Cinema e psicanalisi, le nuove frontiere in un convegno a Lucca

15 settembre 2015 | 09:02
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Cinema e psicanalisi, le nuove frontiere in un convegno a Lucca

Nonostante lo scetticismo di Freud, il grande maestro della psicoanalisi, in relazione al cinema (che definiva “un passatempo senza storia”), dopo un secolo di maturazione scientifica ed artistica nei due rispettivi campi, oggi si parla di una vera e propria Cinematerapia. Questo sembra essere uno dei piu’ interessanti sviluppi nel campo del supporto artistico alla terapia ed alla formazione, dopo che cinema e psicoanalisi, nati entrambi alla fine del 1800, hanno riconosciuto ampiamente il loro legame fraterno. Si parlerà anche di questo venerdì (18 settembre), alle 18 all’auditorium Bml in Piazza S.Martino, nell’incontro della Fondazione Mario Tobino e Alap (Associazione Lucchese Arte e Psicologia), in collaborazione con la Fondazione Banca del Monte di Lucca e con il contributo dell’Ordine dei Medici, della Società Medico Chirurgica Lucchese, della Asl 2 di Lucca, della clinica psichiatrica di Pisa e del Cineforum Ezechiele di Lucca.

Giuseppe Riefolo, psichiatra e psicoanalista di Roma, da molti anni è uno dei maggiori esperti di “Cinema e Psicoanalisi”, avendo tra l’altro pubblicato alcuni testi sul tema e intervenendo in varie sedi, anche informatiche, con recensioni di film, con analisi sempre coinvolgenti e di grande spessore; è precursore dell’utilizzo del cinema come metodo di cura e formazione, modalità adottate da tempo anche nelle realtà di assistenza psichiatrica dei Servizi di Salute Mentale della Asl 2 di Lucca e presso la Clinica Psichiatrica di Pisa, sotto la direzione della professoressa Liliana Dell’Osso.
L’incontro vede impegnati assieme all’autore, psichiatri, psicoanalisti e critici cinematografici con proiezione di brevi scene da film. (Per informazioni rivolgersi ad Alap – 339 8745260).
Il medium cinematografico, da molti definito anche come “fabbrica di sogni”, presenta molti punti a comune con la produzione onirica, e l’esperienza regressiva che viene proposta durante una proiezione, è senz’altro un forte stimolo al funzionamento mentale tipico del day-dreaming, del sogno e del pensiero associativo della veglia.
Un momento identificatorio e proiettivo che magicamente possono inaugurare percorsi di approfondimento e conoscenza altrimenti non sempre intercettabili. Questo è il potere del cosiddetto fattore “perturbante” dell’arte in generale, che se condiviso e confrontato con altri e con il supporto di esperti, riesce spesso a muovere aspetti emotivo-affettivi inediti e spesso inconsapevoli.
Sempre più spesso psichiatri, psicoterapeuti e professionisti di aiuto qualificati utilizzano l’arte e il cinema a vari livelli e con diversa modalità: come formazione o didattica, nell’ambito di dibattiti, cineforum o seminari, come veri e propri momenti di riabilitazione e terapia.
La narrazione filmica è anche utilizzata come strumento interpretativo alla stregua dei sogni all’interno di setting terapeutici ben definiti, fornendo anche ai terapeuti stessi infiniti rimandi tra le storie dei pazienti e quelle narrate nei film, amplificando l’orizzonte del lavoro di analisi in un’accurata ricerca di nuovi spunti di riflessione e interpretazione.