Festa pirata sulle Mura: “No alla Notte Bianca del consumo”




Condivisione, auto-organizzazione e socialità dal basso. Sono questi i presupposti indicati alla base della festa pirata che si è svolta ieri sera (29 agosto) al baluardo San Paolino, su iniziativa di Torpedo Lucca e dei collettivi studenteschi, durante la Notte Bianca. Un gruppo di ragazzi si è ritrovato sulle Mura dando vita a musica dal vivo e intrattenimento, senza nessun incidente. L’iniziativa muove i passi da una dura critica alla movida cittadina e, quindi, all’organizzazione della Notte Bianca. “A Lucca – spiega Torpedo – chiudono locali, prolificano provvedimenti anti-movida, si impone il coprifuoco. La socialità che piace al Comune è quella dei turisti e di chi può permettersi lo shopping”.
“Da un lato – si aggiunge – si investono soldi pubblici (95 mila euro in beni, servizi e sconti) su iniziative come il Summer Festival, un festival che dovrebbe portare musica e cultura in città ma che diventa sempre più elitario; dall’altro vengono approvate leggi liberticide anti-movida, divieti per la musica dal vivo e si tagliano le gambe ai piccoli locali con chiusure insensate e burocrazia. In sostanza l’unica cultura che vuole il sindaco Tambellini è quella portata dai ricchi imprenditori, per gli altri è un sogno, come la vita notturna in una città che il Comitato Vivere il Centro Storico vorrebbe chiusa a mezzanotte, senza socialità, senza persone ma con tante telecamere a controllare ogni mossa dei suoi cittadini, liberi solo di pagare. Mentre gli spazi del centro storico sono diventati una mera fonte di profitto per pubblico e privato – si veda anche la continua svendita di patrimonio pubblico – la periferia, tutto quel mondo fatto da quartieri popolari ma anche campagna, è lasciato al degrado e alla speculazione dei soliti noti imprenditori. Parco fluviale, Sant’Alessio(si veda il parco delle Madonne Bianche), Sant’Anna, San Vito tante realtà, un solo destino. Le classi popolari che pretendono di poter usufruire dei beni cittadini, vedono continuamente negato il loro diritto alla città. Mentre pochi costruttori si arricchiscono comprando e costruendo case sempre vuote, le famiglie e i giovani non hanno spazi di socialità accessibili. In questo contesto si inserisce la Notte Bianca, un’idea gestita interamente dalla Confcommercio con il patrocinio delle sempre presenti fondazioni bancarie, un altro tentativo per rilanciare i consumi e inscenare il benessere di una città che non esiste. Lucca è morta, salvo poi rinascere come una vetrina, un centro commerciale per turisti, un mercato di negozi inaccessibili, un supermercato per speculatori, una città fatta di apparenza, che oltre ai grandi eventi, non riesce a valorizzare il suo patrimonio artistico, culturale e sociale. Ciò che non si adatta alla massa, che rimane al di fuori delle regole, che non si conforma, è tenuto a distanza, ma anche se represso emergerà lo stesso: la Lucca che lotta, che crea, che si confronta, che condivide, fatta di collettivi, famiglie, biblioteche, produzioni indipendenti, giovani, anziani, bambini. Se ci impongono la loro socialità, con le loro regole e i loro limiti, noi porteremo condivisione, autorganizzazione, socialità dal basso, musica e divertimento gratuito”.