Uniti per l’Oltreserchio: “No a strumentalizzazioni sui migranti, riscopriamo nostra umanità”

20 agosto 2015 | 17:01
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Uniti per l’Oltreserchio: “No a strumentalizzazioni sui migranti, riscopriamo nostra umanità”

 L’Associazione Uniti per l’Oltreserchio ritiene di dover intervenire, in quanto citata , per chiarire la sua posizione in ordine alla questione migranti a Lucca. Lo fa con una nota redatta oggi (20 agosto) che inizia così: “L’associazione è formata da persone anche di diversa sensibilità politica unite nella finalità di tutelare un territorio da sempre ai margini dell’attenzione dell’amministrazione comunale di qualsiasi bandiera, dando voce a cittadini che pagano le tasse al pari di tutti gli abitanti del Comune di Lucca, senza avere un adeguato ritorno in termini di servizi – si legge – e in tutti questi anni siamo sempre stati critici con chi si è disinteressato o ha avuto posizioni nocive per il territorio: in questo senso non abbiamo fatto sconti a nessuno, compreso l’attuale sindaco in varie circostanze. Per questo giudichiamo l’affermazione del consigliere Martinelli che ci riguarda pretestuosa e strumentale”. Il punto di vista dell’associazione è ulteriormente specificato nel prosieguo della nota: “Per quanto riguarda la nostra posizione sul problema dei profughi, condividiamo e sottoscriviamo quanto afferma l’assessore Sichi – si afferma – che ha perfettamente colto il senso della nostra critica. Non siamo contrari assolutamente all’accoglienza, ma fatta in modi diversi e più aperti ad una integrazione territoriale: piccoli gruppi, famiglie che potrebbero più facilmente inserirsi nel contesto sociale.

I risultati negativi della soluzione attuale con una scelta di sede sbagliata già si vedono in atto, scatenati anche dalla polemica contro piscina e calcetto nella “villa novecentesca”. La gente ironizza, esprime rabbia, c’è un latente, crescente scontento pericoloso che sfiora la xenofobia. Ma se dei ragazzi vengono messi a non far niente in un ambiente dove c’è piscina e calcetto, è comprensibile che li utilizzino. Devono stare chiusi in una stanza a finestre chiuse come in una gabbia? L’errore è a monte, in tutta l’organizzazione e la responsabilità è di chi la conduce . Un’operazione umanitaria importante come quella in atto non può diventare oggetto di bisness o di strumentalizzazione politica: cerchiamo almeno noi tutti cittadini di renderci conto di questo e di rifiutarlo, riscoprendo anche la nostra umanità”.