Chiesa in lutto: morto l’arcivescovo emerito Tommasi



La Chiesa lucchese è in lutto per la scomparsa dell’Arcivescovo emerito Bruno Tommasi. Il monsignore si è spento oggi (17 settembre) all’età di 85 anni a Viareggio, dove risiedeva da tempo. Era stato nominato vescovo di Lucca da papa Giovanni Paolo II nel 1991 e aveva preso il posto di Giuliano Agresti, scomparso il 18 settembre dell’anno precedente. Tommasi guiderà la chiesa lucchese per 14 anni, prima di rinunciare al suo incarico, come prevede la prassi, raggiunti i 75 anni d’età. Don Bruno, come veniva affettuosamente ricordato dai fedeli, è morto circondato dai suoi cari nella casa della sorella all’ex Campo d’Aviazione di Viareggio, dopo una lunga malattia. Al suo capezzale è accorso anche l’arcivescovo Italo Castellani, che lo aveva affiancato per due anni prima della Santa Croce del 2005, quando avvenne il passaggio di testimone. “Uomo di profonda fede, di intensa carità e umanità – lo ha ricordato così monsignor Castellani -, è stato un grande testimone del Vangelo per tutti coloro che nel corso della vita lo hanno incontrato ed amato”.
Il 22 gennaio di quello stesso anno, infatti, Papa Giovanni Paolo II accolse la richiesta di don Bruno di ritirarsi, per i sopraggiunti limiti d’età. Ed è allora che Tommasi venne affiancato dall’arcivescovo coadiutore Castellani, oggi alla guida della diocesi di Lucca.
L’arcivescovo emerito è spirato oggi pomeriggio alle 14 nella casa della sorella e del cognato all’ex Campo di Aviazione di Viareggio, dove viveva ormai da qualche anno. Qui, a confortare i familiari, è accorso l’arcivescovo Italo Castellani, non appena ha appreso la notizia dell’aggravarsi delle condizioni del monsignore di cui era già stato per diverso tempo spalla e conforto. Insieme a lui c’erano i suoi cari e i medici che lo assistevano costantemente negli ultimi tempi. La salma del vescovo Bruno sarà esposta nella giornata di domani (18 settembre) nella chiesa di Santa Rita a Viareggio e alle 21 ci sarà una veglia di preghiera.
Poi, la camera ardente sarà allestita a Lucca nel Palazzo dell’Arcivescovato, dove don Bruno ha abitato durante gli anni del suo episcopato. Sabato alle 15 la camera ardente sarà aperta per la preghiera e la visita dei fedeli. Domenica, invece, le visite saranno possibili dalle 8 e la camera ardente resterà aperta fino alla veglia delle 21. I funerali si svolgeranno invece lunedì (21 settembre) alle 16,30 nella cattedrale di San Martino e le esequie saranno officiate da monsignor Italo Castellani. La salma dell’arcivescovo emerito sarà comunque traslata in Duomo a partire dalle 10 del mattino.
Bruno Tommasi aveva cominciato la sua lunga carriera ecclesiastica in provincia di Massa Carrara, dove era nato nel 1930, nel piccolo paese di Montignoso. I suoi studi, però, li compì nel seminario arcivescovile di Lucca, prima di essere ordinato presbitero dall’arcivescovo Antonio Torrini nel 1958. Del seminario dove era stato studente divenne poi rettore e in seguito priore della parrocchia di Sant’Anna, fino al 1983.
Venne nominato vescovo proprio in quell’anno e affidato alla guida della comunità di Pontremoli, mentre ad Apuania ottenne il ruolo di vescovo coadiutore. Il 12 luglio di quello stesso anno, in occasione del patrono di San Paolino, ricevette l’ordinazione episcopale proprio nella cattedrale di San Martino, alla presenza del cardinale Paolo Bertoli, del vescovo Giuseppe Fenocchio e dell’arcivescovo Giuliano Agresti.
Nel 1988 divenne poi primo vescovo della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, dopo l’unificazione, e, infine nel 1991 vescovo di Lucca. Fu il successore di Giuliano Agresti, l’arcivescovo di Lucca deceduto nel settembre dell’anno precedente. Pochi anni dopo, nel 1996, celebrò come guida della chiesa lucchese il primo sinodo diocesano seguito al Concilio Vaticano II. Non smise di servire la comunità di fedeli lucchesi fino al 2005, quando propose la rinuncia al Papa. Da quel momento il suo ruolo è stato sempre più defilato anche se monsignor Tommasi non ha mai lasciato il suo impegno nella Chiesa, essendo stato nominato arcivescovo emerito. Era ancora ricordato e molto amato, non solo a Lucca ma anche in Versilia e a Viareggio dove oggi pomeriggio le campane delle chiese hanno suonato a lutto.
