Oltre 500 docenti e bidelli lucchesi contro la Buona Scuola

15 settembre 2015 | 11:19
Share0
Oltre 500 docenti e bidelli lucchesi contro la Buona Scuola

Mobilitazione tra i docenti e personale Ata nel giorno della prima campanella. In oltre 500 si sono infatti presentati all’assemblea sindacale unitaria organizzata da Flc Cgil, Cisl, Cobas, Gilda e Snals. Al termine è stato sottoscritta una mozione che valuta in modo decisamente negativo sia per il metodo che per i contenuti la cosiddetta Riforma Renzi sulla Buona scuola. Secondo insegnanti e personale Ata, infatti, la legge 107/2015 “è stata approvata con il ricatto della fiducia su un unico voto su un maxi emendamento con un articolo e 212 comma, nonostante l’opposizione di tutto il popolo della scuola pubblica manifestatesi, in particolare, con il 70% di adesioni allo sciopero del 5 maggio e con lo sciopero degli scrutini”. Gli insegnanti, insieme ai loro sindacati hanno richiesto anche una giornata di sciopero da svolgersi ad ottobre.

Il decreto legge, poi, sempre stando alla mozione, “prevede un modello di scuola caratterizzato da aziendalizzazione, gerarchizzazione, con un uomo solo al comando, il preside-manager, e competizione individuale tra i docenti. Dopo 5 anni senza contratto nazionale e anche in seguito all’incostituzionalità del blocco dei contratti pubblici sancita dalla sentenza della Corte Costituzionale, l’assemblea – si legge nel testo della mozione – chiede a gran voce l’immediata apertura delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale per il recupero del potere d’acquisto dei lavoratori della scuola, diminuito in media del 30% rispetto al 1990”. L’assemblea poi ha discusso delle diverse modalità per ridurre all’interno delle scuole gli effetti più negativi della riforma, con particolare riferimento al comitato di valutazione, al Pof triennale, all’organico di potenziamento, all’alternanza scuola lavoro ed ha invitato “docenti, Ata, rappresentanti dei genitori e degli studenti negli organi collegiali a utilizzarle in modo flessibile nei diversi contesti delle varie scuole. L’assemblea ritiene, però, indispensabile – si legge ancora – anche la prosecuzione della mobilitazione all’esterno delle scuole, per cui invita gli organismi nazionali delle organizzazioni sindacali a consolidare l’azione unitaria e ripetere la straordinaria esperienza del 5 maggio e dello sciopero degli scrutini, indicendo una giornata di mobilitazione generale della scuola con manifestazione nazionale e sciopero nel mese di ottobre. L’assemblea valuta positivamente la proposta di vari quesiti referendari strutturati in modo da superare il giudizio di ammissibilità della Corte e da abrogare gli aspetti più negativi della Cattiva scuola. Ritiene che i comitati referendari vadano organizzati in modo trasversale e paritario, coinvolgendo tutta la società civile nella difesa del modello di scuola previsto dalla Costituzione Repubblicana. Inoltre, l’assemblea ritiene inaccettabile che la legge di stabilità, oltre a tagliare 2020 posti Ata in organico di diritto, impedisca la sostituzione del personale Ata per i primi 7 giorni di assenza per i bidelli, per sempre per gli assistenti tecnici e per gli assistenti amministrativi (salvo che in organico di diritto vi siano meno di 3 assistenti amministrativi, il che non avviene quasi mai) e la sostituzione del docente per il primo giorno di assenza, creando gravi problemi per il normale funzionamento e per la stessa sicurezza; chiede, pertanto, di ripristinare in toto la possibilità di nominare supplenti”. Docenti e personale Ata ritngono anche “che la Cattiva scuola non abbia risolto il problema del precariato, sia perché ha creato la figura del precario di ruolo ricattabile, con incarichi triennali anche non rinnovabili per i neo assunti, sia perché ha lasciato migliaia di precari nelle graduatorie, di cui molti condannati alla disoccupazione”. Da qui viene richiesta “nel rispetto della sentenza della Corte Europea di Giustizia, l’assunzione di tutti i precari docenti e Ata con 36 mesi di servizio” e “che la legge Fornero abbia prodotto il sostanziale blocco del turn-over generazionale, sia impedendo adeguate assunzioni, sia determinando l’innalzamento dell’età media del personale, che è attualmente la più alta in Europa; per cui chiede la modifica integrale della legge Fornero”. L’assemblea ha sostenuto anche “la scuola dell’ Infanzia, oggetto di delega legislativa, debba essere inclusa nei percorsi d’istruzione della scuola statale dell’obbligo, contro ogni ipotesi di regionalizzazione e stravolgimento del suo ruolo educativo”.