
Le migliaia di persone e le piazze gremite di musica, spettacoli e intrattenimenti hanno confermato il successo della Notte Bianca; un evento ormai affermato ma che necessita di un approccio diverso rispetto a quello attuale, che sconta soprattutto orari e limitazioni. Così la pensa il movimento Sovranità, con il responsabile Fabio Barsanti: “Il successo in termini numerici e di partecipazione – dichiara Barsanti – ha confermato la validità della Notte Bianca e, soprattutto, la voglia dei lucchesi di poter godere della loro città viva, allegra e stimolante. Al pari di altri eventi, come per esempio i Comics o Lucca Effetto Cinema Notte, riesce a far vivere un centro storico quasi morto, piegato soprattutto da regolamenti assurdi e regole non adeguate ad un Comune capoluogo di provincia. Tuttavia un evento come questo necessita di un approccio diverso, meno timoroso e succube dei soliti comitati gerontocratici”.
“Che notte bianca è una notte che termina alle 2? – continua Barsanti – In genere la notte bianca è intesa come evento che duri tutta la notte, di portata straordinaria e sicuramente oltre l’orario sopracitato. A Lucca, dove i comitati pro-dormitorio contano più di quanto dovrebbero, la notte bianca tanto bianca non è, poiché si distingue da un normale sabato d’estate solo per gli eventi e la musica nelle piazze, che rappresentano senz’altro un aspetto positivo ma che subiscono la scure di un orario assurdo. Se a questo aggiungiamo l’aspetto ottusamente repressivo della polizia municipale che ha multato alcuni locali per bazzecole – prosegue Barsanti – capiamo che per far finalmente rivivere il centro storico non possiamo prescindere da un maggiore slancio, che questa amministrazione non è assolutamente in grado di dare”.
“Lucca ha passato un’estate ai minimi storici in quanto a intrattenimenti serali o notturni – conclude Barsanti – non avendo nel comune né discoteche all’aperto né locali con musica, e con un centro storico vittima di troppe limitazioni riguardo a orari, decibel e possibilità di fare musica dal vivo. Se vogliamo che i nostri giovani non debbano necessariamente fare chilometri con la macchina per andare in Versilia o altrove (con tutte le conseguenze in termini di sicurezza), e se vogliamo una città più viva e più sicura, è necessario un cambio di mentalità e, soprattutto, di persone”.