatto il finanziamento europeo in un finanziamento diretto della regione Toscana; nello stesso comunicato si apprende che ‘Simoncini ha ricordato che le problematiche attuative del Piuss di Lucca sono state costantemente monitorate dagli uffici regionali. Già nel corso del 2013 la giunta ha operato la sostituzione del finanziamento Por di operazioni con risorse afferenti al Prse 2012-15 ed esattamente 2 milioni 738 mila euro per il centro di competenza per lo sviluppo e l’insediamento di impresa ad alta formazione e innovazione tecnologica; un milione 392 mila euro per strutture per l’alta formazione connesse al trasferimento tecnologico e 4 milioni 848 mila per il centro di competenza e tecnologie per arti e spettacolo’. A fine 2014 la giunta comunale approva i progetti definitivi per la Ex-Manifattura e la caserma Lorenzini, per totali euro 27.965.607: 11.186.242,8 a carico del comune (40 per cento) 16.779.364,2 a carico della regione Toscana, a cui si aggiungono altri fondi riferiti ad altri progetti. La Regione interviene quindi con circa 18 milioni complessivi di euro, garantendo i finanziamenti persi e in contemporanea si fa garante con l’Unione europea per il proseguimento del progetto a livello regionale, pena lo storno e la restituzione dei 6 milioni già impegnati nei pochi progetti del Piuss di Lucca messi in opera (Cavallerizza, Teatro del Giglio, Piazzale Verdi). Da questa operazione di salvataggio sorge un problema: il patto di stabilità. La regione andando in soccorso del comune di Lucca, elargendo circa 18 milioni di euro, ha salvato il progetto Piuss, ma, a giudizio dell’interrogante ha creato criticità nei conteggi relativi al patto di stabilità. I fondi europei per progetti come il Piuss sono esclusi dallo stesso, mentre i fondi regionali vi rientrano, cosa che rischia di, compromettere la stabilità finanziaria del comune; con la legge Cottarelli arriva la ‘via di fuga’: essa invita le amministrazioni a razionalizzare ed eventualmente dismettere quote di società che non siano strettamente necessarie per il conseguimento delle proprie finalità istituzionali, e il comune di Lucca, a guida Tambellini, approva la dismissione delle quote in suo possesso (le 3.690.000 azioni detenute da Lucca Holding), relative alla partecipazione azionaria di Palazzo Orsetti in Società Autostrada Liguria Toscana (Salt) Spa”.
“E’ difficile sostenere, secondo l’interrogante – si legge ancora -, la ‘non importanza istituzionale della Salt’, che era ed è la maggior arteria di collegamento tra la città di Lucca e la Versilia e diventa, il collegamento naturale con il territorio extra provinciale, cioè con le principali città di Pisa, Livorno, Massa Carrara; tale alienazione, viene però motivata dal sindaco ‘con l’esigenza di fare manutenzioni’ (‘la vendita del pacchetto azionario Salt in bilancio nella Lucca Holding, per l’importo di 16.678.800 euro, adducendo motivi che con il ricavato può essere dato il via ad interventi di ordinaria manutenzione del territorio, fermi ad oggi per mancanza di fondi nel relativo capitolo di spesa’ (http://www.luccaindiretta.it) e comporterà la perdita di un patrimonio molto redditizio, che, ogni anno, distribuisce dividendi importanti. Nel 2014 l’utile per azione (pagina 226 – nota 37 – utile per azione Salt) è stato di euro 0,279. La Lucca Holding detiene n. 3.690.000 azioni ordinarie della Salt ovvero il 2,31 per cento (http://www.luccaholdingspa.it). La partecipazione detenuta da Lucca Holding ha generato un ricavo di circa un milione e ventinovemila euro nel 2014 (con dividendo incassato da Lucca Holding per quasi 900.000 euro – pagina 71 bilancio Salt 2014), l’anno precedente per un milione e duecentosessantunomila euro. La decisione di dismissione della partecipazione detenuta in Salt, assunta con la delibera numero 60/2015 dal comune di Lucca, parrebbe in contrasto con la precedente decisione (delibera n. 40/2008) con la quale il consiglio comunale aveva autorizzato il mantenimento della partecipazione detenuta dal comune di Lucca in Lucca Holding, e di tutte le partecipazioni detenute dalla Lucca Holding ‘in quanto in possesso dei presupposti per il loro legittimo mantenimento previsti dalla normativa’, oltre che giustificata dalla evidente rendita collegata. Dato il riferimento al comma 27, dell’articolo 3, della legge numero 224 del 2007, risulta evidente che, nel 2008, il consiglio comunale avesse deciso che tutte le partecipazioni detenute dalla Lucca Holding (ivi compresa quella nella Salt) fossero quindi ‘strettamente necessarie al perseguimento dei propri fini istituzionali’. L’asta del 26 giugno 2015 è andata deserta. Si legge e apprende che: ‘Sarà il gruppo Gavio ad acquistare le azioni della Salt in mano al Comune. L’asta di venerdì è andata deserta, ma esiste un accordo fra la Lucca Holding (che detiene le azioni) e la società della famiglia piemontese che già ha la grande maggioranza di Salt e di altre autostrade del nord-ovest. Il