Gli alberi dei privati minacciano l’acquedotto del Nottolini

17 settembre 2015 | 11:14
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Gli alberi dei privati minacciano l’acquedotto del Nottolini

Francesco Colucci, ex direttore dell’Opera delle Mura, scrive al sovrintendente Luigi Ficacci per segnalare lo stato di degrado in cui versa l’acquedotto del Nottolini. “Mi rendo conto che alcune opere di restauro del Tempietto e degli archi richiedono investimenti che possono non esserci – sottolinea Colucci -, ma quello che inspiegabile e che denuncio è la situazione di grave degrado degli alberi e delle fosse di scolo delle acque che non richiedono investimenti pubblici. Infatti come più volte segnalato al Comune anche attraverso i mass media enormi alberi impiantati in terreni privati e abbandonati a se stessi superano in altezza lo stesso acquedotto monumentale e i loro rami si appoggiano pericolosamente agli archi del monumento oppure hanno invaso totalemente la fossa demaniale di scolo delle acque”.

“Il risultato è – posegue – che le fronde degli alberi sotto la spinta dei venti colpiscono violentemente gli archi del monumento, staccandone pezzi e gravando sulla stessa stabilità di alcune colonne che paiano disossate rispetto alle altre, creando anche pericolo per le persone che transitano. Nella fossa demaniale dello scolo delle acque i tronchi enormi di alberi ostruiscono totalmente la stessa creando allagamenti persistenti alla base delle colonne rischiando di minacciarne la stabilità. Per risolvere questi pericoli per il monumento non occorrono denari ma solo un intervento sui proprietari dei terreni chiedendo l’abbattimento dellle piante che hanno invaso il monumento sugli archi in alto e nella fossa di scolo.
Sarebbe auspicabile un intervento rapido visto che stiamo andando verso la cattiva stagione, dove bufere si vento e di acqua possono peggiorare la situazione. Spero che come succede ormai sempre più spesso in Italia, non sia necessario rivolgersi alla Magistratura per risolvere questioni che sono di competenza degli organi comunali e statali preposti”.