Cgil e Flai Lucca: “Interventi più incisivi contro caporalato e lavoro nero”

Puntare i riflettori su edilizia, florovivaistico e turismo, quelli maggiormente allo sfruttamento di mano d’opera e dello stato di bisogno. A rilanciare l’allarme sul lavoro sommerso e rischi connessi sono Mariarosaria Costabile, segretario provinciale della Cgil, e Michele Rossi, segretario generale Flai Lucca.
“L’intreccio tra sommerso, caporalato e criminalità vede tra le principali vittime lavoratori non solo stranieri spesso senza permesso di soggiorno cui vengono affidate le mansioni più dequalificate e usuranti, ma anche italiani – spiegano -. Ovviamente, questo stato di profonda illegalità è inoltre causa frequente di numerosi infortuni sul lavoro, che in alcuni casi si rivelano fatali per i lavoratori”. E la piaga del caporalato come dimostrano i gravissimi episodi di questa estate, è ancora lontano da essere “sanata”. “Una soluzione fra le tante potrebbe essere quella di concentrare l’azione ispettiva e l’intervento sanzionatorio verso quei fenomeni di maggiore gravità sul piano economico sociale, come appunto il caporalato e lo sfruttamento di manodopera straniera, che compromettono l’effettiva tutela dei diritti dei lavoratori e distorcono la corretta competizione tra le imprese. In questo quadro drammatico, l’azione del governo di estendere a tutto campo il sistema dei voucher , trova tutta la nostra contrarietà, perché questo strumento rischia, al contrario, di produrre un effetto ‘negativo’ per chi ha un lavoro regolato senza far emergere il sommerso vero e proprio”. I dati nazionali sono drammatici: il giro d’affari dell’economia sommersa è di circa 41 miliardi e 837 milioni, con una evasione di 25 miliardi di imposte e contributi.
La Cgil e Flai Lucca sottolineano, inoltre, come le ambiguità del mercato del lavoro non aiutino all’emersione del sommerso: “La necessità di rendere il lavoro più mobile e flessibile ha avuto effetti di elusione e occultamento riducendo la sua portata alla sola riduzione di costi aziendali, non accompagnandola ad una crescita della produttività, ad un premio per la competenza e la responsabilità, ad un allargamento della partecipazione e lo sviluppo di nuove forme di lavoro; inoltre l’afflusso di immigrati irregolari, il cui impiego è per definizione sommerso, mancando le condizioni per poter essere occupati legalmente e l’indisponibilità di una sufficiente offerta occupazionale in determinati mercati del lavoro locale, induce chi ha già un lavoro regolare a svolgere una seconda attività in nero”.