In città il suo ricordo è vivissimo, in particolare a Sant’Anna, dove venne presentato come nuovo parroco il 24 febbraio del 1974. L’arcivescovo Giuliano Agresti lo presentò alla comunità durante la messa delle dieci: don Bruno era diventato a tutti gli effetti il successore di don Romolo Motroni, che aveva guidato la parrocchia per quaranta lunghi anni. Furono anni straordinari. Con Don Bruno la parrocchia crebbe a dismisura, fino a diventare la più numerosa della Diocesi. Con lui iniziò un periodo di grande rinnovamento spirituale e furono nominati cappellani anche Don Gianfranco Lazzareschi e Don Antonio Tigli. Quando don Bruno era parroco di Sant’Anna vide la luce anche l’associazione dei Donatori di Sangue e la creazione dei campi scuola di Foce di Bucino, di cui tutti i parrocchiani conservano un ricordo felice e ancora vivido. A lui poi si deve il percorso che portò all’apertura del Centro Anziani del quartiere, attivo ancora oggi.
Il ricordo dell’arcivescovo Castellani. Un uomo di grande fede e carità. Usa queste parole l’arcivescovo di Italo Castellani per ricordare monsignor Tommasi: “”Dopo una breve malattia il vescovo Bruno ha terminato la sua storia e si è avviato all’incontro con il Risorto. Del vescovo Bruno – ricorda monsignor Castellani – porto con me un caro ricordo e una profonda gratitudine: è ancora viva in me la memoria del momento in cui mi ha accolto con grande fraternità in questa Chiesa di Lucca e i tanti episodi di vero affetto e sostegno con preghiera con cui mi ha accompagnato nel servizio episcopale in questi anni.
Rendo grazie a Dio per il vescovo Bruno, che è stato un dono per la Chiesa di Lucca e la Chiesa italiana. Uomo di profonda fede, di intensa carità e umanità, è stato un grande testimone del Vangelo per tutti coloro che nel corso della vita lo hanno incontrato ed amato. I poveri e gli ultimi suoi prediletti insieme alla nostra preghiera lo accompagnino con le parole della liturgia: ‘In paradiso ti accompagnino gli angeli…, ti accolga il coro degli angeli e con Lazzaro povero in terra tu possa godere il riposo eterno nel cielo'”.
Il cordoglio. E proprio a Lucca tra i primi ad esprimere il proprio cordoglio è stato il sindaco. “Dell’arcivescovo Bruno Tommasi – ha detto Alessandro Tambellini – ho apprezzato l’apertura mentale che in lui si univa con una grande spiritualità e una conoscenza biblica profonda. Egli proveniva da un’esperienza pastorale vissuta in maniera intensa e per la nostra città, oltre ad aver segnato la storia della parrocchia di Sant’Anna, ha fatto sì che la zona pastorale della Garfagnana entrasse a far parte della Diocesi di Lucca”. Ma anche il consigliere regionale Stefano Baccelli si unisce al cordoglio della comunità cattolica lucchese per la morte di monsignor Bruno Tommasi. “Con il suo impegno e la sua testimonianza in seminario, nella parrocchia di Sant’Anna e infine come arcivescovo di Lucca – sottolinea Baccelli -, don Bruno è stato un esempio di grande umanità, un punto di riferimento per la comunità diocesana e per la realtà civile del nostro territorio, come anche per i tanti giovani che lo hanno potuto conoscere e frequentare. Il calore e la semplicità erano tra i tratti più caratteristici di questo amatissimo sacerdote che non ha mai rinunciato al rapporto con la gente, così come ogni buon pastore è chiamato a fare”.
A Viareggio il primo cittadino esprime “vivo cordoglio” a nome anche di tutta la giunta.”Ricordo con affetto l’impegno pastorale di monsignor Tommasi – spiega il sindaco Giorgio Del Ghingaro – prima come semplice e amatissimo parroco di Sant’Anna a Lucca, come vescovo di Pontremoli, poi come vescovo delle diocesi unite di Massa Carrara e Pontremoli ed infine come presule di Lucca. Tommasi ha retto l’arcidiocesi di Lucca nel complesso passaggio di aggregazione delle parrocchie della Garfagnana con Lucca raddoppiando il territorio diocesano. Un uomo di grande saggezza e semplicità che ha incarnato con autorevolezza la difficile missione di servizio e guida di una grande comunità”.
Roberto Salotti