prezzo della cessione a trattativa privata dovrebbe essere di 4,51 euro, cioè un centesimo in meno della base d’asta e in linea con la cifra ottenuta, l’anno scorso, dalla Provincia. L’esperimento d’asta andato deserto è stato un modo per Lucca Holding per verificare se ci fossero altri compratori interessati alle azioni a un prezzo superiore rispetto a quello pattuito con Salt, che porterà nelle casse comunali poco più di sedici milioni e mezzo di euro’. La determinazione del prezzo posto a base d’asta per la cessione della partecipazione (fissato in euro 4,52 per azione), anche se in linea con il valore della proposta d’acquisto avanzata dalla stessa Salt – prosegue l’interrogazione -, non risultava essere supportato da nessuna analisi, documento o perizia, e, conseguentemente, poteva non essere idoneo a garantire, al meglio, il perseguimento delle finalità di ‘buon andamento dell’azione amministrativa’ previste dal comma 611, dell’articolo 1 della legge numero 190 del 2014. A riconferma, nell’accordo citato per l’acquisto della Salt da parte del gruppo Gavio, le azioni sarebbero valutate euro 4,51 l’una. Se dal totale dell’Attivo dello stato patrimoniale di Salt (pari a 1.423.284.592, pagina 67 del bilancio 2014) si sottrae il valore dell’indebitamento netto (pari a 237.960.000, pagina 26 del Bilancio 2014), dividendolo per il numero di azioni che costituiscono il capitale sociale (160.000.000), il valore per azione che se ne ricava è di circa 7,40 euro. Il comune di Lucca – si aggiunge – con la delibera 40 del 3 giugno 2015 approva il bilancio 2014 con un avanzo di 7.369.713,95 euro: non sembra quindi presentare alcun dissesto finanziario nonostante il contesto nazionale e europeo di crisi (dove la liquidità è trattenuta dagli speculatori in attesa di fare ottimi affari ma comunque sembra esser pronto a chiudere la vendita della partecipazione Salt detenuta da Lucca Holding a favore del gruppo Gavio a un prezzo ben al di sotto del valore di bilancio. Il controvalore di 16.641.900 euro (euro 4,51 per 3.690.000 azioni) contro i 27.306.000 euro (euro 7,40 per 3.690.000 azioni) determinati dal bilancio depositato dalla Salt, e contestualmente rinunciando a milionari flussi in entrata per i dividendi degli anni a venire. In un articolo di Lucca in Diretta del 3 luglio 2015 si apprende infatti che le azioni Salt sono state acquistate da Lucca Holding Spa per il prezzo di 12.156.813 euro e che dall’esercizio 2003 all’esercizio 2014 hanno fruttato dividendi per 20.331.900 euro. Praticamente i dividendi percepiti hanno coperto tutto l’investimento iniziale. Il rendimento medio della partecipazione azionaria è stato di 1.694.325 euro all’anno nei dodici anni di vita di Lucca Holding, pari al 13,93 per cento dell’investimento”. Per questo secondo i Cinque Stelle la vendita delle quote Salt costituirebbe “un danno economico alle casse del comune di Lucca; appare quindi necessario dare un chiaro segnale politico volto alla tutela del patrimonio strategico pubblico, costruito in decenni di duro lavoro e sacrifici economici, patrimonio della collettività”. Nell’interrogazione, in particolare, si chiede: “se il Presidente del Consiglio sia a conoscenza di quanto premesso e del quadro drammatico complessivo delle dismissioni da parte degli enti locali di gran parte degli asset strategici per il servizio pubblico, come strade, aeroporti, autostrade e trasporti, a prezzi spesso inferiori ai valori determinabili dai bilanci contabili in quanto, per via della crisi di liquidità ed economica create dai settori finanziario e bancario, mancano investitori e risparmiatori, cosa da cui origina che, a fronte di un miglioramento momentaneo delle situazioni di cassa, gli enti restano privi di flussi di cassa futuri attivi, dovendo già affrontare il pareggio di bilancio e la legge di stabilità con il rischio di nuove svendite e nuovi debiti, e cosa intenda fare per impedire che ciò accada; di quali elementi disponga il Governo circa gli adempimenti verso l’Unione europea e l’interruzione del flusso di fondi connessi al progetto Piuss anche in relazione alla esigenza di informare almeno quegli stessi cittadini che contribuirono al progetto e che ora si vedono obbligati a disinvestire importantissime e strategiche partecipazioni per colpa di incapacità politico-amministrative; se, viste le differenze e gli effetti contabili di bilancio tra i fondi europei e quelli della subentrante regione Toscana, non sia opportuno assumere iniziative, anche per il tramite dei servizi ispettivi di finanza pubblica, per verificare la situazione finanziaria del comune di Lucca, in particolare alla luce degli obblighi concernenti il rispetto del patto di stabilità e all’operazione di sostanziale svendita della partecipazione; se, alla luce di quanto esposto in premessa il Governo non ritenga di assumere iniziative normative volte a modificare la disciplina in tema di discussione delle partecipazioni da parte degli enti locali”.