Finanziato dall’Ue impianto per riciclare scarti di cartiera

4 settembre 2015 | 13:04
Share0
Finanziato dall’Ue impianto per riciclare scarti di cartiera

Una seconda vita per gli scarti della lavorazione della carta, in prevalenza pulper. Grazie a un impianto sperimentale, su scala industriale, il cui progetto è stato approvato e finanziato sulla base di un bando europeo Life +. A presentare l’esito del bando e il progetto Eco-Pulplast, già annunciato a Palazzo Bernardini lo scorso 18 novembre da Claudio Romiti, direttore di Confindustria Lucca, Rossano Ercolini di Zero Waste Europe, Enrico Fontana direttore Lucense, Vincenzo Muchetti della Serv.-Eco. e Valter Severini della Selene Spa.
L’obiettivo del progetto vuole dimostrare la possibilità di riciclare lo scarto industriale delle cartiere che utilizzano macero con la realizzazione di un impianto dimostratore su scala industriale in grado di testare una tecnologia innovativa di recupero di plastiche miste (in prevalenza scarto di pulper) per la produzione di materiali e prodotti in plastica seconda vita, utilizzabili dalle aziende del distretto cartario. L’obiettivo, con una serie di investimenti innovativi, è quello di valorizzare gli scarti e rimetterli in produzione, chiudendo il cerchio del riuso.

“Il progetto è stato appoggiato fortemente da Confindustria Lucca – spiega Vincenzo Muchetti della Serv.-Eco. – ci saranno benefici economici e ambientali non indifferenti”. Molto soddisfatto anche Enrico Fontana di Lucense, che dichiara: “Siamo di fronte ad alcune importanti innovazioni: il partenariato, cioè la capacità di fare rete tra enti e aziende del territorio; il progetto è finanziato grazie a un bando europeo e, addirittura, con un punteggio altissimo a testimonianza della sua bontà e credibilità. Tutto ciò dimostra che il distretto lucchese sa essere leader nel settore dell’innovazione”. Stesse soddisfazioni espresse da Valter Severini, della Selene Spa, che annuncia anche nuovi posti di lavoro in lucchesia: “Il sito non è ancora individuato, ma sicuramente l’impianto verrà fatto in Lucchesia per il significato che ricopre questo territorio e perché i rifiuti non devono spostarsi. Basta un capannone, in quanto l’impianto è piccolo: occuperà circa 2-3mila metri quadri. Il progetto richiederà circa 1 milione e 200 mila euro e verrà finanziato al 60%. In circa 18 mesi vorremmo già lavorare sulla macchina. Ci sarà un lavoro massiccio, circa 100mila tonnellate di materiale da lavorare e dunque ci sarà bisogno sicuramente di nuova occupazione, anche se ad oggi è prematuro quantificare quanta ne potrà servire”. Rossano Ercolini, di Zero Waste Europe, condivide questo entusiasmo: “Attraverso questo progetto possiamo valorizzare lo scarto industriale. La vittoria del progetto è merito dell’alleanza tra distretto cartario e aziende leader del territorio oltre alla credibilità dei partner. Sono orgoglioso di questo progetto e esprimo la mia piena fiducia verso i partner”.

Il progetto nel dettaglio
Oltre a essere un modello virtuoso di economia circolare e di simbiosi industriale, Ecopulplast, che durerà in tutto 30 mesi, rappresenta un esempio concreto e innovativo di quanto possa essere messo in atto a livello locale grazie alla collaborazione tra diversi soggetti del territorio.
I partner dell’iniziativa sono la Selene, capofila, tra le aziende leader in Italia nel settore degli imballaggi flessibili in plastica, e fortemente impegnata in un piano di investimenti che puntano sulla sostenibilità ambientale delle produzioni; Lucense, organismo di ricerca e soggetto gestore del polo di innovazione di Regione Toscana per il settore cartario, Innopaper, con al suo interno il laboratorio Cqc – Centro Qualità Carta, riferimento in Italia per l’industria cartaria; Serv.Eco., consorzio delle cartiere del Distretto cartario lucchese che opera su tematiche di interesse ambientale e Zero Waste Europe Foundation, rete europea di soggetti che aderiscono al principio dei rifiuti zero e presieduta da Rossano Ercolini, vincitore nel 2013 del Goldman Prize award.
Il problema degli scarti della produzione è ben noto. La produzione di scarto di pulper – lo scarto industriale delle cartiere che utilizzano macero – ammonta a circa 100mila tonnellate all’anno, che viene smaltito in discarica o in impianti di termovalorizzazione, con costi ambientali ed economici elevati e non più sostenibili. Questo progetto potrebbe rappresentare per le cartiere della provincia un’alternativa ambientalmente più sostenibile ed economicamente meno onerosa degli attuali processi di smaltimento. Attraverso la dimostrazione di questa nuova tecnologia, gli scarti di un comparto produttivo diventano materia prima per un altro comparto.
Il progetto è inoltre l’esempio della fattiva collaborazione tra diverse realtà del territorio che hanno trovato nella partecipazione a questo bando il modo per unire le ragioni della innovazione produttiva con quelle della sostenibilità ambientale: puntare sul recupero di materia dallo scarto di pulper incontra in pieno la strategia della Commissione Europea per lo sviluppo di un’economia circolare.

Mirco Baldacci